Il nuovo titolo di uno dei romanzi più famosi di Philip Roth
Adelphi ha sostituito “Lamento di Portnoy” con “Portnoy“ e basta, scatenando un piccolo caso, forse voluto

Venerdì al Salone del Libro di Torino sarà presentata la nuova edizione italiana di Portnoy’s Complaint, uno dei romanzi più celebri di Philip Roth, scrittore americano di grande culto morto nel 2018. Lo scorso anno, infatti, con una delle operazioni editoriali più sorprendenti degli ultimi tempi, i diritti delle sue opere, fino a quel momento di proprietà di Einaudi, erano stati acquisiti dalla casa editrice milanese Adelphi.
Per la nuova edizione, però, Adelphi ha scelto di cambiare il titolo al romanzo che nella traduzione letterale di Einaudi era Lamento di Portnoy, e intitolarlo semplicemente Portnoy (che è il cognome del protagonista del romanzo, Alex Portnoy). Molti appassionati e addetti ai lavori non hanno apprezzato la scelta.

Portnoy, Adelphi, 2025
Adelphi aveva annunciato il cambio di titolo ad aprile, ma se ne sta parlando in questi giorni perché sabato sulla Lettura, l’inserto culturale del Corriere della Sera, è uscita una lunga intervista a Matteo Codignola, che ha curato la nuova traduzione del romanzo.
Per spiegare le ragioni dietro alla scelta di cambiare il titolo, Codignola cita la polisemia della parola inglese complaint, che in inglese vuol dire almeno quattro cose diverse: «una solenne lirica in onore di un amore non corrisposto, o perduto; un certo tipo di disturbo della personalità; una citazione in giudizio; e poi sì, anche la lagna dell’amico che si fa offrire un whisky e ti racconta come la sua signora si ostini a essergli incomprensibilmente infedele». Secondo Codignola la vecchia titolazione dava risalto soltanto a quest’ultimo significato, e di conseguenza finiva per «chiudere il titolo in una camicia di forza».
Codignola ha detto anche che il dibattito sul nuovo titolo era ampiamente prevedibile, perché «Roth è uno di quegli autori verso cui il pubblico finisce per avere, senza rendersene conto, un atteggiamento devozionale: se ne sente il lettore, ma anche il custode».
Sempre sulla Lettura, lo scrittore Emanuele Trevi ha invece criticato la scelta di Adelphi, definendola «insensata». «Sarebbe come tradurre le Elegie duinesi di Rainer Maria Rilke e poi intitolarle Duino: tutto si può fare, ma a che scopo?», ha scritto. Trevi ha aggiunto che la scelta di non citare la parola «lamento» non rispetterebbe le scelte dello stesso Roth, che a suo dire «ha assegnato al titolo indicazioni di significato essenziali».
In effetti, nel romanzo il protagonista Alex Portnoy racconta sotto forma di una lunga seduta psicoanalitica il suo malessere esistenziale, parlando diffusamente della frustrazione verso la sua famiglia, della rigidità della sua educazione religiosa ebraica e delle difficoltà legate alla sua sessualità e ai suoi desideri repressi. La tendenza a lagnarsi è insomma una caratteristica essenziale del personaggio, che peraltro mostra in più occasioni di esserne pienamente consapevole: «Non faccio che lamentarmi, mi ripugna praticamente tutto», dice a un certo punto nel romanzo, riconoscendo il suo costante malcontento e la sua incapacità di trovare soddisfazione. In Italia Lamento di Portnoy aveva ricevuto una certa attenzione negli ultimi anni anche per via dell’audiolibro che su Audible è letto dall’attore Luca Marinelli.
Il dibattito si è sviluppato anche sui social, dove la bolla dei creatori di contenuti che parlano di libri è molto vivace. In un video su TikTok Ilenia Zodiaco, youtuber e influencer molto seguita che si occupa di libri e mercato editoriale, ha definito la spiegazione di Codignola una «supercazzola». Secondo lei la scelta di Adelphi nasce dalla volontà di fare un’«operazione d’impatto» creando un po’ «di scalpore, di scompiglio», e ci è riuscita. L’obiettivo sarebbe stato generare una certa attenzione attorno alle nuove edizioni dei libri di Roth, cercando di renderle subito riconoscibili. Molti lettori infatti associano Roth alle celebri edizioni con le copertine bianche di Einaudi, e Adelphi avrebbe quindi cercato di segnare un distacco netto dalle precedenti pubblicazioni per marcarne la nuova identità. Anche secondo Zodiaco però il nuovo titolo si distanzia inutilmente dall’originale, e non sarebbe piaciuto all’autore.
Al di là delle critiche al titolo, Trevi – che ha letto in anteprima l’edizione di Adelphi – ha detto di avere apprezzato moltissimo la nuova traduzione di Codignola, che ha definito «efficacissima», e anche la nuova postfazione al romanzo.
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