C’è un’altra indagine su Giovanni Toti

L'ex presidente della Liguria è accusato di truffa ai danni dello Stato insieme all'assessore regionale per la Protezione civile

(Cecilia Fabiano / LaPresse)
(Cecilia Fabiano / LaPresse)

L’ex presidente della Liguria Giovanni Toti e l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone sono indagati per truffa ai danni dello Stato. L’indagine, relativa al periodo in cui Toti era presidente, riguarda un contratto di collaborazione e poi da dipendente della Regione di un gestore di uno stabilimento balneare ad Ameglia, un piccolo comune in provincia di La Spezia, il quale però non avrebbe mai svolto i compiti per cui era stato assunto. In cambio, secondo la procura di La Spezia, Toti e Giampedrone avrebbero potuto accedere allo stabilimento gratuitamente.

Giampedrone sarebbe accusato anche di falso, perché avrebbe fatto riconoscere al gestore della struttura di Ameglia premi di produzione in modo indebito.

L’inchiesta per truffa, poi trasferita alla procura di Genova per competenza, sarebbe stata aperta in seguito all’indagine sull’ex capo di gabinetto della Regione Liguria, Matteo Cozzani, che era stato accusato di aver preso delle tangenti da alcuni imprenditori in cambio di favori. In quell’inchiesta per corruzione erano stati coinvolti soprattutto Toti, l’ex presidente dell’autorità portuale che gestisce il porto di Genova e amministratore delegato del gruppo Iren, Paolo Signorini, e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli. A settembre Toti e la procura avevano patteggiato una pena di due anni e tre mesi, convertita in 1.620 ore di lavori di pubblica utilità: l’accordo era poi stato ratificato dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Genova a dicembre. Signorini invece ha patteggiato una pena di tre anni, cinque mesi e 28 giorni, mentre Spinelli una di tre anni e tre mesi.

Secondo quanto ricostruito finora il gestore dello stabilimento, anche lui indagato, aveva avuto un contratto di collaborazione coordinata e continuativa (il cosiddetto co.co.co.) con la Regione Liguria dal 2015 al 2021 per generici compiti di segreteria politica di Giampedrone. Il co.co.co. era stato chiesto da Giampedrone e poi sottoscritto da Toti. Negli atti dell’indagine, citati dalla Stampa, si legge che il gestore avrebbe dovuto lavorare «prevalentemente presso la sede di Regione Liguria».

In seguito, sempre su richiesta di Giampedrone, il gestore era stato assunto come dipendente con un contratto a tempo determinato, rinnovato ciclicamente. Come sede di lavoro era stata indicata espressamente Genova, con le stesse mansioni. Secondo la Guardia di finanza il gestore avrebbe lavorato nella sede indicata solo tre volte nel 2023 e nel 2024, anni in cui era assunto come dipendente regionale.

Il compenso variava dagli 8.000 agli 11.500 euro all’anno, e complessivamente il gestore avrebbe guadagnato 80mila euro lordi. Per la Guardia di finanza è una cifra corrispondente a quella che Toti e Giampedrone avrebbero risparmiato frequentando gratis il ristorante dello stabilimento e lo stabilimento stesso.