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  • Martedì 14 gennaio 2025

I negoziati per un cessate il fuoco a Gaza sono alle ultime fasi

Lo dicono i mediatori del Qatar, ma l'accordo non è ancora stato accettato da Hamas e Israele

Palestinesi raccolgono le macerie dopo un bombardamento israeliano su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, il 27 gennaio 2024
Palestinesi raccolgono le macerie dopo un bombardamento israeliano su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, il 27 gennaio 2024 (AP Photo/Fatima Shbair)
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Tra il 13 e il 14 gennaio i negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sono avanzati rapidamente: il Qatar, che insieme ad altri paesi sta mediando i colloqui tra i rappresentanti di Hamas e quelli del governo israeliano, ha detto che sono arrivati alla fase più avanzata mai raggiunta da quando è iniziata la guerra, nell’ottobre del 2023. Martedì un portavoce del ministro degli Esteri del Qatar ha detto che ormai le parti stavano analizzando «gli ultimi dettagli» della proposta.

Finora né Hamas né Israele hanno confermato il raggiungimento di un accordo, ma non hanno nemmeno smentito le notizie secondo cui questo sarebbe imminente.

Secondo due persone coinvolte nei negoziati, sentite dall’Associated Press ma rimaste anonime, Hamas avrebbe già accettato una proposta di cessate il fuoco che prevede tra le altre cose il rilascio degli ostaggi nella Striscia e il ritiro graduale delle truppe israeliane. Per diventare effettiva la proposta deve essere approvata anche dal governo israeliano del primo ministro Benjamin Netanyahu, che la sta ancora valutando. Martedì il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, noto per le sue posizioni estremiste e ostili alla popolazione palestinese, ha minacciato di togliere il proprio sostegno al governo se l’accordo fosse stato approvato.

Martedì il segretario di stato uscente degli Stati Uniti Antony Blinken in una conferenza stampa a Washington ha detto di ritenere che «il cessate il fuoco ci sarà» e ha aggiunto che una risposta di Hamas potrebbe arrivare in qualunque momento, «nelle prossime ore o nei prossimi giorni».

Associated Press ha ottenuto una copia dell’accordo, che è diviso in tre fasi e ricalca una proposta sostenuta lo scorso maggio dal presidente statunitense Joe Biden. Sebbene sia affidabile, il testo non è definitivo e alcuni dettagli potrebbero cambiare prima dell’eventuale approvazione.

La prima fase del cessate il fuoco dovrebbe durare 42 giorni, durante i quali Hamas dovrebbe liberare 33 ostaggi vivi, tra cui principalmente donne, bambini, anziani e civili feriti. Israele dovrebbe a sua volta liberare decine di prigionieri palestinesi e ritirare le proprie truppe dalle aree maggiormente abitate della Striscia. Dovrebbe inoltre permettere ai civili palestinesi di tornare nel nord della Striscia, cosa che da mesi sta sistematicamente impedendo. Dovrebbe infine permettere un aumento delle consegne di aiuti umanitari, con fino a 600 camion al giorno che potranno entrare nella Striscia per consegnare beni di prima necessità.

In questa fase del cessate il fuoco le truppe israeliane potranno continuare a occupare il corridoio Philadelphi, sul confine sud della Striscia (vicino all’Egitto). Dovranno però ritirarsi dal corridoio Netzarim, che si trova a sud della città di Gaza e attraversa la Striscia da ovest a est.

I dettagli delle fasi successive alla prima non sono ancora stati negoziati e non sono state definite tempistiche precise. L’accordo dà comunque diverse indicazioni su quello che dovrebbe succedere: nella seconda fase Hamas dovrebbe rilasciare tutti gli altri ostaggi in cambio di altri prigionieri palestinesi detenuti in Israele, e Israele dovrebbe completare il ritiro di tutte le sue truppe dalla Striscia.

Infine, nella terza fase Hamas dovrebbe consegnare i corpi degli ostaggi morti durante la prigionia e cominciare l’attuazione di un piano per la ricostruzione di Gaza (ancora da definire).

L’accordo è stato negoziato da mediatori di vari paesi, tra cui appunto il Qatar (dove in questi giorni si stanno svolgendo gli incontri) e gli Stati Uniti. Agli incontri più recenti ha partecipato anche Steve Witkoff, l’inviato per il Medio Oriente scelto dal presidente eletto Donald Trump.

La guerra nella Striscia di Gaza va avanti da oltre un anno: decine di migliaia di civili palestinesi sono stati uccisi dai bombardamenti e dagli attacchi israeliani, e gran parte delle abitazioni e delle infrastrutture della Striscia è stata distrutta. Le negoziazioni per un cessate il fuoco andavano avanti da mesi, ma finora si sono sempre concluse con un nulla di fatto.