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  • Mercoledì 16 aprile 2025

La migliore scuderia di Formula 1 non sa quale sia il suo migliore pilota

Dopo quattro gare alla McLaren resta un dubbio: puntare più su Lando Norris o su Oscar Piastri?

Lando Norris, 25 anni (a sinistra), e Oscar Piastri, 24 (AP Photo/Shuji Kajiyama)
Lando Norris, 25 anni (a sinistra), e Oscar Piastri, 24 (AP Photo/Shuji Kajiyama)
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Si sono tenute quattro gare nel Mondiale di Formula 1, un sesto del totale, e finora la McLaren ha dimostrato di avere l’auto più veloce e due ottimi piloti per guidarla, l’inglese Lando Norris e l’australiano Oscar Piastri. Nella classifica costruttori, quella che somma i risultati dei piloti della stessa scuderia, ha totalizzato 151 punti; la Mercedes, seconda, ne ha 93, poi ci sono la Red Bull a 71 e la Ferrari a 57. Norris e Piastri sono primo e secondo nella classifica piloti, separati da soli 3 punti, e per il momento non c’è ancora un evidente favorito tra i due. Tra esperti e appassionati si sta quindi cominciando a discutere se questa cosa per la McLaren sia più un vantaggio o uno svantaggio, almeno per quanto riguarda la corsa al titolo mondiale individuale, che il team inglese non vince dal 2008, con Lewis Hamilton.

La McLaren è una delle scuderie più prestigiose e vincenti della Formula 1, ma tra gli anni Dieci e l’inizio degli anni Venti ha attraversato forse il periodo più complicato della sua storia, nel quale non è mai riuscita a essere competitiva. Le cose hanno cominciato a cambiare un paio di anni fa, grazie a una serie di scelte azzeccate nello staff (come quella del team principal, Andrea Stella, che aveva lavorato in Ferrari tra il 2000 e il 2015, e dei due promettenti piloti), alla vasta disponibilità economica data in buona parte dal fondo sovrano del Bahrein e soprattutto alla capacità di aggiustare la macchina a stagione in corso per renderla sempre più performante.

L’anno scorso da metà campionato in poi le due McLaren sono diventate le auto più veloci in pista. Non è bastato per vincere il Mondiale piloti, perché Max Verstappen della Red Bull aveva accumulato un vantaggio sufficiente nella prima parte di stagione, ma la McLaren ha vinto il suo primo titolo costruttori dal 1998 e i suoi due piloti sono arrivati secondo (Norris) e quarto (Piastri) in classifica.

Non essendoci stati grossi cambiamenti regolamentari tra una stagione e l’altra, all’inizio di questa quasi tutti gli esperti davano per favorita la McLaren nel Mondiale costruttori 2025, e in molti ritenevano Norris il più probabile vincitore del titolo piloti. Nonostante Piastri fosse considerato già un eccellente pilota, e avesse già fatto vedere di poter vincere delle gare, la gerarchia tra lui e Norris sembrava infatti abbastanza definita, anche perché Norris finora aveva ottenuto risultati migliori.

Questo inizio di stagione però potrebbe aver cambiato le cose: Piastri ha già vinto due gare su quattro, e solo a causa di un errore sul circuito bagnato di Melbourne, nel Gran Premio d’Australia poi vinto da Norris, non è al primo posto nella classifica piloti. In generale, è sembrato finora più in controllo dell’auto rispetto al suo compagno. Dopo lo scorso weekend, nel quale ha ottenuto la pole position e poi vinto la gara, Fox Sports ha scritto che «nelle mani di Piastri questa McLaren sembra in grado di affrontare chiunque, ovunque, in questa stagione» e che «Piastri è in ascesa, mentre Norris ha molto lavoro da fare per mettersi in pari».

In Formula 1 in teoria il gioco di squadra è vietato, cioè un pilota non può apertamente favorire il suo compagno di scuderia durante una gara, e la McLaren per il momento sta lasciando i suoi piloti abbastanza liberi di competere senza grosse indicazioni. Col passare delle gare però spesso avviene che una scuderia cominci, nelle scelte e nelle strategie di gara, a favorire il pilota dei due che ha maggiori possibilità di piazzarsi meglio in classifica; oggi è molto difficile dire se sarà Norris o Piastri.

Le McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri durante il Gran Premio del Giappone di quest’anno (Clive Mason/Getty Images)

Lando Norris ha 25 anni ed è alla settima stagione in Formula 1: ha sempre gareggiato con la McLaren. Oscar Piastri ha 24 anni e questa è la sua terza stagione in Formula 1. Sono entrambi piloti talentuosi, ma anche piuttosto diversi: «Lando è più veloce, Oscar è più bravo a gareggiare», ha sintetizzato di recente uno dei due speaker del podcast Pitstop, per spiegare che Norris è eccezionale nel giro veloce, ma Piastri si sta dimostrando più attento e calcolatore nei momenti decisivi della gara. Non a caso Norris finora ha ottenuto 10 pole position in Formula 1 ma ha vinto appena 5 gare, mentre Piastri ha vinto una sola gara in meno (4) ottenendo appena 2 pole.

Il fatto che Norris fosse identificato come il leader della McLaren a inizio stagione comunque era una questione non solo anagrafica e di esperienza, ma come detto anche di risultati, perché l’anno scorso in due terzi delle gare era arrivato al traguardo davanti a Piastri (nelle qualifiche addirittura per 20 volte su 24) e nel Mondiale si era classificato secondo dietro solo a Verstappen.

I risultati nei Gran Premi della scorsa stagione di Lando Norris, in arancione, e Oscar Piastri, in grigio (Formula 1 Points)

Nella Formula 1 quasi tutti riconoscono che Norris sia un pilota forte e veloce, ma in varie occasioni alcuni osservatori hanno espresso dubbi sulle sue possibilità di giocarsi il titolo, soprattutto per la sua gestione non sempre perfetta dei momenti di maggior tensione delle gare. Fino a un anno fa, quando ancora non aveva ottenuto nessuna vittoria in Formula 1 ed era arrivato per otto volte secondo, veniva soprannominato ironicamente Lando Nowins (Lando senza vittorie); ancora oggi gli si contestano errori cruciali e una scarsa attitudine al confronto, in uno sport ancora caratterizzato da una retorica del conflitto senza scrupoli (un aggettivo spesso usato per descrivere il campione del mondo Verstappen è spietato).

Sui giornali italiani ancora oggi si leggono cose come: «“Blando” [un altro soprannome non proprio esaltante] ha dimostrato in Bahrain che non era vero che soffriva Max Verstappen nei corpo-a-corpo. Soffre anche quasi tutti gli altri. Non stiamo parlando di un pilota scarso, tutt’altro. Parliamo però di un ragazzo che ha evidenti limiti caratteriali. Che vanno pesantemente ad incidere nel suo rendimento in pista». E ancora: «Nello spietato [!] mondo della Formula 1 quelli come lui finiscono stritolati».

Norris invece ha sempre rivendicato questa sua fragilità e ha più volte parlato della sua ambizione a diventare un pilota d’élite diverso dagli altri, discostandosi dall’idea precostituita su come dovrebbe essere un campione del mondo, cioè «eccessivamente aggressivo». In una recente intervista al Guardian ha ribadito questo concetto: «Credo ancora di poter essere un campione del mondo e di poterlo fare essendo una brava persona»; per la sua attitudine, Norris è un pilota molto apprezzato da tifosi e osservatori neutrali. Di contrasto Piastri, con il quale Norris per il momento si dice abbia un rapporto cordiale e una rivalità corretta, spesso viene presentato come un pilota aggressivo e implacabile, pronto ad approfittare dei tentennamenti di Norris.

Forse anche per questi dubbi su Norris la McLaren non ha iniziato il Mondiale attuale con indicazioni precise su chi fosse il primo pilota, che comunque è una cosa abbastanza comune nella Formula 1 di oggi. Mentre in passato con piloti come Michael Schumacher alla Ferrari era già chiaro sin da subito chi fosse il primo pilota, negli ultimi anni tutte le squadre più forti in genere hanno fatto valere la regola della pista, cioè stabilito chi fosse il primo pilota sulla base di chi va più forte e ottiene i risultati migliori nelle prime gare, ipotizzando però con buona certezza chi sarebbe stato, e col tempo migliorando l’auto in funzione del suo stile di guida (è il problema per cui alla Red Bull non trovano un compagno all’altezza di Verstappen).

Dopo le prime quattro gare invece alla McLaren ancora non ci sono gli elementi per avere le idee chiare su chi tra Norris e Piastri abbia maggiori possibilità di far vincere loro il Mondiale piloti.