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  • Lunedì 8 settembre 2025

Le foto delle manifestazioni in Brasile per Bolsonaro, invocando Trump

Hanno chiesto l'amnistia per l'ex presidente e invitato gli Stati Uniti a fare nuove pressioni sul governo brasiliano

San Paolo, 7 settembre
(EPA/Sebastiao Moreira/ansa)
San Paolo, 7 settembre (EPA/Sebastiao Moreira/ansa)
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Domenica ci sono state diverse manifestazioni in varie città del Brasile in sostegno all’ex presidente Jair Bolsonaro. I manifestanti hanno chiesto l’amnistia per Bolsonaro, che è imputato in un processo per tentato colpo di stato in relazione all’assalto alle istituzioni dell’8 gennaio del 2023 a Brasilia. In particolare Bolsonaro è accusato di aver complottato per impedire a Luiz Inácio Lula da Silva di insediarsi dopo le elezioni presidenziali del 2022. I suoi sostenitori ritengono il processo una «persecuzione politica».

Bolsonaro può essere condannato a una pena massima di 43 anni di prigione, verrà giudicato dalla Corte Suprema brasiliana e il verdetto arriverà entro venerdì. In Brasile è opinione condivisa che verrà condannato.

Le manifestazioni più partecipate sono state a San Paolo e Rio de Janeiro. I manifestanti avevano bandiere del Brasile, maglie gialloverdi della nazionale di calcio (diventate da tempo un simbolo adottato dal movimento di destra) e molte bandiere statunitensi. Un tema ricorrente di slogan, striscioni e cartelli erano infatti i ringraziamenti a Donald Trump e le invocazioni perché il presidente statunitense «risolva la questione».

L’amnistia è una questione molto sentita e dibattuta in Brasile. Fu concessa ai militari dopo la fine della dittatura durata dal 1964 al 1985, che per questo motivo non furono mai perseguiti per i loro crimini. Durante il regime militare molti brasiliani furono arrestati, torturati o scomparvero.

Per motivi ideologici e personali Bolsonaro e la sua famiglia sono molto vicini a Trump, che in queste settimane ha approvato dazi altissimi (del 50 per cento) su molte importazioni brasiliane come strumento di ritorsione per il processo in corso a Bolsonaro. Molti dei manifestanti chiedono a Trump di continuare a esercitare pressioni sul governo di centrosinistra di Lula.

La retorica usata da Bolsonaro è simile a quella adottata da Trump: entrambi hanno rifiutato di accettare le sconfitte elettorali, hanno accusato gli avversari politici di brogli e hanno sostenuto di subire una persecuzione politica. Bolsonaro è già stato dichiarato ineleggibile fino al 2030 e non potrà quindi partecipare alle elezioni presidenziali del 2026.

Rio de Janeiro, 7 settembre (AP Photo/Silvia Izquierdo)

L’amministrazione statunitense ha anche approvato sanzioni personali nei confronti del giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes, che guida il processo contro Bolsonaro. De Moraes è un giudice assai noto che ha lavorato su vari processi importanti negli ultimi anni, soprattutto su quelli più “politici”. È per questo che si è scontrato più volte anche con il proprietario di X Elon Musk, ed è considerato il principale nemico dai sostenitori di Bolsonaro.

Un sostenitore di Bolsonaro con un pupazzo raffigurante Alexandre de Moraes in prigione, Brasilia, 7 settembre (AP Photo/Luis Nova)

Alla manifestazione di San Paolo è intervenuta la moglie di Bolsonaro, Michelle, che ha fatto molti riferimenti religiosi: la componente religiosa, perlopiù evangelica, è forte nel movimento di destra brasiliano. C’era anche il governatore di San Paolo Tarcisio de Freitas, considerato oggi il principale esponente del bolsonarismo e un possibile candidato alle prossime presidenziali.

Sempre domenica si sono tenute manifestazioni di segno opposto, organizzate dalla sinistra e dai sindacati, che invece protestavano contro le ingerenze statunitensi nel processo. Sono state però meno partecipate.

La manifestazione della sinistra di domenica a San Paolo (EPA/Isaac Fontana/Ansa)