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  • Giovedì 23 gennaio 2025

Roma non è più “zona rossa” per la peste suina africana

Le restrizioni erano state imposte nel 2022 per contenere la diffusione del virus, che è stato eradicato

(ANSA/ US/ LAV)
(ANSA/ US/ LAV)
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Mercoledì il ministero della Salute ha revocato la cosiddetta “zona rossa” istituita nel 2022 a Roma per contenere la diffusione del virus della peste suina africana, una malattia virale che colpisce i suini ed è diffusa da anni sul territorio europeo, e da tre anni su quello italiano. La “zona rossa” era stata istituita nel maggio del 2022 dopo che era stato trovato un cinghiale positivo al virus nella riserva naturale dell’Insugherata, nel nordovest di Roma, vicino alle zone di Monte Mario, Balduina e Primavalle.

Il ministero ha deciso per la revoca della “zona rossa” dopo la conferma dell’eradicazione del virus nei territori coinvolti. Tra le misure previste dall’istituzione della “zona rossa” c’erano il divieto di organizzare eventi e raduni, pic-nic compresi, nelle aree agricole e naturali, e il divieto di avvicinare i cinghiali e dare loro da mangiare (cosa comunque già vietata).

Con un regolamento approvato nel 2023 proprio per il contenimento del contagio da peste suina africana, l’Unione Europea aveva diviso le aree a rischio in tre categorie a seconda della gravità della situazione epidemiologica, con regole gradualmente più severe: i luoghi inseriti nella cosiddetta “zona 3” sono quelli in cui la situazione è ritenuta più seria e in cui sono contagiati anche animali da allevamento; nella “zona 2” ci sono contagi solo tra i cinghiali selvatici; la “zona 1” invece è quella in cui non ci sono contagi, ma si ritengono comunque necessari controlli e restrizioni perché confina con le zone più a rischio. Il territorio di Roma si trovava in “zona 2”, e comprendeva anche diversi comuni alla periferia nord della città.

La peste suina africana è endemica nell’Africa sub-sahariana, ma dal 2007 in Europa si è diffuso un nuovo ceppo. È altamente trasmissibile ed è letale per i maiali da allevamento e i cinghiali, ma gli esseri umani e altri animali non possono ammalarsi di peste suina africana. Il virus è molto resistente e non esistono cure o vaccini per debellarlo. La soluzione più efficace per evitarne la diffusione è l’abbattimento degli animali contagiati.

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