Il governo vuole che il 25 aprile venga festeggiato «con sobrietà»
Citando il lutto nazionale per la morte di papa Francesco, ma l'atteggiamento di Meloni verso la ricorrenza ha spesso causato polemiche

Martedì il Consiglio dei ministri ha indetto cinque giorni di lutto nazionale per la morte di papa Francesco. Includeranno quindi anche il 25 aprile, la festa della Liberazione dal nazifascismo, che il governo di Giorgia Meloni ha chiesto di festeggiare in maniera più sobria e meno vistosa del solito.
Rispondendo a una domanda proprio sulle celebrazioni del 25 aprile, il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci ha detto:
«Tutte le cerimonie sono consentite naturalmente, tenuto conto del contesto e quindi con la sobrietà che la circostanza impone a ciascuno».
Un’indicazione che è stata anche proposta nel comunicato stampa del Consiglio dei ministri, seppur senza alcun riferimento specifico alla festa della Liberazione: «per i giorni di lutto nazionale, invito a svolgere tutte le manifestazioni pubbliche in modo sobrio e consono alla circostanza».
La morte del papa è di certo un evento eccezionale, ma da molti anni Meloni e i suoi alleati politici si mostrano tiepidi (quando non esplicitamente distanti) verso l’anniversario della Liberazione. Meloni è la leader di Fratelli d’Italia, il partito di estrema destra erede del Movimento sociale italiano, fondato nel 1946 da ex fascisti e membri della Repubblica sociale italiana.
L’atteggiamento ambiguo di Meloni e dei suoi collaboratori verso le celebrazioni del 25 aprile crea spesso polemiche. L’anno scorso, durante le celebrazioni all’altare della Patria, Meloni condannò genericamente «tutti i regimi totalitari e autoritari», in quello che fu interpretato come un tentativo (non nuovo) di equiparare il regime fascista ad altri regimi senza riconoscerne le specificità storiche e politiche. Sempre Meloni (e molti altri della sua parte politica prima di lei) è stata duramente criticata per il suo rifiuto di utilizzare la parola “antifascista”.
Due anni fa Ignazio La Russa, presidente del Senato e alleato politico di lunga data di Meloni, fu molto criticato quando disse che non c’è nessun riferimento all’antifascismo nella Costituzione, che venne scritta all’indomani della Liberazione da un gruppo di deputati e deputate di vari partiti ma trasversalmente animati da sentimenti antifascisti.
Martedì Meloni ha comunque fatto sapere che parteciperà alle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Liberazione, sempre all’altare della Patria.