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  • Martedì 26 agosto 2025

Ora anche Adidas vuole farsi pubblicità con i record sportivi

In un suo evento il sudafricano Sibusiso Kubheka è stato il primo a correre 100 chilometri in meno di 6 ore

Sibusiso Kubheka il 26 agosto a Nardò, Puglia (Adidas)
Sibusiso Kubheka il 26 agosto a Nardò, Puglia (Adidas)
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Nelle prime ore di martedì 26 agosto Sibusiso Kubheka, che ha 27 anni ed è sudafricano, ha corso 100 chilometri in meno di 6 ore: nessuno ci era mai riuscito prima. Correndo sul grande circuito circolare di Nardò, in Puglia, Kubheka ci ha messo 5 ore 59 minuti e 20 secondi. Il suo primato è stato ottenuto all’interno di un evento organizzato da Adidas e chiamato “Chasing 100”, che – come fatto da Nike in passato – aveva lo scopo di legare a un nuovo record il suo marchio e alcuni suoi prodotti. Oltre a Kubheka, a Chasing 100 hanno partecipato altri quattro atleti, nessuno dei quali ci ha messo meno di 6 ore.

Tra quegli atleti c’era il lituano Aleksandr Sorokin, precedente detentore del primato sui 100 chilometri: il suo record, che Kubheka ha migliorato di oltre 6 minuti, era di 6 ore, 5 minuti e 35 secondi. Sorokin continua invece a essere il primatista mondiale sulle 12 ore (sia in pista che su strada), sulle 100 miglia e sulle 24 ore di corsa: nel 2022, in una gara a Verona, percorse più di 319 chilometri in un giorno. Oltre a Kubheka e a Sorokin, a Chasing 100 hanno partecipato il giapponese Jo Fukuda, lo statunitense Charlie Lawrence e l’etiope Ketema Negasa.

I cinque atleti durante Chasing 100, il 26 agosto a Nardò, in Puglia (Adidas)

La pista di Nardò su cui si è svolta Chasing 100 è un circuito automobilistico realizzato negli anni Settanta, noto soprattutto per il Nardò Ring, un circuito circolare con una circonferenza di circa 12,6 chilometri. Fa parte del Nardò Technical Center (NTC), un grande complesso di piste automobilistiche di cui si era parlato negli ultimi mesi per l’interesse dell’azienda tedesca Porsche ad ampliarlo (ma poi non se n’è fatto niente).

Il circuito circolare di Nardò dall’alto (Mappe Apple)

Nel comunicato stampa con cui ha presentato il risultato di Kubheka, Adidas ha dedicato molto più spazio ai suoi prodotti che all’atleta. Ha parlato delle Adizero Evo Prime X, le nuove scarpe piuttosto grosse usate durante Chasing 100, e di altri capi d’abbigliamento usati prima e durante la corsa. L’evento fa parte di un ancor più grande e per ora non meglio definito progetto chiamato “Chasing” (all’inseguimento) con cui Adidas punta a «spostare avanti i limiti della performance umana».

A fine giugno Nike aveva cercato di fare lo stesso lavorando con la mezzofondista keniana Faith Kipyegon all’obiettivo di diventare la prima donna a correre un miglio (pari a 1.609 metri) in meno di 4 minuti. Kipyegon ci mise 6 secondi di troppo e il tentativo fallì, ma ciononostante l’iniziativa ricevette comunque discrete attenzioni, più di quante ne abbia ricevute finora il record fatto da Kubheka insieme con Adidas.

Ancor più notevole fu l’organizzazione da parte di Nike di un evento che permise al fortissimo maratoneta keniano Eliud Kipchoge di correre una maratona in meno di due ore. Un primo tentativo fu fatto nel 2017, ma Kipchoge non ce la fece per 25 secondi. Un secondo tentativo fu fatto nel 2019, e quella volta Kipchoge impiegò 1 ora, 59 minuti e 40 secondi per correre i 42 chilometri e 195 metri del percorso di una maratona.

Tutti questi eventi, dal primo di Nike del 2017 a quello di Adidas del 2025, sono sempre fatti in condizioni peculiari, fuori dalle competizioni ufficiali e in contesti climatici e ambientali appositamente studiati per ottimizzare le prestazioni degli atleti. È il motivo per cui si parla in genere di record non ufficiali o di “migliori prestazioni umane” per distinguerli, per esempio, dal record dei 100 metri, che il giamaicano Usain Bolt stabilì in una vera gara, nella finale dei Mondiali di atletica leggera del 2009.

Non si sa ancora se le Adizero Evo Prime X – che in Chasing 100 sono state adattate e modificate alle necessità specifiche dei cinque atleti – saranno in vendita. Come ha scritto il sito di settore Runner’s World, «una scarpa costruita in questo modo non è facilmente standardizzabile e soprattutto risulterebbe al di fuori di ogni regola di World Athletics [la federazione internazionale che regola l’atletica leggera e quindi anche la corsa, ndr], dunque non adatta per le gare ufficiali».

Le scarpe in questione, con la loro altissima suola (Adidas)

Il fatto che grandi aziende stiano cercando di migliorare i tempi su distanze simbolo della corsa può essere visto da più prospettive. Da un lato è interessante che Nike e Adidas vogliano legarsi a distanze storiche e record significativi per far parlare di sé in modi meno convenzionali rispetto a una semplice pubblicità, e forse pure è meritevole che ci provino. Dall’altro c’è il fatto che questi sono record-non-record, primati un po’ a metà, ufficiosi e accompagnati da asterischi e postille su come sono stati ottenuti.

È indubbio e oggettivo che un essere umano sia riuscito a fare qualcosa di sorprendente e inedito: Kubheka ha corso a un ritmo medio che molti runner amatoriali faticherebbero a reggere anche solo per un chilometro, cioè di 3 minuti e 36 secondi al chilometro. Ma è anche legittimo chiedersi, ancor più che nelle gare ufficiali, quanta parte di merito abbiano gli atleti e quanta le attrezzature, sebbene sia sempre stato difficile pensare che le prestazioni sportive possano prescindere da scienza e tecnologia: un costume non influenza sempre il tempo di un nuotatore? Una scarpa non è determinante sempre nei risultati di chi corre?

Kubheka durante Chasing 100, il 26 agosto a Nardò, in Puglia (Adidas)

Di certo, oltre a essere eccezionale la prestazione di Kubheka, lo sono state anche quelle degli altri. Correndo in poco più di 6 ore e 4 minuti Sorokin ha migliorato il suo precedente primato, eppure oltre che di Kubheka ha fatto peggio anche di Lawrence, che ci ha impiegato 6 ore, 3 minuti e 47 secondi. Kubheka stesso, prima di questo primato, non era considerato tra i migliori maratoneti o ultramaratoneti al mondo. Non ci sono informazioni su maratone corse da lui e il suo miglior tempo sulla mezza maratona (fatto nel 2021) è di 1 ora, 1 minuto e 36 secondi, mentre l’attuale record mondiale maschile riconosciuto dalla World Athletics è di 56 minuti e 42 secondi.

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