Le volte che il sospettato di Villa Pamphili era stato fermato dalla polizia, e lasciato andare
C'è un'indagine interna per capire se ci siano state delle mancanze da parte degli agenti

Francis Kaufmann, il cittadino statunitense detenuto in Grecia e sospettato di aver ucciso la bambina e forse anche la donna ritrovate il 7 giugno a Villa Pamphili a Roma, era stato fermato almeno tre volte dalla polizia nelle settimane precedenti al ritrovamento: la prima il 20 maggio e l’ultima il 5 giugno. Per capire se durante questi interventi ci siano state delle mancanze e se i protocolli di intervento siano stati applicati correttamente dagli agenti coinvolti il capo della polizia Vittorio Pisani e il questore Roberto Massucci hanno avviato una verifica interna.
Della ricostruzione precedente al ritrovamento dei corpi si stanno occupando anche giornali e trasmissioni televisive. Si tratta però di notizie ancora non del tutto chiare.
Il primo controllo è del 20 maggio, quando in via Giulia, non lontano da Campo de’ Fiori e su segnalazione di una commerciante, «veniva notato un uomo che, ubriaco e in stato di agitazione, strattonava la donna in sua compagnia (identificata dopo la morte come Anastasia Trofimova) e aveva al seguito una bambina», scrive Repubblica. Quella sera, agli agenti, Kaufmann aveva spiegato di essere un turista americano. Aveva detto anche che la bambina era sua figlia e che la donna era sua moglie. L’uomo sanguinava a causa di una ferita alla testa che aveva detto di essersi procurato cadendo per terra. Agli agenti aveva poi mostrato il passaporto e aveva spiegato che la moglie non aveva i documenti. Lei aveva detto di chiamarsi Stella. Una delle persone che avevano assistito alla scena aveva scattato una fotografia, inviata poi alla trasmissione Chi l’ha visto?.
L’ipotesi rispetto alle mancate conseguenze di questo intervento è che non siano stati rispettati i protocolli previsti dai casi di violenza contro le donne, compreso il cosiddetto “codice rosso”. Come si spiega per esempio nel “Prontuario operativo per i reati di violenza di genere e per l’approccio alle vittime particolarmente vulnerabili” dei Carabinieri, ci sono diversi momenti nei quali le forze dell’ordine possono venire in contatto con una vittima di violenza di genere e intervenire di conseguenza, anche sulla base di un sospetto. Uno di questi prevede che venga chiamato il 112, da parte della vittima stessa o anche da terze persone, e che sul posto venga inviata una pattuglia che dovrebbe fare una serie di verifiche e approfondimenti su quanto accaduto, sullo stato emotivo della presunta vittima, sulle condizioni psicofisiche del presunto autore della violenza e molto altro ancora. A maggior ragione se sul luogo sono presenti dei o delle minori.
Due ore dopo questo episodio sarebbe arrivata una nuova segnalazione da parte di un’altra persona che aveva visto le ferite alla testa di Kaufmann, e che l’aveva segnalato come molesto. Non è chiaro cosa sia accaduto durante questo secondo controllo, che non ha comunque avuto alcuna conseguenza, esattamente come il primo. Sempre Repubblica scrive che in quest’occasione sarebbe stata la donna a fornire una spiegazione agli agenti: «Si è ferito sbattendo contro un muro. È ubriaco», avrebbe detto.
Un terzo controllo è avvenuto il 5 giugno quando Kaufmann, visto insieme alla bambina ma senza la donna mentre trascinava un trolley nella zona di largo Argentina, è stato nuovamente avvicinato da una pattuglia, la stessa che lo aveva fermato in precedenza, precisa Repubblica: agli agenti, che poi lo avevano lasciato andare, avrebbe detto di essere un regista americano e che la moglie se n’era andata. La trasmissione Chi l’ha visto? ha mostrato la foto anche di questo momento: si vede Kaufmann con in braccio la bambina di fronte a tre poliziotti. Non è chiaro se gli agenti siano stati chiamati da qualcuno né perché abbiano avvicinato Kaufmann.
Si parla anche di un episodio avvenuto il 3 giugno, quando Francis Kaufmann sarebbe rimasto coinvolto in una rissa con un uomo nello Starbucks di piazza San Silvestro.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il titolare della caffetteria ha raccontato ai carabinieri di aver sentito delle urla, di essere andato a vedere che cosa succedesse e di aver trovato Kaufmann a terra con una ferita alla nuca: «Con lui c’erano una bambina e una donna di circa 30 anni che sembrava confusa. Ho provato ad aiutare entrambi ma lui, dopo essersi alzato a fatica, non ha voluto che chiamassi l’ambulanza e si è allontanato barcollando. Non so chi lo abbia colpito, mi hanno detto che litigava con un uomo che però era già andato via. Mi ha detto solo: “Qualcuno mi ha colpito”». Il titolare ha anche detto di aver provato a seguire Kaufmann che si allontanava a piedi e di aver detto a un suo dipendente di avvisare i poliziotti fermi poco distante dal bar: «Il mio dipendente mi disse che i poliziotti gli spiegarono che non potevano muoversi da lì». Il Corriere aggiunge che della lite del 3 giugno in cui Kaufmann rimase coinvolto esisterebbe anche un video.
Dopo il ritrovamento dei corpi, una donna e tre ragazzi hanno contattato la polizia per raccontare di aver visto nella zona di Villa Pamphili un uomo che teneva in braccio una bambina nella notte tra il 6 e il 7 giugno, intorno all’una e mezza. I testimoni hanno riferito che la bambina sembrava tenuta in modo «scomposto».