La Corte d’appello ha confermato l’ergastolo per i genitori di Saman Abbas

Ha condannato alla stessa pena anche i due cugini che in primo grado erano stati assolti, e dato 22 anni allo zio

Il padre di Saman, Shabbar Abbas, arriva alla Corte di Assise di appello del Tribunale di Bologna (ANSA/ Michele Lapini)
Il padre di Saman, Shabbar Abbas, arriva alla Corte di Assise di appello del Tribunale di Bologna (ANSA/ Michele Lapini)
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La Corte d’Assise d’appello di Bologna ha confermato l’ergastolo per i genitori di Saman Abbas, la 18enne pakistana che scomparve a Novellara (Reggio Emilia) nell’aprile del 2021. Ha inoltre condannato all’ergastolo i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, che in primo grado erano stati assolti. Lo zio Danish Hasnain è stato condannato a 22 anni di carcere, anziché i 14 che gli erano stati dati in primo grado. La procura generale aveva chiesto l’ergastolo per tutti e cinque gli imputati.

Il corpo di Abbas fu ritrovato il 29 novembre 2022, più di un anno dopo la sua scomparsa, in un casolare. Il padre Shabbar Abbas e la madre Nazia Shaheen sono stati ritenuti colpevoli di avere ordinato la sua uccisione e gli altri parenti di averla eseguita materialmente e per soppressione del cadavere, con le aggravanti di premeditazione e motivi abietti o futili. Nel 2021 la sparizione di Abbas era stato uno dei casi di cronaca più seguiti in Italia. Secondo la tesi dell’accusa Abbas fu uccisa perché aveva rifiutato un matrimonio combinato con un uomo residente in Pakistan.

Prima di essere uccisa Abbas era stata per un periodo ospite in una struttura gestita dai servizi sociali nel bolognese. L’11 aprile del 2021 aveva deciso di lasciare la comunità educativa per tornare a casa dei genitori, forse per chiedere di riavere i suoi documenti. Il 5 maggio, quando i carabinieri erano andati a casa di Abbas per concordare una nuova sistemazione con i servizi sociali, non avevano però trovato nessuno. Tutta la famiglia aveva lasciato l’Italia tranne il fratello piccolo di Saman, affidato a conoscenti.

È stato proprio attraverso il racconto del fratello, l’acquisizione dei video di sorveglianza dell’azienda agricola in cui lavorava il padre della ragazza e in cui si trova la casa dove viveva la famiglia, e il racconto del fidanzato della ragazza, Saqib Ayub, osteggiato dai genitori e dagli altri parenti, che gli investigatori si convinsero che la ragazza era stata uccisa. Un video del 29 aprile alle 19:15, un giorno prima della scomparsa, mostra lo zio e i due cugini della ragazza andare verso i campi con una pala e un piede di porco.

Sia il padre che la madre sono stati arrestati in Pakistan ed estradati in Italia rispettivamente nel settembre del 2023 e nell’agosto del 2024 (durante il primo processo la madre di Abbas era infatti ancora lì).