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  • Lunedì 21 novembre 2022

Cosa sappiamo del probabile ritrovamento del corpo di Saman Abbas

Sarebbe stato lo zio, sospettato di essere l'esecutore materiale dell'omicidio, a indicare ai carabinieri il luogo dove cercare

I carabinieri bloccano la strada dove è stato ritrovato il cadavere, nel comune di Novellara, in provincia di Reggio Emilia (ANSA/ CARABINIERI)
I carabinieri bloccano la strada dove è stato ritrovato il cadavere, nel comune di Novellara, in provincia di Reggio Emilia (ANSA/ CARABINIERI)
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La procura di Reggio Emilia ha depositato alla Corte d’assise una richiesta urgente di incidente probatorio per poter riesumare il corpo trovato in un casolare diroccato nelle campagne di Novellara e che si presume sia quello di Saman Abbas, la ragazza di origine pachistana scomparsa alla fine di aprile del 2021. L’incidente probatorio è il procedimento con cui si anticipa e si acquisisce la formazione di una prova (in termini legali si dice “cristallizzare”) emersa durante le indagini, e prima del processo vero e proprio. Per la scomparsa della ragazza ci sono cinque indagati, sospettati di omicidio. Inoltre il processo è già stato fissato: la prima udienza sarà il 10 febbraio 2023.

Secondo il pubblico ministero che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per cinque imputati, Saman Abbas fu uccisa dai familiari perché si rifiutava di sottostare a un matrimonio combinato in Pakistan e, nonostante la disapprovazione dei genitori, continuava ad avere una relazione con un ragazzo di origine pachistana residente in Italia. 

L’esumazione del corpo dovrà avvenire davanti ai periti nominati sia dalla procura sia dagli avvocati difensori degli indagati sia dai legali delle parti civili. Le parti civili al processo (quelle cioè che si qualificano come danneggiate dal reato) saranno l’associazione Penelope, che assiste i parenti delle persone scomparse, il fratello minore di Saman Abbas, la sindaca di Novellara, Elena Carletti, e l’Unione delle comunità islamiche in Italia. 

L’incidente probatorio dovrà essere notificato anche a Shabbar Abbas, il padre di Saman, che è stato arrestato alcuni giorni fa in Pakistan e che giovedì comparirà davanti a un giudice locale. È possibile che passino quindi alcuni giorni prima di poter procedere all’esumazione.

Davanti ai periti delle parti, verrà anche effettuato il prelievo del DNA per identificare con certezza a chi appartenga il corpo ritrovato. Non sembrano però esserci dubbi: a portare gli inquirenti nel casolare diroccato sarebbe stato, venerdì scorso, Danish Hasnain, zio della ragazza, detenuto in Italia e sospettato di essere stato l’esecutore materiale dell’omicidio.

Hasnain avrebbe indicato esattamente dove scavare. Secondo fonti investigative che però non sono confermate, a convincere lo zio a indicare il luogo della sepoltura della ragazza sarebbe stata la possibilità di avere sconti di pena, anticipando le rivelazioni che avrebbe potuto fare il padre, arrestato in Pakistan.

Hasnain ha portato i carabinieri nel casolare diroccato in Strada Reatino, nel comune di Novellara. Il corpo è due metri sotto terra: il punto in cui la ragazza è sepolta era stato coperto con detriti e mattoni. A quanto risulta dagli atti depositati in procura, il casolare diroccato era già stato controllato prima dell’estate. Nella zona erano stati portati i cani cosiddetti Hrd, Human remains detection, specializzati nella ricerca di cadaveri. Le macerie accumulate nel casolare avrebbero però impedito alle unità cinofile di fiutare la presenza del corpo. 

Il casolare, che è pericolante, è stato per ora messo in sicurezza ed è stato coperto nel caso dovesse piovere prima dell’esumazione. 

In questi giorni è stato anche reso noto il contenuto dell’intercettazione di una conversazione del 6 giugno 2021 tra il padre di Saman Abbas, in Pakistan, e il fratello Fakhar, rimasto in Italia. Al telefono Shabbar Abbas avrebbe detto, commentando la notizia delle ricerche del corpo della figlia da parte dei carabinieri: «Com’è uscita questa cosa? Chi è stato? Sapevate voi due (Fakhar e un’altra persona, ndr) e sapevamo noi cinque». Secondo la procura di Reggio Emilia, con «noi cinque» Shabbar Abbas intendeva se stesso, la moglie Nazia Shaheen, il fratello Danish Hasnain e i due cugini di Saman, Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq.

Shabbar Abbas è detenuto in Pakistan, i due cugini e lo zio sono in carcere in Italia mentre l’unica ancora latitante è la madre di Saman. Tutti e cinque devono rispondere di omicidio e soppressione di cadavere.