I lanci di aiuti europei su Gaza
Sono iniziati venerdì: per ora hanno partecipato Francia, Spagna e Germania, ma sono largamente insufficienti

Nei giorni scorsi Germania, Spagna e Francia hanno iniziato a trasportare aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza, dove per via dei blocchi imposti da Israele la situazione umanitaria è disastrosa, con un “ponte aereo”. I lanci di aiuti sono iniziati venerdì e sono proseguiti anche sabato. I governi di Germania e Francia hanno spiegato che i lanci dovrebbero continuare per alcuni giorni.
I governi di questi paesi hanno detto di avere paracadutato diverse tonnellate di cibo e di altri beni essenziali. Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul, che è stato in Israele nei giorni scorsi, ha detto comunque che le consegne fatte in questo modo sono insufficienti, e ha chiesto al governo israeliano di permettere l’ingresso di aiuti umanitari via terra. Anche la Francia ha fatto la stessa richiesta. Nei giorni scorsi aiuti umanitari sono stati lanciati nella Striscia dai governi di Giordania, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Regno Unito.
Un video pubblicato su X dal ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, per annunciare il lancio di aiuti spagnoli sulla Striscia di Gaza.
La prossima settimana altri due governi europei, quello italiano e quello nederlandese, dovrebbero iniziare a consegnare aiuti umanitari con ponti aerei su Gaza. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani l’aveva annunciato venerdì, ipotizzando come data il 9 agosto. Da ieri il governo italiano ha comunque iniziato a distribuire alcuni aiuti, con voli degli Emirati. Il governo dei Paesi Bassi ha detto che prevede di continuare il lancio di aiuti per due settimane.
Israele, che alla fine del 2023 ha invaso la Striscia di Gaza in risposta agli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023, sta bloccando da mesi la consegna di cibo e beni essenziali alla popolazione di Gaza. È stato accusato di usare la fame come arma di guerra contro la popolazione palestinese: a Gaza al momento c’è pochissimo cibo e si rischia una carestia. Da domenica scorsa Israele permette l’ingresso di una quantità maggiore di aiuti umanitari via terra, che però resta insufficiente.
Secondo molti esperti e secondo le Nazioni Unite, paracadutare aiuti umanitari con ponti aerei è una procedura molto costosa e soprattutto pericolosa per chi li riceve, perché i pacchi rischiano di schiacciare le persone: inoltre è plausibile che una parte degli aiuti umanitari atterri in aree di combattimento, e che diverse persone rischino di essere uccise pur di recuperarli.



