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  • Domenica 18 maggio 2025

È probabile che in Portogallo finisca come l’ultima volta

Si vota per rinnovare il parlamento, che secondo i sondaggi sarà frammentato come prima: il centrodestra è favorito, ma poi si dovrà fare il governo

Un cartellone elettorale col volto di Luis Montenegro, 12 maggio 2025 (AP Photo/Armando Franca)
Un cartellone elettorale col volto di Luis Montenegro, 12 maggio 2025 (AP Photo/Armando Franca)
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Domenica in Portogallo si vota per rinnovare il parlamento. Sono elezioni anticipate, convocate dopo la caduta del governo di minoranza di Luís Montenegro, ma che stando ai sondaggi non risolveranno il problema che condiziona la politica portoghese da anni: la cronica instabilità dovuta a un parlamento senza una chiara maggioranza. Sono infatti le terze elezioni consecutive che vengono anticipate prima della fine naturale della legislatura.

Uno dei motivi è il sistema elettorale portoghese, un proporzionale, che favorisce quindi la rappresentatività a scapito della governabilità. Negli anni l’entrata in parlamento di molti partiti ha eroso i consensi delle forze politiche più tradizionali, forzando alleanze larghe o costringendo alla creazione di governi di minoranza, come nel caso di quello di Montenegro.

Un altro motivo, più rilevante per gli sviluppi politici recenti portoghesi, sono gli scandali che hanno fatto cadere i due ultimi governi.

Montenegro era stato accusato dall’opposizione di conflitto di interessi per il suo coinvolgimento in una società che aveva tra i propri clienti anche aziende che lavoravano col governo. Il primo ministro precedente, lo storico leader del partito Socialista Antonio Costa (oggi presidente del Consiglio europeo), si era dimesso dopo aver scoperto di essere indagato per corruzione. Le accuse contro Costa erano poi state archiviate sulla base di uno scambio di persona, ma ormai il presidente Marcelo Rebelo de Sousa aveva indetto nuove elezioni.

Quello del 2022 era stato l’ultimo governo non di minoranza e formato da un solo partito – i Socialisti – che aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento alle elezioni precedenti.

Un cartellone elettorale con il volto di Pedro Nuno Santos, del Partito Socialista, 12 maggio 2025 (AP Photo/Armando Franca)

I sondaggi dicono che il risultato del voto di domenica sarà simile a quello delle ultime elezioni (marzo 2024), che non aveva prodotto le condizioni per una maggioranza stabile. Secondo José Tomaz Castello Branco, professore di Scienze Politiche dell’Università Cattolica a Lisbona, «sarebbe il risultato più drammatico».

Alleanza Democratica, un’unione di centrodestra che include anche il Partito Socialdemocratico di Montenegro, è la favorita ed è data al 32%; è seguita dal Partito Socialista, di centrosinistra, che ha candidato Pedro Nuno Santos, e che è dato tra il 25 e il 26%. Il terzo partito è invece Chega!, di estrema destra, nazionalista e populista, al 17,6%.

Chega! era stata la sorpresa alle ultime elezioni, nel marzo del 2024: entrato in parlamento per la prima volta nel 2019, in poco tempo si era affermato come un partito con consensi molto solidi. Insieme a Iniziativa liberale (liberali, 6% nei sondaggi) e Livre (di sinistra, 4%), è uno di quei partiti che negli ultimi anni hanno cambiato la politica portoghese.

Attivisti del Blocco di Sinistra (partito politico a sinistra dei Socialisti) scrivono sui muri di Lisbona “Abbassare gli affitti”, 18 maggio 2025 (AP Photo/Armando Franca)

I sondaggi sono in linea con i risultati delle ultime elezioni. Alleanza Democratica aveva preso il 29,5%, i Socialisti il 28,6, Chega! il 18. In quel caso i Socialisti avevano preferito dare una specie di appoggio esterno a un governo di Montenegro che sarebbe stato di minoranza. L’obiettivo era evitare che Chega! entrasse nel governo.

A marzo però il governo di Montenegro era caduto per un voto di sfiducia sostenuto dal partito Socialista e da Chega!. È per questo che durante l’attuale campagna elettorale Nuno Santos (Socialista) ha preferito non sbilanciarsi sulla possibilità di ritentare la stessa soluzione del 2024 e appoggiare Alleanza Democratica: parlando di un possibile accordo ha detto, molto vagamente, «non lo respingo, ma non lo considero nemmeno». Anche Montenegro ha escluso di nuovo l’alleanza con l’estrema destra.