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  • Mercoledì 9 aprile 2025

C’è un accordo per formare un governo in Germania

Oltre un mese e mezzo dopo le elezioni: come previsto sarà sostenuto dalla CDU e dall'SPD, e senza l'estrema destra di AfD

Olaf Scholz, leader dell'SPD e cancelliere uscente, e Friedrich Merz, leader della CDU (Michael Kappeler - Pool/Getty Images)
Olaf Scholz, leader dell'SPD e cancelliere uscente, e Friedrich Merz, leader della CDU (Michael Kappeler - Pool/Getty Images)
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Mercoledì è stato trovato e presentato un accordo per formare il nuovo governo della Germania, circa un mese e mezzo dopo le elezioni federali dello scorso 23 febbraio. Sarà sostenuto dai Cristiano-Democratici della CDU, il principale partito di centrodestra e quello che aveva vinto le elezioni, dalla CSU, il ramo bavarese del partito, e dai Socialdemocratici dell’SPD, il partito del cancelliere uscente Olaf Scholz che alle elezioni aveva ottenuto un pessimo risultato, risultando il terzo più votato.

L’accordo prevede che l’incarico di cancelliere, ossia il capo del governo, venga ricoperto da un membro della CDU: con tutta probabilità sarà il suo leader, Friedrich Merz. La data in cui il parlamento dovrebbe votare la sua elezione non è ancora stata decisa, ma è probabile che sarà all’inizio di maggio. È stato escluso dal governo il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), che invece era andato molto bene ed era arrivato secondo. Tutti i principali partiti però si sono sempre rifiutati di collaborare con AfD, in modo da non legittimare l’estrema destra facendola arrivare al governo.

L’accordo dovrà ora essere approvato dai tre partiti, ma ci si aspetta che succeda.

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I negoziati sull’accordo di coalizione si sono svolti a porte chiuse. I principali punti di confronto erano quelli relativi al sistema fiscale, al welfare e all’immigrazione, tema che era stato anche al centro della campagna elettorale. Durante i negoziati la CDU avrebbe indicato varie proposte molto restrittive sull’immigrazione come un elemento centrale di qualsiasi accordo di governo, creando vari scontri con i Socialdemocratici.

Alla fine l’accordo prevede delle restrizioni alle attuali leggi migratorie, fra cui principalmente l’eliminazione temporanea del diritto al ricongiungimento famigliare per i migranti che hanno ricevuto la protezione sussidiaria, una forma di protezione internazionale: in Germania prevede un permesso di soggiorno di un anno, prorogabile per altri due e fra le persone che ne godono ci sono moltissimi cittadini e cittadine siriani. Attualmente la legge tedesca permette l’ingresso di mille persone straniere al mese attraverso il ricongiungimento famigliare con persone che hanno ricevuto la protezione sussidiaria, una possibilità che ora la nuova coalizione vorrebbe eliminare per almeno due anni.

L’accordo include anche un capitolo sulla difesa che, oltre a proporre nuovi investimenti in linea con la recente decisione di aumentare la spesa militare, propone anche di introdurre un nuovo modello di servizio militare, inizialmente su base volontaria.

– Leggi anche: Lo storico voto in Germania per aumentare la spesa militare

Subito dopo l’annuncio dei risultati elettorali era chiaro che il futuro governo sarebbe stato sostenuto da un’alleanza tra CDU e SPD, cosa che tra l’altro è già successa molte volte in passato e non è quindi un’anomalia per la politica tedesca (molti dei governi dell’ex cancelliera Angela Merkel, della CDU, erano sostenuti anche dall’SPD). Nonostante il risultato deludente, i Socialdemocratici erano in una posizione di forza, dato che sono sostanzialmente l’unico partito oltre a AfD ad avere abbastanza seggi per garantire una maggioranza.

Per questo, i leader dei due partiti avevano subito iniziato a negoziare per arrivare a un accordo. I tempi sono stati accelerati anche dagli sviluppi degli ultimi giorni relativi agli enormi dazi imposti dal presidente statunitense Donald Trump, che stanno causando una grossa crisi economica e finanziaria.

All’opposizione ci saranno i Verdi e la sinistra della Linke. Come detto a loro si aggiunge AfD, che comunque rimane il secondo partito più rappresentato in parlamento, con 152 deputati su 630. La CDU/CSU ne ha 208 e l’SPD 120, per un totale di 328.