L’utilizzo delle AI nei dialoghi dei film che andranno agli Oscar
A Hollywood c'è un dibattito sugli interventi sulle interpretazioni di Adrien Brody in “The Brutalist” e Karla Sofía Gascón in “Emilia Pérez”

Ieri Brady Corbet, il regista americano di The Brutalist, uno dei film più attesi e acclamati degli ultimi mesi, si è giustificato con un comunicato stampa per aver usato un software di intelligenza artificiale per modificare alcuni dialoghi del film. A suo dire è stato usato per «preservare l’autenticità» delle interpretazioni dei due attori principali quando parlano in ungherese.
Corbet ha dovuto farlo dopo che il montatore del film, Dávid Jancsó, aveva ammesso questa operazione in un’intervista alcuni giorni fa, ricevendo diverse critiche e sollevando nei commentatori anche il sospetto che, per questo, gli attori di The Brutalist debbano essere eventualmente esclusi dai candidati agli Oscar, che verranno annunciati il 23 gennaio.
Una questione simile era già emersa con Emilia Pérez, l’altro film più premiato ai Golden Globe e che ci si aspetta sarà tra quelli con più candidature agli Oscar di quest’anno. Mentre il film, un musical, era in concorso al festival di Cannes a maggio, uno degli addetti al suono, Cyril Holtz, aveva detto di aver usato lo stesso programma di intelligenza artificiale, Respeecher, per migliorare la vocalità dell’attrice Karla Sofía Gascón, una delle protagoniste.
Il tema dell’utilizzo di programmi di intelligenza artificiale e di come potrebbero essere usati per alterare o addirittura sostituire il lavoro di attrici e attori è da alcuni anni molto discusso a Hollywood, ed era uno di quelli su cui i sindacati si erano più spesi durante gli scioperi del 2023. Un altro film del 2024, Heretic, ha dichiarato la propria contrarietà all’impiego di programmi di AI nei titoli di coda col messaggio: «nessun programma di AI generativa è stato usato per fare questo film». In questo caso il dibattito si è spostato più che altro sull’opportunità di premiare attori e attrici la cui interpretazione sia stata modificata, e che per questo non sarebbe interamente merito loro.
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The Brutalist racconta la storia di un architetto ebreo ungherese che emigra negli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale, e molti dialoghi sono in ungherese. Il protagonista è interpretato da Adrien Brody, statunitense (con madre ungherese), e la moglie da Felicity Jones, britannica. Corbet ha spiegato che «hanno lavorato per mesi con l’insegnante di lingua Tanera Marshall per perfezionare i loro accenti e l’innovativa tecnologia di Respeecher è stata usata solo per intervenire sui dialoghi in ungherese, nello specifico per affinare certe vocali e lettere per una maggiore accuratezza». Ha aggiunto che il programma è stato usato dai sound designer del film per intervenire manualmente sui dialoghi.
Jancsó, il montatore, che è ungherese, aveva spiegato di aver dato in pasto a Respeecher le registrazioni delle voci dei due attori e poi una registrazione di se stesso che parlava in ungherese in modo che potesse usarla come modello. Ha aggiunto che quello che è stato fatto con l’intelligenza artificiale non è nulla di nuovo rispetto agli interventi che si facevano prima: l’unica novità è che ora si possono fare più velocemente e spendendo meno soldi.
Respeecher è prodotto da una società ucraina ed è uno dei programmi generativi di audio più all’avanguardia. È stato usato da Lucasfilm, la casa di produzione della saga di Star Wars, per replicare la voce dell’attore James Earl Jones, morto nel 2024, per il personaggio di Darth Vader in eventuali prossimi film.