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  • Mercoledì 5 febbraio 2025

Cristiano Ronaldo è sempre lo stesso

Ha appena compiuto 40 anni ma è ancora ossessionato dai gol e dai record, anche nel campionato di basso livello dell'Arabia Saudita

Cristiano Ronaldo, 40 anni, fa la sua tipica esultanza (Yasser Bakhsh/Getty Images)
Cristiano Ronaldo, 40 anni, fa la sua tipica esultanza (Yasser Bakhsh/Getty Images)
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Qualche giorno fa il giornalista spagnolo Edu Aguirre ha chiesto al suo amico Cristiano Ronaldo se si considerasse il miglior calciatore della storia. Ronaldo ha risposto subito, senza esitazioni: «Credo di sì. Sinceramente, non ho visto nessuno migliore di me». Ha spiegato di ritenersi il calciatore più completo perché fa «tutto», colpisce bene di testa, tira di destro, di sinistro, è forte fisicamente, salta tanto. A quarant’anni, compiuti il 5 febbraio, Ronaldo sembra ancora spinto da questa estrema fiducia in se stesso, oltre che dal desiderio quasi esasperato di battere nuovi record per dimostrare ancora una volta di essere più forte degli altri.

Questa consapevolezza e questa motivazione prescindono dal contesto. Oggi gioca in un campionato, quello dell’Arabia Saudita, di livello abbastanza basso nonostante i grossi investimenti fatti negli ultimi anni e l’arrivo di alcuni buoni calciatori, e nonostante lui stesso stia cercando di promuoverlo come molto competitivo (di recente ha detto, per esempio, che è meglio del campionato francese). Eppure anche in partite apparentemente insignificanti in una carriera come la sua, come Al-Nassr – Al-Okhdood Club oppure Al Nassr – Al-Taawon, anche a quarant’anni, l’attaccante portoghese è sempre lo stesso che si è visto in Europa e in Italia: si arrabbia con i compagni se non gli passano la palla, protesta con gli arbitri se non fischiano un fallo, festeggia con gran gusto ogni volta che segna un gol, con la sua celebre esultanza con salto, giravolta e il grido «siuuum!».

Gli capita di dover esultare quasi in ogni partita: da quando è arrivato in Arabia due anni fa, nel gennaio del 2023, ha segnato 81 gol in 89 partite giocate tra tutte le competizioni. Nello scorso campionato ha vinto la classifica marcatori con 35 gol in 31 partite, non sufficienti per far vincere il titolo all’Al-Nassr, che ha chiuso secondo. Sono numeri notevoli, pur tenendo conto del livello non eccelso degli avversari, ma non sorprendenti per un calciatore che in nove anni al Real Madrid ha segnato 450 gol in 438 partite e che in tutto, tra club e nazionale, ne ha fatti finora 923.

I migliori gol di Ronaldo della scorsa stagione, scelti dai tifosi dell’Al-Nassr

Di recente ha ammesso di non essere certo che riuscirà ad arrivare a mille gol e che la cosa non gli importa, ma è difficile immaginare che non sia uno dei pochi, grandi obiettivi a cui pensa; l’altro sarebbe vincere i Mondiali con il Portogallo, ma nell’estate del 2026 avrà 41 anni e mezzo e già da un po’ ci si chiede se averlo non sia diventato uno svantaggio per la sua nazionale. Per quanto riguarda i titoli con l’Al-Nassr, per il momento ha vinto l’Arab Club Champions Cup del 2023, un trofeo internazionale a cui partecipano le migliori squadre della penisola araba.

Quando arrivò in Arabia Saudita, le aspettative su di lui erano altissime. L’Al-Nassr disse che la sua presenza non solo avrebbe spinto il club a raggiungere nuovi successi, ma ispirato «il nostro campionato, i nostri bambini, il nostro paese e le nostre future generazioni a raggiungere la miglior versione di loro stessi». Dopo di lui, sono andati a giocare in Arabia Saudita diversi altri calciatori molto forti, la maggior parte dei quali nell’ultima fase della loro carriera (Karim Benzema, Sadio Mané, Neymar, che se n’è appena andato dopo aver giocato una manciata di partite in due anni); la sua presenza ha portato anche un significativo aumento di pubblico negli stadi.

Pubblicizzando il campionato arabo e in generale la vita in Arabia Saudita, Ronaldo è stato accusato di essere complice dello sportswashing arabo, la pratica con cui il paese, noto per la violenta repressione delle libertà, cerca di ripulirsi l’immagine attraverso la promozione dello sport di alto livello. Chi, come Amnesty International, si aspettava che il portoghese portasse l’attenzione sulle violazioni dei diritti civili e umani che ci sono in Arabia Saudita, è rimasto piuttosto deluso: lui stesso ha definito «un onore» essere considerato un simbolo e un esempio per il paese.

Ronaldo promuove i Mondiali in Arabia Saudita sul suo profilo Instagram da 648 milioni di follower

Il fatto è che, come quasi sempre gli è accaduto, Ronaldo sembra vivere in una bolla nella quale l’unica cosa che conta è fare gol, vincere trofei e continuare ad allargare la sua legacy, il suo impatto sul mondo del calcio. Il resto sembra non interessargli molto, e questa cosa negli ultimi due anni si è forse enfatizzata, perché oggi Ronaldo è effettivamente più “grande” dell’Al-Nassr, della Saudi Pro League e del calcio arabo. Più grande di tutti in generale, se lo si chiede a lui.

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