Gérard Depardieu è stato condannato per aggressione sessuale
Nei confronti di due donne: è l'attore più famoso a essere stato accusato in Francia dall’inizio del movimento #MeToo

Gérard Depardieu, uno dei più celebri attori francesi, è stato condannato per aggressione sessuale da un tribunale di Parigi. Il processo avrebbe dovuto svolgersi a ottobre del 2024, ma era stato rinviato per motivi di salute dell’imputato ed era iniziato a marzo: due donne, una scenografa e un’assistente alla regia che hanno scelto di restare anonime, avevano accusato Depardieu di averle afferrate con violenza, di averle toccate in maniera inappropriata e di aver fatto commenti di natura sessuale sul loro conto sul set del film Les Volets verts. I fatti, identificati nel codice penale francese come aggressioni sessuali, risalivano al settembre del 2021. Depardieu, che non era presente in aula, si è sempre dichiarato innocente e il suo avvocato ha già detto che farà ricorso contro la sentenza.
Gérard Depardieu è stato condannato a 18 mesi di carcere con sospensione della pena, all’ineleggibilità per due anni e all’iscrizione nel registro degli autori di reati sessuali, strumento che viene utilizzato in Francia per prevenire la violenza maschile contro le donne e facilitare l’identificazione delle persone accusate o condannate. Durante la lettura della sentenza il presidente del tribunale ha detto che le dichiarazioni delle due donne, identificate con i nomi di fantasia Amélie e Sarah, sono state supportate da diverse testimoni dirette che hanno dichiarato di aver assistito in parte a quanto accaduto. Il giudice ha aggiunto inoltre di ritenere «non convincente né plausibile» la spiegazione data in aula da Gérard Depardieu, che ha affermato di aver afferrato una delle due donne a un’anca per non scivolare. Tale spiegazione dimostra «la volontà dell’imputato di adattarsi alle testimonianze ascoltate». L’attore è stato dichiarato colpevole per le aggressioni nei confronti di Amélie e di due episodi su tre nei confronti di Sarah. Per il terzo episodio denunciato da Sarah, che risale al 31 agosto del 2021, è stato assolto.
In aula, di fronte alle testimonianze delle donne che l’hanno accusato, Depardieu ha negato di aver commesso un’aggressione sessuale sostenendo che un’aggressione fosse «più grave» di quanto descritto dalle denuncianti. Ha anche aggiunto che lui appartiene «a un’altra epoca»: un’epoca, hanno replicato le parti civili, in cui le donne «non parlavano» e «non denunciavano» quando venivano molestate da un uomo.
L’accusa ha anche parlato di un processo in cui è andata in scena «un’apologia del sessismo»: durante le udienze l’avvocato di Depardieu, Jérémie Assous, ha attaccato ripetutamente le due denuncianti definendole «bugiarde» e «isteriche». Per le loro avvocate il processo è stato un «esempio perfetto» di vittimizzazione secondaria all’interno di un tribunale che avviene quando una donna che ha subito una violenza ne subisce un’altra da parte dei soggetti che non sono gli autori della violenza primaria. E la subisce proprio nel momento in cui sceglie di parlarne o di cercare aiuto per uscirne trovandosi a dover affrontare pregiudizi, domande inappropriate e commenti colpevolizzanti da parte di chi dovrebbe proteggerle e fare giustizia.
L’avvocato di Depardieu ha rivolto insulti misogini e sessisti anche alle avvocate delle due donne chiamandole «care amiche», «signorine», suggerendo loro di «andare a piangere da un’altra parte», definendo «isterica» la loro risata e «insopportabile» la loro voce.
In un editoriale pubblicato da Le Monde durante il processo, quasi 200 avvocate e avvocati hanno denunciato questa situazione: «Attaccare ripetutamente delle colleghe solo perché donne, adottare una strategia chiaramente sessista, violare il rispetto dovuto alla toga colpendo il loro sesso e/o genere, non deve mai trovare posto in un’aula di giustizia. La giustizia non può ignorare il mondo in cui vive. Un mondo in cui il maschilismo sta prendendo piede, e dove la lotta contro le disuguaglianze di genere richiede una vigilanza ancora più attenta e attiva (…) Una giustizia che tollera il sessismo in silenzio non è all’altezza delle sfide del presente».
Durante la lettura della sentenza il presidente del tribunale ha preso parola su questo e commentato l’atteggiamento dell’avvocato di Depardieu dicendo che «i diritti della difesa non possono giustificare dichiarazioni eccessive e umilianti che ledono la dignità delle persone»: ha dunque condannato Gérard Depardieu a versare ad Amélie e Sarah somme pari a 1.000 e 2.000 euro per la vittimizzazione secondaria che hanno subito. Le avvocate delle due donne, uscite dall’aula, hanno parlato di «una vittoria per le donne» e di una «lezione per tutti gli avvocati».
Durante il processo, oltre alle due denuncianti, hanno testimoniato anche altre quattro donne raccontando le aggressioni sessuali che dicono di aver subito da Depardieu tra il 2007 e il 2015. Hanno tutte parlato di «mani sul seno», di «mani nelle mutande» e anche del silenzio in cui si sono chiuse negli anni successivi: «Perché a vent’anni è difficile andare in un commissariato e sporgere denuncia contro il signor Depardieu», ha detto una di loro. Un’altra ha raccontato che quando respinse le aggressioni dell’attore lui aveva insistito dicendole: «Ma come? Pensavo volessi fare carriera nel cinema».
Depardieu è il più famoso attore a essere stato accusato in Francia dall’inizio del movimento #MeToo, cominciato nel 2017 sulla scia di quello statunitense e diventato un caso nel 2019, dopo la denuncia dell’attrice Adèle Haenel contro il regista Christophe Ruggia. Depardieu fu denunciato per stupro nel 2018 da Charlotte Arnould, attrice e ballerina al tempo ventiduenne, e da allora più di venti donne l’hanno accusato di stupro, aggressione sessuale o molestie. In sei lo hanno denunciato (finora due procedimenti sono stati archiviati per prescrizione, per un altro la procura ha chiesto il rinvio a giudizio), mentre le altre hanno raccontato le loro esperienze a testate come Mediapart, che per prima si è occupata del caso.
Depardieu ha 76 anni ed è stato per decenni il volto più riconoscibile del cinema francese. Ha recitato in oltre 200 film, ha lavorato con molti dei maggiori registi francesi e internazionali, è stato candidato all’Oscar ed è il secondo attore della storia del cinema francese per incassi dei film (il primo è il comico Louis de Funès, attivo soprattutto negli anni Sessanta e Settanta). Negli anni si è fatto notare anche per le sue frequentazioni con vari personaggi politici discussi, come il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov. Nel 2013 ha accettato la cittadinanza onoraria russa da Vladimir Putin.
Il suo caso è considerato uno dei più rappresentativi del movimento #MeToo francese, non solo per le numerose accuse molto simili che gli sono state rivolte per fatti che sarebbero avvenuti durante gran parte della sua carriera, ma anche per come una parte importante dell’industria cinematografica e della politica francese l’ha difeso.
Il pubblico ministero aveva chiesto che Gérard Depardieu venisse condannato a 18 mesi di carcere con sospensione della pena, sospensione subordinata a un periodo di 3 anni di libertà vigilata con obbligo di sottoporsi a un trattamento psicologico. Aveva inoltre richiesto, per l’attore, il pagamento di una multa pari a 20mila euro, due anni di ineleggibilità e l’iscrizione nel registro degli autori di reati sessuali. L’avvocato di Depardieu ne aveva invece chiesto l’assoluzione, sostenendo che a essere vittima di «molestie» e di un «complotto femminista» fosse proprio il suo cliente.