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  • Lunedì 7 aprile 2025

La prima Maratona internazionale in Corea del Nord dal 2019

Si è svolta domenica nella capitale Pyongyang: è uno dei pochi momenti in cui persone straniere possono interagire senza supervisione con gli abitanti locali

corridori davanti a un arco di trionfo in mezzo allo smog
La maratona internazionale di Pyongyang, in Corea del Nord, il 6 aprile 2025 (AP Photo/Jon Chol Jin)
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Domenica 6 aprile a Pyongyang, la capitale della Corea del Nord, si è svolta la prima Maratona internazionale dal 2019: più che per il suo valore sportivo l’evento è noto per essere una delle pochissime occasioni in cui persone straniere possono vedere la città e interagire con i suoi abitanti senza la stretta supervisione di una guida turistica. Domenica alla gara hanno partecipato circa 500 persone, tra cui più di 200 corridori stranieri, per lo più amatoriali.

Il turismo internazionale in Corea del Nord è estremamente limitato, e con la pandemia di Covid-19 il paese aveva introdotto altre restrizioni e vietato quasi del tutto gli ingressi (ci fu qualche eccezione per gruppi di turisti russi). All’inizio del 2025 gli ingressi di turisti stranieri sono parzialmente ricominciati, ma solo nella forma di viaggi di gruppo approvati dal regime del dittatore Kim Jong Un. Si vede solo quello che il governo vuole mostrare, si è sempre accompagnati da una guida e ci sono forti limitazioni sulle foto che si possono fare e sulle interazioni che si possono avere con la gente del posto.

I primi tour aperti agli occidentali, all’inizio dell’anno, non avevano incluso Pyongyang ma solo la provincia nordorientale di Rasong, priva di particolari attrattive turistiche. Sono stati chiusi improvvisamente dopo circa due settimane.

(AP Photo/Cha Song Ho)

La Maratona di Pyongyang prevedeva la classica corsa da 42 chilometri, la mezza maratona da 21 chilometri, una corsa da 10 chilometri e una da 5. Il percorso è stabilito dal governo nordcoreano e passa per i principali monumenti della città, fra cui l’arco di trionfo in onore di Kim Il Sung, il nonno di Kim Jong Un e fondatore del paese. Durante l’evento i controlli sono meno rigidi: i corridori possono provare a scambiare qualche parola con i tifosi ai lati del percorso e anche con i residenti, nei tratti più tranquilli. Praticamente è l’unico momento in cui gli stranieri possono girare per la città senza stretta supervisione e senza rischiare le dure conseguenze per i turisti che violano le regole del paese.

(AP Photo/Jon Chol Jin)

Prima della chiusura dei confini della Corea del Nord, nel 2020, la Maratona era un appuntamento piuttosto popolare fra gli appassionati del paese, e i partecipanti erano circa 900. Quest’anno sono stati meno anche perché le iscrizioni sono state aperte con molto poco preavviso. All’evento hanno partecipato persone provenienti da Russia, Cina, Regno Unito, Singapore, Portogallo, Francia, Germania, Australia, Spagna e Slovacchia. Non potevano invece iscriversi cittadini di Stati Uniti, Corea del Sud o Malaysia, paesi con cui la Corea del Nord ha rapporti pessimi.

L’evento includeva gare professionistiche e altre rivolte ai dilettanti. Nella prima categoria c’erano principalmente atleti nordcoreani: non sembra che l’evento avesse una grande attrattiva per gli sportivi internazionali. La maggior parte degli stranieri, fra cui c’erano molti più turisti e curiosi che veri corridori, ha corso nelle gare amatoriali. La maratona professionistica maschile e quella femminile sono state vinte da due atleti nordcoreani, rispettivamente Pak Kum Dong con un tempo di 2 ore, 12 minuti e 8 secondi e Jon Su Gyong, con 2 ore, 25 minuti e 48 secondi (per avere un’idea, alle Olimpiadi estive di Parigi 2024 il vincitore della maratona maschile l’ha conclusa in circa 2 ore e 6 minuti, quella femminile in 2 ore e 23 minuti).

– Leggi anche: Cosa si vede nei tour organizzati in Corea del Nord, raccontato da chi c’è stato