• Mondo
  • Mercoledì 2 luglio 2025

La Danimarca porterà le sue politiche anti immigrazione in Europa?

Presiederà per sei mesi il Consiglio dell’Unione Europea, decidendone le priorità

Mette Frederiksen e Giorgia Meloni a Roma, il 22 maggio 2025 (ANSA/CHIGI PALACE PRESS OFFICE/FILIPPO ATTILI)
Mette Frederiksen e Giorgia Meloni a Roma, il 22 maggio 2025 (ANSA/CHIGI PALACE PRESS OFFICE/FILIPPO ATTILI)
Caricamento player

Dal 1° luglio è iniziata la presidenza danese del Consiglio dell’Unione Europea, l’organo che detiene il potere legislativo insieme al Parlamento Europeo e che rappresenta i governi dei 27 paesi membri. L’incarico dura sei mesi e ha una certa importanza: il paese che detiene la presidenza pianifica e presiede le riunioni del Consiglio, e quindi in una certa misura può influenzarne il lavoro in base alle sue priorità.

È plausibile che la Danimarca cerchi di promuovere politiche più restrittive sull’immigrazione, in linea con la posizione ostile del suo governo sul tema. È un po’ un controsenso: la prima ministra della Danimarca è Mette Frederiksen, del partito Socialdemocratico, e dal 2022 il suo governo è sostenuto da un’ampia coalizione composta da centrodestra e centrosinistra. Dal 2019 aveva governato con una coalizione di centrosinistra.

Da anni la politica danese adotta un approccio molto duro verso l’immigrazione, che di fatto è diventato un modello per la destra. Negli ultimi anni il numero di persone che hanno ottenuto diritto d’asilo in Danimarca è assai diminuito, e nel 2021 il parlamento approvò una legge molto controversa che aveva l’obiettivo di bloccare del tutto l’arrivo di migranti nel paese, tra le altre cose.

In questo senso la Danimarca potrà contare su un ampio sostegno: molti altri governi europei sono a favore di misure più dure per contenere i flussi migratori, e alcuni hanno lodato proprio l’esempio del governo Frederiksen.

Per esempio il governo della Germania: il cancelliere Friedrich Merz in questo post su X ha definito la Danimarca «un esempio» per quanto riguarda le politiche migratorie, e ha aggiunto che la Germania vuole cooperare con la Danimarca a livello comunitario sul tema.

Alcuni diplomatici europei, rimasti anonimi, hanno spiegatoPolitico che la Danimarca potrebbe provare a convincere gli altri governi a sostenere l’apertura di centri per migranti in paesi esterni all’Unione Europea, sul modello di quanto fatto dall’Italia in Albania. È una proposta che almeno in parte è stata fatta anche dalla Commissione Europea, lo scorso marzo, e per la quale hanno mostrato interesse diversi governi conservatori, nonostante i molti problemi giuridici che hanno a lungo ostacolato il funzionamento dei centri italiani in Albania.

Le stesse fonti hanno parlato in modo un po’ generico anche di altri modi in cui la Danimarca potrebbe cercare di limitare l’immigrazione in Europa, tra cui chiedere alla Commissione Europea di rivedere la sua interpretazione delle convenzioni sui diritti umani per rendere più facile l’espulsione dei migranti.

Negli ultimi mesi Frederiksen ha sostenuto in varie occasioni la necessità che l’Unione Europea approvi regole più restrittive sull’accoglienza dei migranti. In parte questo è già stato fatto l’anno scorso, con una estesa riforma delle norme che regolano l’immigrazione e che ha introdotto regole più severe soprattutto per le persone migranti che arrivano in Europa dai paesi considerati “sicuri” (“sicuri” secondo criteri piuttosto controversi, stabiliti dagli stessi paesi d’accoglienza).

Mette Frederiksen e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

A fine maggio Frederiksen aveva guidato un gruppo di nove paesi nel firmare una lettera che chiedeva di rivedere l’interpretazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, sostenendo che questa limiti la capacità dei paesi che vi aderiscono di contrastare l’immigrazione irregolare. Insieme a Frederiksen l’iniziativa era stata sostenuta anche dalla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, che è leader del partito di estrema destra Fratelli d’Italia e quindi ha un orientamento politico ben diverso da quello della sua omologa danese.

«La sicurezza [europea] ha anche a che fare con la migrazione», ha detto Frederiksen in un breve messaggio video pubblicato per l’inizio della presidenza danese, sottolineando che «la migrazione rappresenta una sfida per l’equilibrio delle nostre società, e abbiamo bisogno di nuove soluzioni» per gestirla.

Oltre all’immigrazione, il governo danese ha detto di voler puntare sul rafforzamento della sicurezza dell’Unione, per esempio favorendo lo sviluppo dell’industria militare europea e il suo finanziamento, e sulle politiche ambientali. Ha aggiunto che sosterrà i negoziati per l’allargamento dell’Unione Europea ai Balcani occidentali, alla Moldavia e all’Ucraina (ma eventuali accordi sono comunque ancora lontani).