Trump ha parlato con Zelensky di attaccare Mosca e San Pietroburgo
Lo scrive il Financial Times citando una chiamata privata tra i due: l'obiettivo sarebbe «fare male» alla Russia e convincere Putin a trattare

Secondo due fonti informate, rimaste anonime ma citate dal quotidiano britannico Financial Times, Donald Trump avrebbe parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky della possibilità che l’Ucraina attacchi in profondità nel territorio russo, in modo da «fare male» ai russi e convincere Vladimir Putin a trattare la fine della guerra. Trump in particolare avrebbe chiesto se l’Ucraina sia in grado di colpire Mosca o San Pietroburgo, le due città più importanti e popolose della Russia.
La telefonata è avvenuta il 4 luglio ed è stata confermata al Wall Street Journal anche da un funzionario ucraino, sempre anonimo. Ha posto le basi per la successiva decisione di Trump di ricominciare a fornire armi all’Ucraina. Trump aveva parlato il giorno prima con Putin, in una telefonata che lo stesso Trump ha detto essere «andata male». Secondo le fonti Trump avrebbe quindi chiesto a Zelensky:
Volodymyr, puoi colpire Mosca? E puoi colpire anche San Pietroburgo?
Il presidente ucraino avrebbe risposto:
«Certo. Possiamo se ci date le armi».
Martedì 15 luglio la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha ridimensionato la questione dicendo che Trump «stava semplicemente facendo una domanda, non incoraggiando altre uccisioni». Anche lo stesso Trump ha ritrattato: martedì parlando con i giornalisti ha detto che Zelensky «non dovrebbe attaccare Mosca».
In ogni caso la conversazione conferma il recente cambio di approccio di Trump sulla guerra in Ucraina. Trump è sempre stato molto vicino a Putin e ostile a Zelensky. Da qualche mese però sta mostrando segni di crescente insofferenza verso Putin: tra le altre cose l’ha accusato di «dire un sacco di stronzate» e ha detto che il presidente russo «parla gentilmente ma alla sera bombarda chiunque».
Venerdì, in un incontro con il segretario della NATO Mark Rutte, Trump ha confermato che gli Stati Uniti venderanno armi agli altri membri della NATO che a loro volta le potranno cedere all’Ucraina. Ha detto che saranno le «armi migliori»: ha citato il sofisticato sistema di difesa aerea Patriot, senza però aggiungere altre informazioni.
Sempre secondo le fonti del Financial Times, durante un incontro con funzionari della Difesa statunitensi e intermediari NATO Zelensky avrebbe ricevuto un elenco di armi offensive, alcune a lunga gittata, potenzialmente disponibili. Tra questi ci sarebbero i missili Atacms (Army Tactical Missile System), che hanno una gittata di 300 chilometri e che l’esercito ucraino ha già usato per colpire obiettivi in territorio russo. Con questi però l’Ucraina non potrebbero raggiungere Mosca o San Pietroburgo. Fino a oggi negli attacchi in profondità nel territorio russo l’Ucraina ha utilizzato perlopiù droni che produce autonomamente.
Il governo ucraino avrebbe anche chiesto di ricevere i missili da crociera Tomahawk, che possono colpire obiettivi a 1.600 chilometri di distanza, ma l’amministrazione Trump avrebbe espresso delle remore.
– Leggi anche: Donald Trump ha detto che manderà le «armi migliori» all’Ucraina


