Per gli abitanti di Pozzuoli questo terremoto è stato diverso

Le colonne del tempio di Serapide sono emerse del tutto e metà darsena è prosciugata: segni del fatto che stavolta il terreno si è sollevato molto

di Angelo Mastrandrea

Il tempio di Serapide parzialmente riemerso a causa del bradisismo, il 13 marzo 2025 (Angelo Mastrandrea/Il Post)
Il tempio di Serapide parzialmente riemerso a causa del bradisismo, il 13 marzo 2025 (Angelo Mastrandrea/Il Post)
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I cittadini di Pozzuoli, la città più grande dei Campi Flegrei, utilizzano le colonne dell’antico tempio di Serapide come metro di misura del sollevamento del terreno a causa del fenomeno del bradisismo. Il tempio si trova sul lungomare ed è una delle principali attrazioni turistiche della città. Di solito le colonne sono parzialmente sommerse dall’acqua. In caso di bradisismo, invece, a volte riemergono. Dopo il terremoto della notte tra mercoledì e giovedì 13 marzo, il tempio si è quasi del tutto prosciugato. Anche la darsena di fronte al rione Terra, il più antico quartiere cittadino, si è ridotta a una sorta di stagno melmoso e molte barche ormeggiate sono rimaste in secca. Per gli abitanti di Pozzuoli è un’indicazione che questo terremoto è stato diverso dai precedenti.

La darsena parzialmente prosciugata (Angelo Mastrandrea/Il Post)

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) ha confermato che il terremoto è stato causato da un sollevamento brusco della terra. C’è stato all’1:30 della notte tra mercoledì e giovedì 13 marzo. I sismografi dell’INGV hanno registrato una magnitudo di 4.4, con epicentro in mare, tra Pozzuoli e Napoli, più o meno all’altezza del quartiere di Bagnoli. Nel centro storico di Pozzuoli, tutte le persone incontrate la raccontano come qualcosa di inedito.

Di solito quando ci sono le scosse le persone rimangono dove sono, invece stavolta le strade si sono riempite di gente. Nunzia, una giovane che vive al settimo piano in un palazzo del centro, dice di essere rimasta sul letto, paralizzata dalla paura, anche perché ha sentito l’ascensore andare giù di colpo. Il suo appartamento è inagibile, pieno di crepe e calcinacci, e il palazzo è stato sgomberato dai vigili del fuoco e dalla Protezione civile. Molte persone hanno trovato sistemazioni provvisorie, soprattutto da familiari che vivono nel quartiere di Monterusciello, che fu costruito alla metà degli anni Ottanta per portarci gli sfollati del rione Terra dopo gli eventi del 1983. Una donna di 55 anni dice di aver lasciato il quartiere con la famiglia due mesi fa perché «dormivamo poche ore a notte, sempre con la paura del terremoto» e di non volere più tornarci perché, secondo la sua percezione, ora ci sono più scosse, e più forti, anche rispetto agli anni Ottanta. Ma chi per esempio ha un’attività commerciale a Pozzuoli non può decidere semplicemente di andarsene.

In una conferenza stampa convocata per fare il punto sulla situazione, il direttore dell’Osservatorio Vesuviano Mauro Di Vito ha detto che la scossa «ha visto una variazione della velocità di deformazione del suolo tra le più elevate registrate finora». In buona sostanza, c’è stato un improvviso sollevamento del terreno, che ha provocato quel sobbalzo, ‘a botta, come la raccontano gli abitanti di Pozzuoli. Di Vito ha detto che il terreno ha cominciato a sollevarsi lentamente da tre settimane e che il terremoto è «un segnale che indica che questo processo sta continuando con un’intensità variabile e imprevedibile». Secondo i dati dell’INGV, nel solo mese di febbraio nell’area dei Campi Flegrei ci sono stati 2mila terremoti, tutti di magnitudo molto bassa.

La direttrice del dipartimento vulcani dell’INGV, Francesca Bianco, dice che «non c’è sempre una relazione diretta tra i terremoti e la deformazione del suolo». Per esempio a maggio ce n’è stato uno della stessa intensità di quello avvenuto la notte di giovedì, ma la terra in quel caso non si è sollevata. Per questo motivo i cittadini l’hanno percepito in maniera diversa.

Per il pomeriggio i titolari dei negozi del centro storico hanno organizzato una manifestazione sul lungomare. Fino a un anno fa speravano che grazie al vicino porto turistico, da dove partono i traghetti per Capri, Ischia e Procida, e alla ristrutturazione del rione Terra, la città si sarebbe riempita di turisti. La paura del terremoto invece li ha allontanati e il quartiere, che si trova su una collina affacciata sul mare, è deserto.

Un po’ tutti dicono di sentirsi abbandonati dalle istituzioni, e lamentano l’assenza di informazioni e di soccorsi tempestivi. Qualcuno ammette che però anche gli stessi cittadini erano impreparati, poiché solo poche decine dei quasi 80mila abitanti avevano partecipato alle esercitazioni di evacuazione organizzate negli scorsi mesi dalla Protezione civile.

Il sindaco di Pozzuoli Gigi Manzoni, di centrosinistra, nel pomeriggio ha scritto su Facebook di capire «la rabbia e le preoccupazioni di chi mi scrive anche con toni molto duri», perché «il fenomeno sta registrando numeri record e tutto questo inevitabilmente spaventa». Il comune ha allestito un punto di assistenza ai cittadini nel Palatrincone, un palazzetto dello sport che si trova nel quartiere di Monterusciello. Il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, di Fratelli d’Italia, ha decretato uno «stato di mobilitazione nazionale» per tentare di garantire più volontari e più soccorsi in caso di bisogno.

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