Ovviamente il messaggio che circola su Meta e le AI è un falso
Sostiene di poter impedire l'utilizzo dei dati personali per lo sviluppo delle intelligenze artificiali, ma come tutti i post simili non ha alcun valore
Negli ultimi giorni centinaia di migliaia di persone hanno condiviso nelle proprie storie Instagram un messaggio che sostiene falsamente di potere impedire a Meta, la società che possiede tra le altre cose Facebook, Instagram e WhatsApp, di utilizzare i dati degli utenti per sviluppare le sue funzionalità basate sull’intelligenza artificiale generativa, ossia software che, allenati su gigantesche masse di dati, sono capaci di generare testi, video e immagini che rispondano a una specifica richiesta.
Si tratta di un copypasta – termine che indica un testo che viene copiato e incollato da molti utenti su internet – che circola già da settembre, ma che ha avuto ampia diffusione soltanto nell’ultima settimana. Google Trends, l’applicazione di Google che mostra l’andamento delle ricerche per parola o gruppi di parole in un dato periodo, ha registrato un forte aumento delle ricerche della frase «Goodbye Meta AI» – «Arrivederci Meta AI», il nome con cui il copypasta è diventato noto in rete – dopo il 24 settembre.
È accaduto soprattutto perché, a partire da quella data, il messaggio è stato condiviso da personalità piuttosto note dello sport e dello spettacolo come il giocatore di football Tom Brady e l’attore James McAvoy. Il testo del copypasta è questo:
«Arrivederci Meta AI. Dato che Meta è ora un ente pubblico, tutti gli utenti devono pubblicare una dichiarazione come questa. Se non la pubblichi almeno una volta, si presumerà che tu sia d’accordo con l’uso delle tue informazioni e delle tue foto [da parte di Meta]. Non do a Meta o a nessun altro il permesso di utilizzare i miei dati personali, le informazioni del profilo o le foto».
Il messaggio si riferisce all’annuncio che Meta aveva fatto a giugno, quando aveva fatto sapere di aver modificato i propri termini di utilizzo per poter allenare la sua intelligenza artificiale sfruttando i post degli utenti.
Si tratta ovviamente di un falso: la dichiarazione contenuta nel messaggio non ha infatti alcun valore, e in generale condividere una storia su Instagram o pubblicare un post su Facebook non serve a escludersi da qualsiasi cambiamento nelle piattaforme, nonostante bufale come questa girino da almeno una decina di anni. Una eventuale condivisione del messaggio «Goodbye Meta AI», insomma, non rappresenta un’obiezione alle policy di Meta, che peraltro ha previsto delle procedure specifiche per farlo.
Gli utenti possono infatti chiedere di escludere i propri post dal processo di addestramento di Meta AI: quelli residenti nel Regno Unito o in un paese dell’Unione Europea, grazie a varie leggi sulla privacy e sulla gestione dei dati che sono state introdotte negli ultimi anni (come il GDPR o il più recente Digital Services Act), possono farlo modificando le impostazioni del proprio account, anche se attraverso una procedura un po’ contorta.
Nel caso di Instagram è necessario andare nella sezione Impostazioni, poi cliccare su Informazioni, poi su Informativa sulla privacy. In quella pagina si trovano varie informazioni relative a Meta AI: chi vuole opporsi deve cliccare al link presente sulle parole Diritto di opposizione e compilare il modulo. Una volta compilato compare una pagina in cui Meta dice che «esaminerà le richieste di opposizione in conformità con le leggi pertinenti sulla protezione dei dati». Gli utenti che vivono nel resto del mondo devono invece compilare un modulo separato: a giugno l’azienda aveva fatto sapere che avrebbe esaminato queste richieste, ma con una certa discrezionalità, garantendosi la possibilità di rigettarle.