La Cremonese è prima in Serie A, Jamie Vardy è il suo attaccante
Due vittorie in due partite (una in trasferta contro il Milan) e l'acquisto di un grande attaccante dalla Premier League: non male per una squadra che arriva dalla Serie B

Dopo le prime due giornate della Serie A maschile di calcio ci sono quattro squadre ancora a punteggio pieno. Per tre di loro, è normale essere lì: Napoli, Juventus e Roma avevano partite non troppo difficili e puntano a terminare il campionato ai primi posti. È decisamente più sorprendente che con loro – con due vittorie e sei punti in classifica – ci sia la Cremonese, che lo scorso anno giocava in Serie B. Nella prima giornata ha battuto il Milan in trasferta a San Siro, nella seconda ha vinto contro il Sassuolo in casa, e poi ha acquistato un attaccante esperto e di alto livello: l’inglese Jamie Vardy.
L’acquisto di Vardy da parte della Cremonese è strano e imprevisto, e giusto qualche giorno fa – prima che se ne iniziasse a parlare con un certo grado di concretezza – sarebbe sembrato una fantasiosa invenzione di qualche esperto di calciomercato. Vardy ha 38 anni (molti, per un attaccante) ma ha pur sempre segnato 145 gol in Premier League, il principale campionato inglese, e nel 2016 ha vinto contro ogni pronostico giocando con il Leicester, la squadra di cui negli ultimi 13 anni è diventato una leggenda. Nessun attaccante era arrivato in Serie A dopo aver segnato così tanti gol in Premier League. Vardy è ancora un attaccante efficace e in buona forma (nella passata stagione ha giocato 35 partite e segnato 9 gol), ma anche a prescindere dal suo effettivo rendimento in Italia, il suo arrivo alla Cremonese certifica le ambizioni della squadra.
Già prima di Vardy la Cremonese aveva acquistato parecchi giocatori abituati a giocare in Serie A, una cosa spesso decisiva per le squadre che arrivano dalla Serie B e il cui obiettivo è di non retrocedere: Alberto Grassi e Giuseppe Pezzella dall’Empoli, Alessio Zerbin dal Napoli, Filippo Terracciano e Warren Bondo dal Milan, Emil Audero dal Como, Antonio Sanabria dal Torino, Martín Payero dall’Udinese, Federico Baschirotto dal Lecce (squadra che nelle ultime tre stagioni è sempre riuscita a rimanere in Serie A).
Oltre a loro la squadra ha confermato i calciatori migliori nella scorsa stagione di Serie B, come Michele Collocolo o Jari Vandeputte. A differenza di tre anni fa, quando tornò in Serie A ma ci rimase per una sola stagione, dopo aver formato una squadra intrigante ma poco esperta, quest’anno la Cremonese sembra insomma essersi attrezzata per giocarsi la permanenza in Serie A. E il progetto sembra piacere ai tifosi, visto che già a inizio agosto la Cremonese aveva battuto il suo record di abbonamenti stagionali.
Nella vittoria contro il Milan sono stati decisivi Baschirotto – imponente difensore arrivato dal Lecce, che ha segnato il gol dell’1-0 di testa e ha difeso in maniera eccellente – e Federico Bonazzoli, un altro attaccante che ha già giocato diverse stagioni in Serie A, che ha segnato con uno spettacolare gol in rovesciata.
Contro il Milan la Cremonese ha dimostrato di essere una squadra già piuttosto organizzata, che si sa difendere con ordine nella sua area di rigore e che se necessario riesce ad alzare l’intensità del pressing e crea azioni da gol con discreta qualità. È una cosa tutt’altro che scontata, all’inizio della stagione e se si considera che negli ultimi mesi sono arrivati in squadra tanti calciatori nuovi, che hanno giocato insieme solo poche partite amichevoli. Buona parte del merito va all’allenatore scelto dalla Cremonese per questa stagione: Davide Nicola.
Nicola è il miglior allenatore di squadre che lottano per non retrocedere in Serie B degli ultimi dieci anni. Finora è riuscito a farne salvare cinque diverse (Crotone, Genoa, Torino, Salernitana ed Empoli), tutte le volte arrivando a stagione in corso in situazioni quasi disperate.
La differenza quest’anno è che Nicola è stato scelto dalla Cremonese all’inizio (al posto di Giovanni Stroppa, che aveva ottenuto la promozione in Serie A) con l’idea di costruire una squadra per salvarsi, e non come tentativo estremo di raddrizzare una stagione. È una cosa che Nicola ha avuto occasione di fare poche volte in carriera, e – almeno dopo queste due prime giornate – i segnali sono tutti piuttosto positivi.
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Due partite restano comunque un campione piuttosto limitato per dare giudizi definitivi. Due anni fa dopo due giornate c’era il Verona a punteggio pieno, e l’anno scorso alla quarta giornata era prima l’Udinese, e alla quinta il Torino: tutte squadre che poi hanno terminato il campionato ben lontane dai primi posti.
Inoltre, le prime due partite di questo campionato sono state giocate – come già succede da ormai diversi anni – mentre il calciomercato era ancora aperto e le squadre non avevano ancora preso una forma definitiva. Come nel caso di Vardy, può capitare che calciatori cambino squadre (in certi casi all’interno dello stesso campionato) scombussolando quindi i piani degli allenatori. E sono state giocate prima di una pausa di due settimane per via delle qualificazioni ai Mondiali delle squadre nazionali.
Già le due partite che la Cremonese giocherà dopo la sosta per le nazionali, contro Verona e Parma, diranno qualcosa in più sull’effettivo valore della squadra. Dovesse vincerle entrambe (magari con i gol di Vardy) avrebbe di fatto già raccolto nelle prime quattro giornate un terzo dei punti solitamente necessari per rimanere in Serie A.



