Una serie comica sulla decostruzione della mascolinità

“Machos Alfa” è spagnola e ha avuto così successo che è stata adattata in vari paesi: oggi esce la versione italiana “Maschi veri”

(Netflix)
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Mercoledì esce su Netflix Maschi veri, l’adattamento italiano di Machos Alfa, serie comica spagnola prodotta da Netflix i cui protagonisti, quattro uomini bianchi di mezza età apparentemente uguali a tanti altri, si rivelano accomunati da una mentalità in vari modi maschilista e da una visione piuttosto retrograda delle relazioni di genere, e tentano goffamente di fare i conti con un mondo più femminista e consapevole che non asseconda più le loro aspettative.

Dall’uscita della prima stagione nel 2022 Machos Alfa ha avuto un grande successo di critica e pubblico in Spagna: nel 2024 la seconda stagione rimase al primo posto della classifica delle serie più viste su Netflix per tredici settimane, un periodo sorprendentemente lungo considerando la concorrenza e il rapido ricambio di titoli sulla piattaforma. Il successo si è poi esteso nei paesi latinoamericani di lingua spagnola, come Argentina e Perù. In Italia Netflix l’ha proposta ai suoi utenti soprattutto negli ultimi mesi, e le tre stagioni uscite finora sono state recensite perlopiù positivamente.

Machos Alfa si è inoltre rivelata molto adeguata per essere riproposta all’estero. A gennaio era già stata pubblicata su Netflix Super Mâles, l’adattamento francese della serie, seguita il mese dopo da Roosters, quello nederlandese. Maschi veri è quindi il terzo remake uscito quest’anno, e non sarà l’ultimo: prossimamente uscirà anche Alphamännchen, la versione tedesca.

La trama è infatti piuttosto lineare e facile da adattare, e la storia funziona bene un po’ ovunque perché è incentrata su un tema attuale, universale e che prescinde dal contesto geografico in cui viene ambientata, e cioè il modo spesso riluttante con cui alcuni uomini approcciano le questioni di genere.

I protagonisti della serie spagnola sono Pedro, Raul, Luis e Santi, quattro amici tra i quaranta e i cinquant’anni che, per motivi diversi, stanno vivendo una crisi personale e sentimentale, legata a varie fragilità tipicamente maschili.

Il primo viene licenziato dal canale televisivo per cui lavora a causa di una battuta sessista e finisce a farsi mantenere dalla moglie. Raul invece non riesce ad accettare che la sua compagna voglia avere una “relazione aperta”. Luis è in crisi con la moglie per un calo del desiderio sessuale; infine c’è Santi, che fatica a superare il divorzio dalla moglie Bianca nonostante i continui incoraggiamenti di sua figlia Alex a iniziare una nuova relazione.

Di puntata in puntata la loro consapevolezza sui rispettivi limiti aumenta gradualmente, e decidono addirittura di iscriversi a un corso sulla «decostruzione della mascolinità» per provare a capire quanto gli stereotipi di genere e i modelli tradizionali di maschilità abbiano influenzato le loro vite. Il percorso si rivelerà molto più complicato del previsto.

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Le tre stagioni di Machos Alfa uscite finora sono state accolte favorevolmente dal pubblico e da buona parte della critica, che ha apprezzato l’abilità con cui Alberto e Laura Caballero, gli sceneggiatori della serie, hanno costruito una comicità accessibile e convincente attorno a un argomento delicato come la crisi dei modelli di mascolinità tradizionali. I quattro protagonisti non sono infatti uomini deprecabili, estremi o grotteschi, ma persone comuni il cui maschilismo è radicato e culturale, ed emerge nelle piccole vicende che nella serie sono descritte in modo leggero e comico.

Come spesso succede quando si affrontano questi temi comunque Machos Alfa è stata analizzata e commentata minuziosamente dalla critica, che è arrivata a conclusioni anche molto diverse.

Per esempio il giornalista cinematografico Juan Roures ha detto a El País che, nonostante Machos Alfa venga spesso considerata una serie “femminista” e una sagace critica al patriarcato, in realtà non fa altro che ritrarre «quattro uomini convintamente machisti» in un modo tutto sommato «tenero e innocuo», provando a suscitare empatia nel pubblico anche quando compiono azioni discutibili. Al contrario, ha aggiunto Roures, in Machos Alfa i personaggi femminili sembrano «assolutamente insopportabili».

Secondo Roures, nella serie le donne non vengono mai mostrate come vittime di violenza o sopraffazione, e anzi, in molti casi sono loro stesse a esercitare forme di controllo, ricatto emotivo o manipolazione nei confronti degli uomini; questa inversione di ruoli però non viene proposta come una provocazione o una riflessione critica sulla realtà, bensì come una «negazione della violenza sessista», ha scritto Roures.

Secondo il sito di cultura e spettacolo Pajiba uno dei punti di forza della serie sono proprio i personaggi femminili, perché «sono stati rappresentati in modo altrettanto approfondito degli uomini, e i loro bisogni e desideri sono una parte integrante della narrazione».

In tutti gli adattamenti usciti finora la trama degli episodi è rimasta sostanzialmente fedele all’originale, con alcune differenze legate alle ambientazioni (la città di Machos Alfa è Madrid, mentre le controparti francese, nederlandese e italiana si svolgono rispettivamente a Parigi, Amsterdam e Roma), ai nomi e alle professioni dei personaggi e a qualche sviluppo narrativo. Un’altra caratteristica comune a tutte le versioni uscite finora è la scelta di attori piuttosto noti e con un’esperienza consolidata nella serialità televisiva: in Maschi veri i quattro protagonisti sono interpretati da Pietro Sermonti, Francesco Montanari, Maurizio Lastrico e Matteo Martari.

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