Il regista che sdoganò il porno in Italia
Negli anni Ottanta Riccardo Schicchi diventò un'icona pop e dominò un settore nato da pochissimo

Giovedì è uscito al cinema Diva Futura, film diretto da Giulia Louise Steigerwalt che cita fin dal titolo la prima agenzia di casting specializzata in pornografia in Italia: la fondarono nel 1983 la pornostar ungherese Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina, e il regista e fotografo Riccardo Schicchi, uno dei protagonisti della cultura pop di quel decennio, durante il quale si affermò come uomo d’affari e simbolo di uno stile di vita anarchico e libertino.
Fu una delle prime persone a sdoganare la pornografia in Italia e a parlarne senza giudizi moralistici, trattandola come una vera e propria attività imprenditoriale e allontanandola dalla retorica scandalistica e di condanna trasversale con cui veniva raccontata in quegli anni. Oltre a lanciare la carriera di attrici che in quegli anni raggiunsero una popolarità estesissima, come la stessa Cicciolina, Eva Henger e soprattutto Moana Pozzi, che recitando nei suoi film diventò un mito del cinema erotico italiano e non solo, Schicchi fu anche un personaggio pubblico famosissimo, discusso e per alcuni versi spiazzante.
I modi eleganti e affabili, il linguaggio forbito, l’aspetto sempre impeccabile, l’interesse per la politica, la curiosità generata dalla sua relazione con Henger e gli interventi ironici e brillanti con cui si faceva notare in televisione e sui giornali contrastavano con la pessima fama di cui il porno godeva presso l’opinione pubblica, e lo rendevano un personaggio interessante da raccontare anche al di fuori del suo settore di riferimento.

Riccardo Schicchi in un’immagine di archivio dell’ANSA
Anche se oggi è considerato un’icona pop, nel corso della sua carriera Schicchi fu comunque soggetto a moltissime critiche, alimentate in parte dalla particolare natura del suo lavoro, e in parte da alcune traversie giudiziarie in cui fu coinvolto, tra cui un processo in cui fu condannato per sfruttamento della prostituzione insieme a sua moglie, Eva Henger.
Nato il 12 marzo del 1953 ad Augusta, vicino Siracusa, Schicchi si trasferì a Roma insieme alla famiglia quando era ancora un bambino, e cominciò a sviluppare una certa sensibilità per l’immagine fin dall’adolescenza, scattando fotografie e girando i primi filmati con una cinepresa Super 8. Quando aveva soltanto 12 anni cominciò a collaborare con Attilio Battistini, l’allora direttore del periodico maschile Men, per cui scattò le prime fotografie.
Negli anni Settanta, dopo il diploma al liceo artistico, lavorò soprattutto come fotografo, realizzando reportage da paesi come Tibet, Afghanistan e India che furono pubblicati su settimanali di attualità italiani come Epoca e Panorama.
Cominciò a interessarsi al mondo del porno e dell’erotismo a partire dal 1973, quando l’emittente privata romana Radio Luna lo scelse per condurre una trasmissione insieme a Staller, ai tempi modella poco più che ventenne. Era un programma erotico in cui Staller era solita chiamare “cicciolini” e “ciccioline” gli ascoltatori e le ascoltatrici che chiamavano: così lei stessa cominciò a farsi chiamare “Cicciolina”, un soprannome che secondo diverse persone contribuì a darle Maurizio Costanzo e che ben si conciliava con il suo approccio smaliziato e insieme infantile al sesso.
Anche se scelse di non comparire nei crediti, diresse il suo primo film nel 1979, insieme ai colleghi Bruno Mattei e Amasi Damiani: si intitolava Cicciolina amore mio, un film erotico e immaginifico incentrato su Staller, che nel frattempo era diventata un volto noto del cinema italiano grazie alla sua partecipazione a commedie sexy come L’ingenua, La supplente e La liceale, con Gloria Guida e Alvaro Vitali.
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A partire dal 1983 Schicchi e Staller si misero in affari e fondarono una loro agenzia, Diva Futura, con l’idea di prodursi i film da soli, allontanandosi dal cinema erotico per avvicinarsi al porno. Era un momento particolarmente adatto per farlo: ai tempi le produzioni cinematografiche di questo tipo erano pochissime, e la pornografia era circoscritta soprattutto ai periodici pubblicati da Rosario Balsamo, il primo editore italiano di riviste erotiche e pornografiche.
Schicchi e Staller intuirono che il settore si stava progressivamente spostando dal cartaceo al video, e insieme cominciarono a reclutare le prime attrici della loro “scuderia”, che generarono un certo interesse anche per i loro pseudonimi creativi.
Tra loro c’erano Ramba (Ileana Carisio), Petra (Petra Scharbach) e soprattutto Moana Pozzi, la più popolare di quel periodo, che cominciò a collaborare con l’agenzia nel 1986. L’anno dopo, Pozzi fu la protagonista di Fantastica Moana, il film che le diede popolarità in tutto il paese trasformandola in un’icona pop a tutti gli effetti: nei film successivi interpretò quasi sempre se stessa, recitando con alcuni dei più noti attori porno del tempo, tra cui Rocco Siffredi e la stessa Staller, nella parodia Cicciolina e Moana “Mondiali” (1990), diretta da Mario Bianchi e dallo stesso Schicchi.

Riccardo Schicchi con l’attrice Stefania Nobile, nel 2006 (Ansa)
Schicchi non nascose mai il suo interesse per la politica e per la diffusione del pensiero libertario. Nel 1987 curò la comunicazione di Staller nella campagna elettorale in cui fu eletta deputata con il Partito Radicale, e nel 1991 fondò insieme a Mauro Biuzzi il Partito dell’Amore, un movimento che fu associato fin da subito alla cosiddetta “antipolitica”: il partito aveva un logo con un cuore rosso al centro del quale c’era proprio una foto di Moana Pozzi, che tra il 1992 e il 1993 si candidò sia per le elezioni politiche che per quelle comunali a Roma.
Negli anni Novanta Schicchi incontrò Eva Henger, che conobbe durante un servizio fotografico in cui posava nuda per la rivista Playmen, e con cui iniziò una relazione sentimentale e professionale. Si sposarono nel 1994, diventando una coppia conosciuta e che faceva spesso notizia per alcune trovate originali ed estroverse, come il calendario di Diva Futura di cui Henger fu protagonista per 15 anni.
Come regista e produttore, Schicchi fu molto attivo: in carriera diresse più di 40 film, di cui l’ultimo fu I segreti di Moana (2009). Morì il 9 dicembre del 2012 a causa delle complicazioni di una grave forma di diabete mellito di tipo 2. Alla sua morte, Diva Futura fu ereditata da Henger, che la diresse fino alla chiusura nel 2021.
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