La storia della ragazza pakistana scomparsa vicino a Reggio Emilia

Saman Abbas si era opposta a un matrimonio combinato dalla sua famiglia: un'ipotesi è che sia stata uccisa e sepolta vicino a casa

(Fermo immagine di un servizio della Gazzetta di Reggio, YouTube)
(Fermo immagine di un servizio della Gazzetta di Reggio, YouTube)

Da alcune settimane i carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia e della Compagnia di Guastalla stanno indagando sulla scomparsa di Saman Abbas, una ragazza pakistana di 18 anni di cui non si hanno notizie da più di 20 giorni. Le immagini di alcune telecamere di sorveglianza e il fatto che la sua famiglia sia tornata tutta insieme e in fretta in Pakistan stanno rafforzando il sospetto che la ragazza possa essere stata uccisa e sepolta nei campi dell’azienda agricola dietro casa, dove suo padre lavorava da anni, a Novellara, una ventina di chilometri a nord di Reggio Emilia.

È un’ipotesi che secondo la procura potrebbe essere collegata al fatto che lo scorso dicembre Abbas avesse denunciato il tentativo dei suoi genitori di organizzare un matrimonio combinato.

ANSA ha scritto che le immagini di videosorveglianza esaminate in questi giorni mostrano tre persone non ancora identificate che attorno alle 19.15 dello scorso 29 aprile vanno «con due pale, un secchio con un sacchetto azzurro, un piede di porco e un altro strumento da lavoro» nei campi sul retro dell’abitazione di Abbas. Le stesse tre persone sono riprese mentre ripassano sotto le telecamere di sorveglianza pochi minuti prima delle 22. In questi giorni i carabinieri stanno cercando il corpo della ragazza negli stessi campi.

Inizialmente la scomparsa di Abbas era stata trattata come una possibile fuga o un possibile sequestro. Secondo alcune persone che conoscevano la famiglia e sono state sentite dal Corriere della Sera, Abbas non usciva quasi mai di casa e i genitori le impedivano anche di andare a scuola. Lo scorso dicembre, invece, si era opposta al tentativo dei genitori di organizzare un matrimonio combinato con un suo cugino in Pakistan e per questo aveva denunciato i genitori alla polizia. Da allora era stata ospite di una struttura gestita dai servizi sociali nel bolognese.

L’11 aprile Abbas aveva deciso di lasciare la comunità educativa per tornare a casa dei genitori, forse per chiedere di riavere i suoi documenti. Il 5 maggio, quando i carabinieri erano andati a casa di Abbas per concordare una nuova sistemazione con i servizi sociali, non avevano però trovato nessuno: negli stessi giorni i genitori erano tornati di fretta in Pakistan, sostenendo che dovessero prendersi cura di una parente malata e dicendo che la figlia non fosse con loro. Il Corriere ha scritto che la ragazza è stata vista per l’ultima volta tra il 20 e il 25 aprile.