La lettera di Giorgia Meloni sul 25 aprile

L'ha scritta al Corriere per celebrare la sua prima Liberazione da presidente del Consiglio, e rispondere alle polemiche degli scorsi giorni

(ANSA/ FILIPPO ATTILI - UFFICIO STAMPA)
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Martedì la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha pubblicato sul Corriere della Sera una lettera per celebrare il 25 aprile, la festa della Liberazione dal nazifascismo. Per Meloni è la prima celebrazione da quando è capo del governo, e nella lettera cerca sia di spiegare l’importanza che questa festa rappresenta per lei sia di allontanare alcune polemiche che c’erano state negli scorsi giorni per via degli atteggiamenti ambigui di diversi membri del governo sulla festa.

In particolare aveva fatto molto discutere il fatto che la scorsa settimana in parlamento si fossero votate due mozioni sul 25 aprile, una della maggioranza e una dell’opposizione. Ci si aspettava che entrambe venissero approvate con un’ampia maggioranza, ma questo non era avvenuto perché la mozione della maggioranza non citava mai la parola “antifascista”, e quindi i partiti di opposizione si erano astenuti o avevano votato contro.

Le polemiche erano aumentate dopo che domenica Gianfranco Fini, ex presidente della Camera ed ex leader di Alleanza Nazionale, in un’intervista in tv aveva invitato Giorgia Meloni «a cogliere anche questa occasione del 25 aprile per dire senza ambiguità […] che la destra italiana i conti con il fascismo li ha fatti fino in fondo e senza infingimenti quando è nata Alleanza Nazionale».

Queste polemiche si devono anche al fatto che per la prima volta quest’anno al governo c’è una coalizione di destra, di cui alcuni esponenti si sono mostrati in varie occasioni nostalgici del fascismo. Peraltro il partito di Meloni, Fratelli d’Italia, nasce dallo scioglimento di Alleanza Nazionale, che a sua volta era stata fondata nel 1995 dopo la fine del Movimento Sociale Italiano (MSI), il partito fondato nel 1946 da ex fascisti e membri della Repubblica Sociale Italiana, e che per quasi cinquant’anni fu il principale partito di estrema destra d’Italia.

Nella lettera Meloni ha risposto a queste polemiche dicendo che la destra italiana ha superato il passato fascista ormai da tempo, anche se non ha mai usato la parola “antifascista”. «Da molti anni infatti, e come ogni osservatore onesto riconosce, i partiti che rappresentano la destra in Parlamento hanno dichiarato la loro incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo», ha scritto.

In un altro passaggio notevole, Meloni ha scritto che «il frutto fondamentale del 25 Aprile è stato, e rimane senza dubbio, l’affermazione dei valori democratici, che il fascismo aveva conculcato e che ritroviamo scolpiti nella Costituzione repubblicana». “Conculcare” significa calpestare o violare.

A proposito delle critiche ricevute in questi giorni, soprattutto dai partiti di sinistra, ha scritto anche che «l’obiettivo di quanti, in preparazione di questa giornata e delle sue cerimonie, stilano la lista di chi possa e di chi non possa partecipare» alle celebrazioni del 25 aprile «è usare la categoria del fascismo come strumento di delegittimazione di qualsiasi avversario politico: una sorta di arma di esclusione di massa».

Ha poi ricordato un discorso dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, tenuto il 25 aprile del 2009 a Onna, città in provincia dell’Aquila duramente colpita dal terremoto. In quell’occasione Berlusconi celebrò i valori della Resistenza ma propose anche di superare le contrapposizioni politiche trasformando la festa della Liberazione in «festa della libertà». Meloni ha definito quello di Berlusconi «un auspicio che non solo condivido ma che voglio, oggi, rinnovare, proprio perché a distanza di 78 anni l’amore per la democrazia e per la libertà è ancora l’unico vero antidoto contro tutti i totalitarismi. In Italia come in Europa».

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