Si vota anche per i ballottaggi delle comunali

In 13 comuni, tra cui i capoluoghi Matera e Taranto: in entrambi al primo turno aveva vinto il centrosinistra

Un seggio di Matera al primo turno delle elezioni amministrative, 25 maggio 2025 (ANSA)
Un seggio di Matera al primo turno delle elezioni amministrative, 25 maggio 2025 (ANSA)
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Domenica 8 giugno e lunedì 9 giugno in 13 comuni italiani si vota per il secondo turno delle elezioni amministrative. Quelli su cui c’è più attenzione sono Taranto e Matera, entrambi capoluoghi di provincia e dove quindi l’esito del voto ha più rilevanza sia a livello regionale che nazionale. Il ballottaggio è necessario perché al primo turno, il 25 e il 26 maggio, nei 13 comuni coinvolti nessun candidato sindaco aveva superato la soglia del 50 per cento dei voti. I seggi resteranno aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. In contemporanea in tutta Italia si tengono cinque referendum: uno sulla cittadinanza e quattro sul lavoro.

Oltre a Taranto e Matera, gli altri comuni in cui c’è il ballottaggio sono Cernusco sul Naviglio (Milano), Fiano Romano (Roma), Lamezia Terme (Catanzaro), Massafra (Taranto), Orta Nova (Foggia), Ortona (Chieti), Sant’Elpidio a Mare (Fermo), Saronno (Varese), Triggiano (Bari) e Volla (Napoli). Si vota al secondo turno anche nel piccolissimo comune di Bisegna, in provincia dell’Aquila, dove al primo turno c’erano 25 candidati sindaci – ed era già una notizia – e due di loro, Donato Buccini e Maurizio Conte, hanno ottenuto 83 voti ciascuno (Bisegna ha poco più di 200 abitanti).

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Sempre oggi e domani si tiene il primo turno delle amministrative in sette comuni della Sardegna: Nuoro, Oniferi, Monastir, Cardedu, Goni, Luras e Soleminis. L’eventuale ballottaggio per Nuoro sarà domenica 22 e lunedì 23 giugno, mentre negli altri comuni, che hanno meno di 15mila abitanti, vincerà il candidato che prenderà più voti al primo turno.

Chi vota al ballottaggio riceve una scheda con il nome e il cognome dei due candidati sindaci, sotto i quali ci sono i simboli delle liste collegate a ciascuno. Per votare basta fare un segno sul rettangolo in cui c’è scritto il nome del candidato, oppure sul simbolo di una lista a cui è collegato. Non è previsto il voto disgiunto: si sceglie cioè solo il candidato sindaco e non si esprimono preferenze sulle liste, come era possibile fare al primo turno. Il voto quindi è nullo se si barra il nome di un candidato sindaco e poi il simbolo di una lista che sostiene l’avversario.

A Matera sono candidati Roberto Cifarelli, di centrosinistra e sostenuto da una coalizione eterogenea di nove liste, e Antonio Nicoletti, del centrodestra. Cifarelli è consigliere regionale del Partito Democratico, mentre Nicoletti è un ingegnere e dirige la Fondazione Matera-Basilicata 2019. Al primo turno Cifarelli aveva preso il 43,5 per cento dei voti, staccando di oltre sei punti Nicoletti, che si era fermato a poco meno del 37 per cento.

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L’ultima settimana di campagna elettorale a Matera è stata piuttosto movimentata e contrassegnata da vari battibecchi tra i due candidati, che hanno un po’ scalzato l’attenzione dai temi principali della città (turismo e cultura, lavoro, welfare e trasporti). Una vittoria di Cifarelli potrebbe avere ripercussioni in Regione Basilicata, dato che è appoggiato anche da Azione, che in Regione fa parte della coalizione di maggioranza di centrodestra.

A Taranto invece la sfida è tra Piero Bitetti, del centrosinistra e che al primo turno aveva preso il 37,4 per cento dei voti, e Francesco Tacente, a capo di una coalizione di centrodestra e liste civiche (con il sostegno della Lega, che però non aveva messo il simbolo) che aveva ottenuto il 26,1 per cento. Nelle ultime due settimane Tacente ha ottenuto il sostegno dell’intero centrodestra, che a Taranto non esprime un sindaco da 19 anni. Bitetti invece è appoggiato, ma non in coalizione, dal Movimento 5 Stelle, che al primo turno sosteneva la candidata Annagrazia Angolano.

Il tema principale è ancora l’ex ILVA, il più grande impianto di produzione dell’acciaio in Europa, di cui da tempo si discute per via di enormi problematiche industriali, ambientali e sociali. Nessuno dei candidati si è detto favorevole alla sua chiusura, principalmente per una questione di consenso (ci lavorano più di 8.200 persone), e d’altronde la decisione spetta al governo, che da oltre un anno ha preso in gestione l’impianto in amministrazione straordinaria e vorrebbe venderlo alla società azera Baku Steel (ma è una questione complicata, per varie ragioni).

Al primo turno il centrosinistra aveva vinto nettamente a Genova, dove è stata eletta sindaca Silvia Salis, che a Ravenna, con Alessandro Barattoni.

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