Nel reggaeton nessuno canta come Bad Bunny
Con un disco in cima alle classifiche sta dando profondità e varietà a un genere apprezzato normalmente per altri motivi

Sei delle dieci canzoni attualmente più ascoltate su Spotify sono state scritte dalla stessa persona, il cantante portoricano Bad Bunny: provengono tutte da Debí tirar más fotos, il suo sesto album, pubblicato lo scorso 5 gennaio. Era un disco particolarmente atteso, anche perché Bad Bunny è già da qualche anno uno dei musicisti più famosi al mondo. Per dare l’idea, dal 2020 al 2022 è stato il cantante più ascoltato su Spotify, davanti a popstar di fama globale come Taylor Swift, Drake, The Weeknd e i BTS. Ma al prevedibile successo di pubblico, Debí tirar más fotos (che vuol dire “Avrei dovuto scattare più foto”) ha affiancato un’accoglienza entusiasta e trasversale anche da parte della critica.
In particolare, riviste musicali e addetti ai lavori hanno riconosciuto a Bad Bunny il merito di aver saputo proporre il reggaeton, il genere più popolare del suo paese e dell’America Latina, in una chiave diversa dal solito. Porto Rico, Cuba, Panama, Venezuela e Colombia sono paesi in cui il reggaeton è un fenomeno culturale enorme già da una trentina d’anni: diventò famoso anche fuori dalla comunità latina a partire dagli anni Duemila, e oggi è a tutti gli effetti una musica “da classifica”.
È successo in parte perché negli Stati Uniti, il maggior mercato del pop contemporaneo, la minoranza ispanica è sempre più influente (ed è sempre meno una minoranza), e in parte perché le canzoni reggaeton sono notoriamente perfette per ballare o creare tormentoni estivi, anche per via del tono generalmente allegro e scanzonato che le caratterizza. Le caratteristiche che hanno permesso di sdoganare questa musica in tutto il mondo sono però le stesse che l’hanno resa insopportabile a moltissimi ascoltatori, che spesso associano il reggaeton a canzoni frivole, disimpegnate e dal ritmo sempre uguale.
Bad Bunny ha però declinato il genere in una chiave particolare e inattesa: pur rimanendo coinvolgenti e ballabili, le canzoni di Debí tirar más fotos si discostano da molti cliché solitamente associati ai tormentoni reggaeton. Il primo elemento di discrimine, evidenziato dalla maggior parte delle recensioni uscite finora, sono i testi, che trattano temi complessi come l’anticolonialismo, la gentrificazione, la storia di Porto Rico e la sua occupazione da parte degli Stati Uniti.
Per enfatizzare questi messaggi, Bad Bunny ha coinvolto nella realizzazione del disco figure importanti della cultura locale: per esempio, nel corto promozionale che ha anticipato il disco recita anche il regista portoricano Jacobo Morales. Questa scelta ha un forte significato simbolico: Morales è infatti il regista di Lo que le pasó a Santiago, l’unico film portoricano ad aver mai ottenuto una candidatura all’Oscar per il miglior film internazionale.
Ha partecipato al disco anche Jorell Meléndez-Badillo, docente di storia dell’università di Madison, nello stato del Wisconsin, e autore del saggio Puerto Rico: A National History. Meléndez-Badillo si è occupato della scrittura delle note che compaiono nei video delle canzoni pubblicati su YouTube, e che si soffermano soprattutto sull’esperienza coloniale dell’isola. La nota che accompagna “Nuevayol”, la prima canzone del disco, racconta per esempio la creazione della prima bandiera di Porto Rico da parte degli esuli rivoluzionari a New York.
Secondo la podcaster di NPR Brittany Luse, Bad Bunny ha usato questi accorgimenti per «mettere in risalto la complicata storia politica e il presente di Porto Rico», raccontare la gentrificazione dell’isola e il cattivo stato delle sue infrastrutture. «In un periodo in cui parlare di politica sembra un campo minato», Debí tirar más fotos è riuscito a farsi notare, ha detto Luse.
Un altro elemento di Debí tirar más fotos apprezzato dai critici sono i molti omaggi alla storia della musica portoricana che Bad Bunny ha inserito nel disco, e che riprendono classici di generi come la salsa, il bolero e la plena, una musica folkloristica locale. Per esempio, “Nuevayol” è costruita su un sample (una parte di canzone) estrapolato da “Un Verano en Nueva York”, una canzone scritta nel 1975 dall’orchestra di salsa portoricana dei El Gran Combo de Puerto Rico.
Approfondendo questo aspetto, la critica di Pitchfork Tatiana Lee Rodriguez ha scritto che Debí tirar más fotos è un disco «studiato, deliberato e intricato, che interpola più generazioni di ritmi portoricani: salsa, plena, bolero e perreo della vecchia scuola abbinati al pop latino e alla musica urban di oggi». Su Vulture, Craig Jenkins ha definito il disco «un omaggio densamente stratificato alla gente, alla cultura e allo spirito ribelle di Porto Rico».
Per la giornalista di Rolling Stone Julyssa Lopez, con Debí tirar más fotos Bad Bunny si è inserito nella tradizione di quei musicisti che «hanno dato voce agli emigrati portoricani nostalgici di casa», dando anche spazio a musicisti locali molto talentuosi come la sassofonista RaiNao.
Debí tirar más fotos è diventato un trend anche sui social network: “DTMF”, il singolo più ascoltato (che è anche l’acronimo del titolo del disco), sta avendo un certo successo su TikTok, dove è diventato il sottofondo musicale di centinaia di video nostalgici, pubblicati soprattutto da utenti che vivono lontani da amici o parenti.
Bad Bunny ha trent’anni, e cominciò a dedicarsi alla musica quando ne aveva 18, alternando al lavoro da cassiere in un supermercato la pubblicazione delle sue prime canzoni su SoundCloud. Una di queste, “Diles”, fu notata dal discografico portoricano DJ Luian, che produsse diverse sue canzoni.
Dopo aver trovato un manager (Noah Assad), Bad Bunny cominciò a caricare le sue canzoni su YouTube per farsi conoscere in modo indipendente, senza doversi affidare a un’etichetta discografica. Tra il 2016 e il 2017 pubblicò sul suo canale canzoni di grande successo, come “Pa Ti”, “Loco Pero Millonario” e “Sensualidad”. L’anno dopo riuscì a farsi conoscere più estesamente anche negli Stati Uniti con “I Like It”, una delle sue prime collaborazioni di alto profilo, scritta insieme alla rapper Cardi B e a J Balvin, uno dei musicisti reggaeton più di successo al mondo.
Nello stesso anno pubblicò X 100pre, il suo disco di debutto, a cui parteciparono tra gli altri il dj americano Diplo e il rapper canadese Drake. Ottenne ottimi riscontri, che gli permisero di pubblicare due album (YHLQMDLG e El último tour del mundo) nel 2020, lo stesso anno in cui si esibì durante l’Halftime Show del Superbowl, l’evento sportivo più seguito al mondo. Prima di Debí tirar más fotos, Bad Bunny aveva pubblicato Un verano sin ti (2022) e Nadie sabe lo que va a pasar mañana (2023).
Da quando è diventato famoso negli Stati Uniti, Bad Bunny si è fatto conoscere non soltanto come musicista, ma anche come uomo di spettacolo: dal 2021 collabora con la WWE, la più grande federazione di wrestling professionistico al mondo, per cui lotta abitualmente e di cui è diventato un personaggio ricorrente e tifatissimo dai fan. Bad Bunny è anche un attore: finora ha recitato in Fast & Furious 9 – The Fast Saga (2021), Bullet Train (2022) e Cassandro (2023), e anche nella serie tv Narcos: Messico.
Bad Bunny è noto anche per le sue prese di posizione politiche, spesso in difesa del suo paese. A ottobre aveva dato il suo endorsement alla candidata Democratica alla presidenza Kamala Harris, dopo che il comico Tony Hinchcliffe aveva definito Porto Rico «un’isola galleggiante di spazzatura» durante un comizio di Donald Trump.
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