Sono entrate in vigore le nuove norme europee sulla sicurezza e la trasparenza delle aziende digitali

Il Digital Services Act riguarda decine di enormi società e social network

(AP Photo, File)
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Venerdì sono diventate effettive le nuove norme europee sulle aziende del settore digitale: riguardano piattaforme social, motori di ricerca, siti di e-commerce e altre società che a vario titolo offrono prodotti, servizi e contenuti online. Le norme entrate in vigore fanno parte del Digital Services Act (DSA), una legge europea che riguarda la sicurezza e la trasparenza dei servizi digitali, oltre che la moderazione di contenuti. La legge era formalmente entrata in vigore nell’autunno nel 2022, ma le aziende avevano tempo fino al 25 agosto per rispettare le indicazioni contenute.

Il DSA aggiorna una direttiva sull’e-commerce di circa vent’anni fa e regola l’attività delle piattaforme che fanno da intermediari tra aziende che offrono prodotti, servizi o contenuti e gli utenti che ne fanno uso. Si applica a tutte le aziende che operano online ma è particolarmente rigida nei confronti delle piattaforme con oltre 45 milioni di utenti attivi nell’Unione Europea, le cosiddette “Big Tech”: si tratta in tutto di una ventina di società, tra cui Facebook, Instagram, TikTok, YouTube, Amazon Store, Apple App Store, Alibaba, Booking.com, Google Play, Google Maps e Google Shopping, LinkedIn, Pinterest, Snapchat e Zalando. I servizi digitali più piccoli avranno più tempo per adattarsi alle nuove regole.

Il DSA chiede che queste aziende siano più trasparenti sui loro dati e algoritmi, oltre che sulle loro attività, e più attente nel moderare, filtrare, bloccare o rimuovere contenuti nocivi o pericolosi. Il regolamento prevede tempi rapidi per la rimozione di contenuti e l’obbligo per le aziende di sospendere gli utenti che abbiano violato più volte il regolamento. Per verificare le attività delle aziende, il DSA prevede controlli annuali e, nel caso di infrazioni ripetute, sanzioni che possono arrivare fino a un massimo del 6 per cento del fatturato annuo.

Tra le altre cose, le nuove norme prevedono che le aziende condividano con le autorità di regolamentazione dettagli sul funzionamento dei propri algoritmi, che permettono anche di personalizzare contenuti e pubblicità sulla base dei comportamenti e degli interessi degli utenti. Negli ultimi mesi diverse aziende hanno adottato provvedimenti per conformarsi alle nuove norme, che hanno già avuto effetti concreti: TikTok ha per esempio introdotto il divieto di mostrare pubblicità personalizzata agli utenti minorenni (cosa che hanno fatto anche Facebook e Instagram) e reso possibile per tutti gli utenti, con l’ultimo aggiornamento, la disattivazione della personalizzazione dei contenuti.

Concretamente significa che gli utenti di TikTok che vivono nei paesi dell’Unione Europea potranno scegliere se vogliono continuare a vedere i contenuti selezionati dall’algoritmo sulla base dei propri comportamenti e dei propri interessi, o se disattivare la funzione. Nel secondo caso, agli utenti verranno mostrati «i video più popolari sia nel paese in cui vivono che nel resto del mondo». Per disattivare la funzione bisogna tenere premuto a lungo su un post a caso, e poi selezionare l’opzione “Gestisci pagina per te”. A quel punto si verrà reindirizzati a una sezione delle impostazioni dell’app, in cui scegliere se mantenere o meno la personalizzazione dei contenuti proposti.