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  • Sabato 21 giugno 2025

La partita più attesa delle finali NBA, quando c’è

La ”gara-7” che decide chi vince il titolo è sempre un evento: quella tra Oklahoma City Thunder e Indiana Pacers sarà la prima in nove anni

Un tiro di Larry Bird dei Boston Celtics in gara-7 delle Finals del 1984, vinte contro i Los Angeles Lakers (Focus on Sport/Getty Images)
Un tiro di Larry Bird dei Boston Celtics in gara-7 delle Finals del 1984, vinte contro i Los Angeles Lakers (Focus on Sport/Getty Images)
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Nella notte tra domenica e lunedì si giocherà la partita determinante delle finali NBA, il principale campionato maschile di basket nordamericano. Gli Oklahoma City Thunder e gli Indiana Pacers finora hanno vinto 3 partite a testa nella serie, che si vince arrivando per primi a 4 vittorie. Quindi le finali si decideranno a gara-7, la “bella”, un evento avvincente e imperdibile per gli appassionati. Sarà la ventesima volta su 79 che accade e solamente la quinta nel ventunesimo secolo.

È già piuttosto eccezionale il fatto che, dopo 82 partite di stagione regolare e oltre una ventina di playoff (22 a testa in questa stagione), si arrivi a una singola partita che stabilisce chi vincerà il titolo, questa volta peraltro tra due squadre che non l’hanno mai vinto prima d’ora, e che hanno avuto una stagione di altissimo livello, seppur in modo diverso. Inoltre, quasi sempre gara-7 delle finali NBA è stata una partita equilibrata, giocata al massimo dell’intensità da entrambe le squadre, e decisa nei minuti finali: è dal 1974 che viene vinta con meno di dieci punti di scarto (spesso molti meno).

L’ultima gara-7 prima di questa si giocò nove anni fa, alle finali del 2016 tra Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers, e fu storica. I Warriors venivano da una stagione regolare da record, conclusa con 73 vittorie e 9 sconfitte, avevano vinto il campionato l’anno precedente, lo avrebbero vinto nei due successivi ed erano, in sostanza, la squadra migliore del decennio, con uno stile di gioco destinato a rivoluzionare l’NBA.

I Cleveland Cavaliers invece non avevano mai vinto un titolo e in quella serie finale si trovarono in svantaggio per 3 partite a 1. Riuscirono però a vincere le due successive e infine la bella in casa di Golden State per 93-89, in una partita decisa negli ultimi due minuti da un canestro da 3 punti di Kyrie Irving e soprattutto, poco prima, da una stoppata di LeBron James su Andre Iguodala che sarebbe diventata assai famosa e ricordata.

«WOW!»

La prima gara-7 nella storia delle finali NBA si giocò invece il 21 aprile del 1951 tra i Rochester Royals e i New York Knicks. I Royals vinsero le prime tre partite della serie, i Knicks le tre successive. Nella bella vinsero per 79-75 i Royals (nella storia dei playoff NBA non è mai stato ribaltato un 3-0, del resto), che dopo vari cambi di città dal 1985 sono diventati i Sacramento Kings. Quello del 1951 rimane finora l’unico campionato vinto dalla squadra.

Le due squadre che si sono affrontate più volte in una gara-7 sono i Boston Celtics e i Los Angeles Lakers, che sono anche quelle con più campionati vinti, 18 e 17 rispettivamente, e che più volte hanno giocato contro nelle finali NBA, 12. Di queste 12, ben 5 sono finite a gara-7: nel 1962, nel 1966 e nel 1969, anni in cui le finali erano quasi sempre tra Celtics e Lakers, nel 1984, quando c’erano Larry Bird e Magic Johnson, e nel 2010, l’unica volta in cui vinse Los Angeles, 83-79, in una partita molto combattuta. Fu la prima sconfitta di Boston in una gara-7 delle finali NBA, dopo che ne aveva vinte sette.

L’unica vittoria dei Lakers in una gara-7 contro i Celtics, nel 2010, dopo una serie memorabile

Gara-7 è un evento unico e atteso perché è l’unica partita da cui si sa che uscirà certamente il vincitore, e richiama quindi molta più attenzione. Le altre quattro gare-7 delle finali NBA di questo secolo hanno avuto un aumento medio del 65 per cento nei telespettatori rispetto alle precedenti sei partite della serie, e l’NBA confida in questo per recuperare un po’ di pubblico, visto che queste finali sono state le meno viste degli ultimi vent’anni negli Stati Uniti, dove del resto l’NBA è sempre meno seguita (all’estero invece continua a crescere).

È accaduto non tanto per il livello di gioco, anzi sono state finali tra le più divertenti e incerte degli ultimi anni, quanto piuttosto perché né Thunder né Pacers sono squadre molto seguite in NBA. Vengono da città tutto sommato piccole come Oklahoma City e Indianapolis (entrambe con meno di un milione di abitanti) e nessuna delle due ha in squadra molte “superstar”, cioè giocatori molto forti e, soprattutto, famosi e affermati. Sono due squadre apprezzate però proprio per come sono riuscite ad arrivare fin qui, senza spendere un sacco di soldi, ma con idee e scelte brillanti.

Gli Oklahoma City Thunder erano già considerati i favoriti all’inizio delle finali, visto che erano stati la miglior squadra della stagione regolare (conclusa con 68 vittorie e 14 sconfitte), e lo sono anche per la partita di domenica notte, soprattutto perché la giocheranno in casa: la squadra di casa ha vinto finora 15 delle 19 gare-7 delle finali. È difficile però prevedere cosa succederà soprattutto con questi Indiana Pacers, che nei playoff sono andati spesso oltre i loro limiti, vincendo diverse partite con rocambolesche rimonte e dimostrandosi una squadra molto difficile da battere. Gara-7 si giocherà lunedì alle 2 di mattina (ora italiana).