Salvini sta provando ad avere Elon Musk al congresso della Lega

È previsto un suo intervento da remoto, che se confermato sarebbe un altro segno che il riferimento nel governo italiano non è più Meloni

Foto di Salvini in primo piano
Matteo Salvini a Roma il 20 marzo 2025, per la riapertura del ponte dell'Industria (Cecilia Fabiano/LaPresse)
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Sulla scaletta degli interventi previsti per il congresso della Lega, che si svolgerà a Firenze sabato e domenica prossimi, c’è anche il nome di Elon Musk. È un documento ancora provvisorio, e suscettibile di cambiamenti, dicono i dirigenti del partito impegnati nell’organizzazione dell’evento. Ma al momento nello staff del leader Matteo Salvini c’è ottimismo, e sembra molto probabile che il proprietario di X, amministratore delegato di SpaceX e Tesla, invierà un breve videomessaggio di saluto a Salvini e ai 725 delegati (segretari regionali e provinciali, parlamentari nazionali ed europei e amministratori locali) che si riuniranno alla Fortezza da Basso per riconfermare l’attuale leader come segretario federale.

Della cosa si è occupato Andrea Stroppa, l’esperto informatico romano e referente italiano di Musk. Stroppa ha fatto da tramite tra Musk, che attualmente è anche un esponente importante dell’amministrazione statunitense di Donald Trump, e Salvini. L’opera di mediazione è iniziata circa tre settimane fa, dopo giorni tribolati tra Stroppa e il governo di Giorgia Meloni intorno alla questione di Starlink. In quei giorni erano emersi con chiarezza i ripensamenti di Fratelli d’Italia sull’opportunità di definire un accordo con SpaceX per affidare all’azienda di Musk i servizi di telecomunicazione satellitare in ambiti istituzionali e militari.

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Musk, stando a quanto riferiscono i suoi collaboratori italiani, si era sentito tradito da Meloni, che nei mesi precedenti era sembrata invece molto determinata su quel piano. E in quella fase, Stroppa aveva deciso di consolidare i rapporti con Salvini dandogli fiducia. I due si erano sentiti spesso, e contestualmente Salvini aveva ripreso a scambiarsi qualche messaggio (anche pubblicamente, su X) con Musk. È in quel contesto di rinnovata sintonia che è maturata una telefonata tra Salvini e il vicepresidente statunitense J.D. Vance; e in quello stesso contesto, ora, sembra prendere consistenza l’ipotesi di un intervento di Musk al congresso leghista.

I parlamentari più vicini a Salvini precisano che è necessario mantenere ancora cautela. Un po’ perché Musk è una persona di per sé imprevedibile; un po’ perché la sua agenda risente dei continui e tumultuosi avvenimenti internazionali che hanno al centro Trump e la sua amministrazione. Ma alla base, come spiega il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, «c’è il riconoscimento della coerenza di Salvini da parte del governo americano: Matteo non ha mai cambiato idea, non è mai venuto meno alla sua convinzione, e ha sempre sostenuto senza dubbi Trump da prima del 2016, e questo viene sicuramente apprezzato anche da Musk».

L’intervento di Musk sarebbe, per Salvini, il momento più notevole di un congresso che comunque dedicherà molta attenzione alle questioni internazionali: verrà confermata la contrarietà della Lega al piano di riarmo europeo della commissione di Ursula von der Leyen, come ribadito da una delle mozioni che verranno votate, firmata dai deputati Alberto Bagnai e Riccardo Molinari. In questo senso, verrà dato risalto ai vari interventi, dal vivo o da remoto, dei leader sovranisti e di estrema destra europei alleati della Lega, come il primo ministro ungherese Viktor Orbán o il presidente del Rassemblement National Jordan Bardella, la cui partecipazione – se confermata – avrà una certa risonanza mediatica dopo la condanna a Marine Le Pen per appropriazione indebita.

Musk è l’ospite più atteso e più ambito, comunque. La sua eventuale presenza sposterebbe anche qualcosa nei rapporti politici all’interno del governo. Finora l’interlocutrice di Musk in Italia è stata Meloni: è stata lei a riceverlo a Palazzo Chigi nel giugno del 2023, e a ottenere che Musk partecipasse ad Atreju, la festa del suo partito, a Roma, sei mesi più tardi (in quell’occasione anche Salvini incontrò Musk, ricevendolo al ministero dei Trasporti); e quando ha dovuto scegliere una persona da cui farsi consegnare il premio Global Citizen Award assegnato dal prestigioso think tank americano Atlantic Council, durante una serata di gala a New York di settembre scorso, Meloni ha scelto di nuovo Musk.

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La partecipazione di Musk al congresso della Lega sarebbe quindi il segnale più emblematico di come sia cambiato il suo referente politico nel governo italiano.

Peraltro sul rapporto da tenere con gli Stati Uniti e con l’Unione Europea va avanti da settimane una polemica tra Salvini stesso e l’altro vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani. Da ministro degli Esteri, Tajani si è visto in più occasioni scavalcato da Salvini, che ha sempre esaltato le iniziative di Trump anche sulle questioni potenzialmente più dannose per l’Italia, come i dazi e in generale le sue politiche commerciali protezionistiche. La Lega, con l’intervento di Musk, dimostrerebbe dunque la solidità delle sue relazioni con l’amministrazione statunitense proprio nella fase in cui i rapporti con gli Stati Uniti sono al centro del dibattito politico, e verosimilmente ci rimarranno, visto che tra il 18 e il 20 aprile è prevista una visita a Roma del vicepresidente Vance.