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  • Lunedì 10 febbraio 2025

In Ecuador si andrà al ballottaggio

I due più votati alle presidenziali sono stati il presidente uscente Daniel Noboa, di centrodestra, e la candidata di sinistra Luisa González, come già nel 2023

(Luis Soto/ZUMA Press Wire/ANSA)
(Luis Soto/ZUMA Press Wire/ANSA)
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Al primo turno delle elezioni presidenziali in Ecuador nessun candidato ha ottenuto più del 50 per cento dei voti: si andrà quindi al ballottaggio, come previsto, e si voterà di nuovo il 13 aprile. I due candidati che hanno preso più voti e che si sfideranno al ballottaggio sono stati il presidente uscente Daniel Noboa (del partito Azione Democratica Nazionale, di centrodestra) e Luisa González (di Revolución Ciudadana, di sinistra). Con più del 90 per cento delle schede scrutinate, Noboa ha ottenuto circa il 44,3 per cento e González il 43,8.

Noboa era stato eletto presidente nel 2023, diventando a 35 anni il più giovane di sempre nella storia del paese. Il suo primo mandato è durato solo due anni perché aveva vinto in un’elezione straordinaria, organizzata dopo le caotiche dimissioni del suo predecessore Guillermo Lasso: quest’ultimo era accusato di essere coinvolto in un caso di appropriazione indebita ed evitò l’impeachment utilizzando lo strumento costituzionale della “muerte cruzada” (morte incrociata), che gli permetteva di sciogliere il parlamento a patto di abbandonare la carica.

Daniel Noboa al voto (AP Photo/Cesar Munoz)

Daniel Noboa al voto (AP Photo/Cesar Munoz)

Noboa vinse le elezioni che seguirono le dimissioni in modo inaspettato, sfruttando la volontà di cambiamento degli elettori dopo anni di scandali e divisioni all’interno dei partiti tradizionali. L’elezione ha permesso a Noboa solo di completare gli anni restanti del mandato di Lasso.

Durante il suo breve mandato Noboa è stato molto attivo e molto contestato: ha litigato con la sua vicepresidente Veronica Abad, ha lanciato una «guerra totale» contro i gruppi criminali di narcotrafficanti e per mesi non è riuscito a trovare una soluzione a una carenza energetica che ha causato blackout frequenti e lunghissimi, anche di 14 ore al giorno.

Luisa González al seggio elettorale (AP Photo/Jairo Mendoza)

Luisa González al seggio elettorale (AP Photo/Jairo Mendoza)

Un paio di mesi dopo l’insediamento Noboa dovette affrontare gravi crisi legate alla criminalità, prima con rivolte nelle carceri, poi con l’irruzione di una banda negli studi della televisione nazionale, in diretta. Noboa dichiarò l’emergenza nazionale e avviò il “Plan Fenix”, con cui l’esercito e le forze di sicurezza cercarono di colpire le bande, sul modello di quanto fatto da Nayib Bukele a El Salvador.

Luisa González, che ha 47 anni, perse al ballottaggio contro Noboa già nel 2023. In campagna elettorale ha promesso di continuare la politica molto dura di lotta alla criminalità di Noboa, avanzando proposte simili: militarizzazione di prigioni, porti e frontiere; aumento delle pene; costruzione di nuove carceri di massima sicurezza; pene equiparate a quelle dei maggiorenni per i minori colpevoli di crimini violenti.

In politica estera Noboa nelle ultime settimane ha cercato di accreditarsi come possibile alleato in Sudamerica del nuovo presidente statunitense Donald Trump, mentre González ha rapporti più solidi e costanti con i leader sudamericani di sinistra, dal brasiliano Lula al colombiano Gustavo Petro (ma in passato anche con il dittatore venezuelano Nicolás Maduro).