Nella pallavolo femminile l’Italia cambia ma continua a vincere
Il ricambio generazionale sta avvenendo non perché costretto dalle sconfitte ma in seguito alle vittorie: e sta funzionando

La Nazionale italiana femminile di pallavolo non perde una partita dal primo giugno del 2024. Da quel momento ne ha vinte 22 consecutive, comprese le 6 delle Olimpiadi di Parigi – concluse con una storica medaglia d’oro – e le recenti 8 con cui ha ottenuto in anticipo la qualificazione alle fasi finali della Volleyball Nations League. Di per sé, questo tipo di dominio è già una notizia: ma è ancora più rilevante che stia succedendo a fronte del contributo di diverse nuove giocatrici, con un ricambio generazionale che sta avvenendo non perché costretto dalle sconfitte – come avviene spesso negli sport di squadra – ma in seguito alle vittorie, allo scopo di proseguirle.
La Nations League è un torneo a cui partecipano le 18 migliori nazionali al mondo, e precede i Mondiali che si giocheranno dal 22 agosto al 7 settembre. L’Italia ha giocato finora 4 partite a inizio giugno in Brasile e altre 4 nei giorni scorsi a Hong Kong, vincendole tutte (ne farà altre 4 molto difficili a inizio luglio nei Paesi Bassi, ma è già sicura della qualificazione alla fase finale, in programma a fine luglio in Polonia). Nelle ultime 4 ha battuto Bulgaria, Thailandia, Giappone e Cina nonostante mancassero tre giocatrici importanti come la palleggiatrice Alessia Orro, la schiacciatrice Myriam Sylla e l’opposta Ekaterina Antropova, grazie anche all’apporto di nuove pallavoliste forti e promettenti che alle Olimpiadi non c’erano, o comunque avevano giocato poco.
L’allenatore Julio Velasco sta utilizzando la Nations League per metterle alla prova e capire quali di loro includere nel gruppo che giocherà i Mondiali. Per il momento hanno fatto vedere ottime cose, dimostrando di essere quantomeno alternative credibili alle titolari e, allo stesso tempo, quanto sia ormai organizzato e di alto livello il gioco della Nazionale, tanto da consentire alle nuove giocatrici di inserirsi al meglio.
In assenza della palleggiatrice titolare Alessia Orro, lasciata a riposo nelle ultime quattro partite, nel ruolo si sono alternate Carlotta Cambi e Chidera Eze. Cambi, alzatrice affidabile ed esperta, era stata la vice di Orro alle Olimpiadi ed è già ben introdotta al gioco della Nazionale. Eze invece ha 21 anni e ha appena finito la sua prima stagione in Serie A1 con la piccola squadra friulana del Talmassons, nella quale è stata molto apprezzata: di recente è stata infatti acquistata da Bergamo, dove giocherà la prossima stagione.
Nonostante la poca esperienza ad alti livelli, all’esordio Eze ha esibito già notevole personalità ed eccellenti abilità tecniche e tattiche, gestendo bene il gioco dell’Italia (la palleggiatrice è la giocatrice che alza la palla alle attaccanti dopo la ricezione, scegliendo ogni volta chi far schiacciare) e dando un contributo importante anche in difesa e in battuta. «Il talento di Eze è noto da diverso tempo a chi segue assiduamente le Under italiane», ha scritto Eurosport dopo la vittoria contro la Thailandia, «eppure ora comincia a sprigionarsi con costanza anche al piano superiore. A soli 21 anni, la nuova regista di Bergamo convince in tutto e per tutto». Non sarà semplice insomma, per Velasco, scegliere chi convocare ai Mondiali come palleggiatrice di riserva tra Cambi ed Eze.
In quella partita assieme a Eze è entrata come opposta, cioè colei che attacca dalla parte destra del campo, la ventiquattrenne Adhuoljok Malual, concludendo la partita con 10 punti totali. Di questi ne ha fatti 2 a muro e 8 in attacco, dove ha tenuto un’eccezionale percentuale di efficienza dell’80 per cento (cioè ha fatto punto con 8 delle 10 schiacciate tentate). Nel ruolo di opposta la concorrenza è ancora più alta, perché la titolare è Paola Egonu, una delle migliori pallavoliste al mondo, fenomenale anche in questa Nations League, e la prima riserva è Antropova, un’altra giocatrice di altissimo livello, che sarebbe titolare in quasi tutte le altre nazionali. Di recente però Antropova ha avuto qualche problema fisico, lasciando un po’ spazio a Malual, che è stata brava a sfruttarlo.
Oltre a Eze, c’era un’altra esordiente assoluta in queste partite, la ventunenne Stella Nervini, schiacciatrice di Chieri: il suo impatto è stato forse ancor più notevole e sorprendente. Nella vittoria per 3–2 contro il Giappone, la partita più difficile affrontata finora dall’Italia (ha vinto 19–17 al quinto set), Nervini ha fatto 15 punti, mostrando un’eccellente varietà di colpi in attacco, e ha retto bene anche in difesa e ricezione, cioè sugli attacchi e sulle battute avversarie. Anche contro la Cina ha giocato bene.
Il ruolo di schiacciatrice è quello che sta dando maggiori possibilità a nuove giocatrici, perché a parte Sylla, lasciata a riposo solo nelle recenti partite, rispetto alle Olimpiadi non c’è più Caterina Bosetti. Velasco ha scelto infatti di non convocarla, nonostante fosse molto importante, spiegando che «in quel ruolo bisogna lanciare giocatrici che possano farci fare un passo in più. Ci sono giocatrici che non hanno il peso che ha lei, ma se non le facciamo giocare non lo avranno mai». Tra le giovani schiacciatrici, Nervini è stata finora la più convincente, mentre hanno un po’ faticato Gaia Giovannini e Loveth Omoruyi, che pure sono da tempo considerate promettenti.
In questa Nations League ha giocato bene nel ruolo soprattutto Alice Degradi, che ha 29 anni e che sarebbe stata convocata già alle scorse Olimpiadi, se non si fosse infortunata poco prima: ai Mondiali con ottime probabilità lei e Sylla saranno le due schiacciatrici titolari. Non ci sarà invece Elena Pietrini, che ha rinunciato alla convocazione in Nations League così come Sara Bonifacio, Cristina Chirichella e Marina Lubian.
Le due centrali e il libero titolari sono piuttosto sicure (è difficile togliere il posto ad Anna Danesi, Sarah Fahr e Monica De Gennaro), ma questa Nations League è stata un’occasione anche per vedere in campo le alternative. Il libero Eleonora Fersino, che dall’anno prossimo giocherà a Milano, ha giocato contro il Giappone ed è stata precisa soprattutto in ricezione; la centrale Linda Nwakalor, 22 anni, è entrata contro Bulgaria, Thailandia e Cina (e in precedenza contro la Corea del Sud) e si è fatta notare con alcuni attacchi e muri decisivi.
All’inizio della stagione Julio Velasco aveva detto che, dopo un 2024 eccezionale, per la Nazionale quest’anno sarebbe stato più complicato, perché l’Italia parte come favorita e perché l’anno scorso in sostanza le era andato tutto bene: aveva dominato prima la Nations League e poi soprattutto le Olimpiadi senza incontrare grosse difficoltà. Anche per dare nuovi stimoli ed energie alla squadra, Velasco sta cambiando molto, alternando tante giocatrici finora con eccellenti risultati: la Nazionale non ha solo vinto tutte le partite, ma ha affrontato con consapevolezza e spirito di gruppo i momenti difficili che pure ci sono stati. Le prossime quattro, soprattutto quelle contro Serbia e Turchia, saranno ancor più provanti per le ambizioni di questa squadra.
L’allenatore dell’Italia sta nel frattempo portando avanti un ricambio generazionale graduale, per cominciare a pianificare il futuro con calma. A eccezione di Monica De Gennaro, che ha 38 anni ma è ancora il miglior libero al mondo, tutte le altre giocatrici sono nel pieno della loro carriera: Fahr ha 23 anni, Egonu e Orro 26, Danesi 29, Sylla 30. In vista non tanto dei prossimi Mondiali, ma delle Olimpiadi di Los Angeles del 2028, è probabile che alcune giocatrici cambieranno, e senza dubbio le pallavoliste più giovani che dovranno sostituirle beneficeranno dell’esperienza fatta in una Nazionale così forte.
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