I dubbi sul secondo posto della cantante israeliana all’Eurovision

Diversi paesi hanno chiesto all'EBU di contare di nuovo i voti del pubblico, sostenendo che siano stati raccolti in maniera poco trasparente

La cantante israeliana Yuval Raphael con la bandiera del suo paese durante l'ultima serata dell'Eurovision a Basilea, 17 maggio 2025 (AP Photo/Martin Meissner)
La cantante israeliana Yuval Raphael con la bandiera del suo paese durante l'ultima serata dell'Eurovision a Basilea, 17 maggio 2025 (AP Photo/Martin Meissner)
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Diversi paesi europei, tra cui Irlanda, Spagna e Paesi Bassi, hanno espresso dubbi su validità e trasparenza del voto del pubblico all’ultima edizione dell’Eurovision Song Contest, con particolare riferimento al secondo posto di Israele. La nota competizione musicale seguita in tutto il mondo è stata vinta dal cantante austriaco JJ con “Wasted Love”, ma subito dopo è arrivata l’israeliana Yuval Raphael, che ha ottenuto piuttosto a sorpresa un numero altissimo di voti popolari. Alcuni paesi, come Francia e Irlanda, hanno chiesto un riconteggio; altri si sono detti preoccupati che il sistema attuale di voto del pubblico possa favorire manipolazioni ed essere sfruttato per scopi propagandistici, quando invece la manifestazione si dichiara apolitica.

Com’era già successo nel 2024, anche quest’anno la cantante israeliana in gara all’Eurovision era stata contestata con fischi e urla: la partecipazione di Israele alla gara è molto criticata per via dell’invasione della Striscia di Gaza e del fatto che, a pari condizioni verso l’Ucraina, nel 2022 la Russia venne esclusa.

Raphael è una sopravvissuta agli attacchi compiuti da Hamas in territorio israeliano il 7 ottobre del 2023, e prima del voto del pubblico con la canzone “New Day Will Rise” si era piazzata al 14esimo posto della classifica, con il massimo di 12 punti assegnato solo da una giuria, quella dell’Azerbaijan: grazie ai voti dati online, via SMS o sull’app dell’Eurovision, però, era balzata in testa.

In totale Raphael ha ottenuto 357 voti, di cui 297 del pubblico: più di ogni altro paese nella finale di sabato, e in generale una quantità molto alta (quelli ad averne ottenuti più di sempre sono stati gli ucraini Kalush Orchestra nel 2022, con 439 sui 468 totalizzabili). In particolare, Israele ha ottenuto 12 punti anche da parte del pubblico di paesi come Belgio, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito, mentre Irlanda e Finlandia gliene avevano dati 10.

Fan israeliani durante la performance di Yuval Raphael all’Eurovision, 17 maggio 2025 (AP Photo/Martin Meissner)

Il voto finale all’Eurovision viene determinato dalla somma di quello dato dalle giurie nazionali con quello del pubblico, diviso per singoli paesi, 39 in totale. In entrambi i casi il voto massimo è di 12 punti per paese. Mentre il voto delle giurie nazionali è stabilito da cinque persone del settore, quello del pubblico è l’espressione proporzionale di migliaia e migliaia di voti.

Tra le tv pubbliche che hanno chiesto un riconteggio dei voti all’European Broadcasting Union (EBU), l’ente che organizza il festival, c’è RTÉ, la rete nazionale irlandese. RTVE, la tv spagnola, ha a sua volta chiesto una «revisione completa» del sistema di votazione del pubblico per chiarire se ci siano state manipolazioni o interferenze esterne. Un portavoce della tv fiamminga VRT ha detto che l’azienda non ha motivi per pensare che il conteggio del televoto non sia stato fatto correttamente, ma ha chiesto all’EBU completa trasparenza, soprattutto rispetto al fatto che il sistema vigente rifletta correttamente l’opinione degli spettatori e degli ascoltatori.

Le regole dell’Eurovision prevedono che ogni persona possa votare fino a venti volte su ogni dispositivo, e questo a detta dei critici può contribuire ad avvantaggiare un paese che cerchi attivamente di influenzare i risultati. La tv finlandese YLE ha fatto sapere che chiederà «sicuramente» all’EBU se sia il caso di aggiornare queste regole, e di verificare se lascino spazio a possibili abusi.

L’EBU ha detto che nel voto del pubblico non ci sono state irregolarità e che i voti sono stati verificati in maniera indipendente. Il direttore generale dell’Eurovision, Martin Green, ha confermato di essere in contatto con le emittenti che hanno espresso critiche, e che l’EBU è disposta ad avviare una discussione più ampia per raccogliere segnalazioni. Ha tuttavia sostenuto che il sistema di raccolta voti sia «il più avanzato al mondo» e che venga controllato e verificato da «un gruppo enorme di persone per escludere qualsiasi tipo di voto sospetto o irregolare».

Intanto in questi giorni un’indagine ha evidenziato come un’agenzia governativa israeliana abbia sfruttato video e contenuti proposti su diverse piattaforme social per incoraggiare milioni di persone in decine di paesi a votare per la cantante israeliana, dando anche istruzioni su come votare fino a venti volte. In base all’indagine, anche le ambasciate israeliane in vari paesi esteri avevano rilanciato i video promozionali, incoraggiando le persone a votare venti volte per Raphael.

Incoraggiare il voto di un certo cantante di per sé non è illegale, ma i critici sostengono che campagne di questo tipo possano compromettere lo spirito della competizione e strumentalizzare il processo di voto per fini politici.

– Ascolta anche: L’inossidabile podcast del Post sull’Eurovision