Il più famoso attore porno di sempre

John Holmes, che oggi avrebbe compiuto 80 anni, girò centinaia di film e fu coinvolto in una sanguinosa vicenda giudiziaria, motivo per cui abbiamo anche delle sue foto coi vestiti

John Holmes seduto in aula regge una penna
John Holmes durante un’udienza in un tribunale, a Los Angeles, il 3 febbraio 1982 (AP Photo)

Quando nei primi anni Settanta John Holmes cominciò a lavorare nel settore del cinema porno, a Los Angeles, praticamente nessuno sapeva niente di lui. L’unica cosa nota era la stessa per cui sarebbe diventato l’attore porno più famoso al mondo: le dimensioni del suo pene, fuori dal comune. «Trenta centimetri di dimensione artistica», per dirla con le parole di una famosa canzone su di lui degli Elio e le storie tese. Era quella la ragione per cui, pochi anni prima, quando era al verde, era stato notato in un bagno a Gardena da un fotografo di riviste pornografiche che gli aveva lasciato un biglietto da visita.

Holmes avrebbe compiuto ottant’anni, oggi, se non fosse morto a Los Angeles il 13 marzo 1988, a 43 anni, per complicazioni dovute all’AIDS. Per la popolarità che ottenne sia in vita che dopo, fu per la nascente industria del porno «ciò che Elvis fu per il rock and roll», disse il regista Bob Vosse, che aveva lavorato con lui. Fu infatti tra i pochi a guadagnare bene – fino a tremila dollari al giorno – in un settore favorito dalla “controcultura” degli anni Sessanta in California, ma interessato da grossi pregiudizi e da una profonda crisi economica a partire dagli anni Ottanta.

La storia di Holmes è descritta come un esempio di successo tanto esteso quanto effimero, soprattutto a causa della dipendenza da sostanze che sviluppò mentre girava film. Sono almeno 781 in totale, quelli in cui compare il suo nome tra i titoli di testa o di coda, ma oltre 2mila contando anche i film non accreditati: cosa che lo rende uno dei più prolifici attori porno di sempre, oltre che il più famoso.

I problemi di dipendenze furono la principale ragione per cui Holmes smise progressivamente di lavorare e per cui girano di lui anche foto in cui è vestito, in stazioni di polizia o aule di tribunale. All’inizio degli anni Ottanta, a causa delle sue frequentazioni, finì coinvolto in un seguito caso giudiziario dell’epoca: gli omicidi di Wonderland Avenue, in cui quattro persone furono brutalmente massacrate, e per cui lui fu arrestato, processato e infine assolto. Provò a rientrare nell’industria del porno, ma trovò a quel punto molte porte chiuse e minore disponibilità dei produttori a tollerare la sua inaffidabilità sul set.

Fu lo stesso Holmes a raccontare quel periodo nella sua autobiografia Re del porno, pubblicata nel 1998 ed edita in Italia da DeriveApprodi. Scrisse che per assumere sostanze finiva per assentarsi dalle scene per lunghi momenti, e che nell’ambiente circolava ormai la battuta che se volevi convincere Holmes a lavorare «dovevi lasciare una pista di cocaina dal bagno fino alla camera da letto».

John Holmes seduto in aula

John Holmes durante il processo in cui fu accusato di omicidio, a Los Angeles, il 28 aprile 1982 (AP Photo/Wally Fong)

A Los Angeles, prima di dedicarsi al porno, Holmes aveva lavorato saltuariamente nella vendita porta a porta e come autista di ambulanza. Era nato l’8 agosto 1944 a Ashville, un paesino in Ohio, da una relazione extraconiugale tra sua madre Mary June Barton e un ferroviere. Aveva preso il cognome del marito di sua madre, Edgar Harvey Holmes, un uomo con problemi di alcolismo, padre dei due fratelli e della sorella di John, tutti e tre più grandi di lui.

Holmes aveva lasciato casa quando aveva 15 anni per arruolarsi nell’esercito: la maggior parte dei suoi tre anni di servizio l’aveva trascorsa in Germania, nel Signal Corps (il reparto che si occupa dei sistemi di comunicazione). Dopo il congedo, nel 1963, si era trasferito a Los Angeles, dove aveva conosciuto la sua prima moglie, Sharon Gebenini, un’infermiera.

Come raccontato nel documentario del 1999 Wadd: The Life & Times of John C. Holmes e nel libro John Holmes, a Life Measured in Inches, Holmes lavorò nel porno in un periodo in cui l’industria aveva acquisito popolarità ma senza mai uscire da una certa cultura underground, soprattutto prima dell’uscita di Gola profonda, probabilmente il film porno più famoso di sempre, del 1972. Holmes riuscì quindi a guadagnare i primi soldi nella seconda metà degli anni Sessanta, posando per riviste clandestine per adulti, senza dire niente a sua moglie e senza che lei venisse a saperlo.

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Nella sua autobiografia Holmes scrisse che quando alla fine le disse del suo lavoro, sua moglie non la prese bene: rimasero sposati ancora per molti anni, ma smisero di vivere insieme e di parlarsi, e nel suo lavoro lui non disse a nessuno di lei. «Le dissi che per me non significavano niente: non provavo assolutamente alcun sentimento per quelle donne. Stavo semplicemente facendo un lavoro, il mio lavoro. Era quello il modo in cui guadagnavo. Sarebbe servita una persona speciale per capire cosa stessi dicendo. Sharon lo era sotto molti aspetti. Era brillante, attraente, equilibrata e con la testa sulle spalle. Ma non poteva accettare il mio lavoro».

Anche all’apice della sua carriera da attore porno, negli anni Settanta, Holmes rimase una persona di cui si sapeva pochissimo. Nemmeno i registi che lavoravano con lui avevano un suo indirizzo o un numero di telefono dove contattarlo. E inizialmente persino il suo nome era poco conosciuto dal pubblico del porno: la sua fama nell’ambiente l’aveva infatti ottenuta con lo pseudonimo Johnny Wadd, il nome dell’investigatore privato protagonista dei suoi primi film.

Da un certo momento in poi, man mano che aumentò la diffusione dei cinema porno a Los Angeles e in altre grandi città degli Stati Uniti, la fama di Holmes fu tale da fare di lui e delle dimensioni del suo pene il messaggio principale di gran parte delle pubblicità dei suoi film. In alcuni casi anche delle pubblicità dei film degli altri, che lo citavano come metro di paragone.

Verso la fine degli anni Settanta, nonostante fosse uno degli attori porno più pagati in circolazione, per sostenere la sua dipendenza dalla cocaina Holmes entrò in un giro di spaccio, cominciò a prostituirsi e a compiere piccoli furti e frodi con carte di credito. Entrò in buoni rapporti con un noto spacciatore di Los Angeles, Eddie Nash, che era anche proprietario di diversi locali notturni a Hollywood. Ma nel frattempo Holmes aveva accumulato debiti con un altro gruppo di spacciatori per cui lavorava, che viveva a Wonderland Avenue e sfruttò lui come aggancio per compiere una grossa rapina a mano armata a casa di Nash il 29 giugno 1981.

Sospettando del coinvolgimento di Holmes nella rapina, Nash lo costrinse a confessargli il nome degli autori. Il 1° luglio i quattro membri principali della banda di Wonderland Avenue furono trovati uccisi a colpi di spranga e martello nella loro abitazione, al numero civico 8763: sulla testiera del letto di una delle vittime fu trovata un’impronta di Holmes. La sua partecipazione negli omicidi non fu mai chiarita: fu arrestato e interrogato dalla polizia, e in seguito processato per omicidio, ma non collaborò mai alle indagini. Il 26 giugno 1982 fu assolto da tutte le accuse.

John Holmes in giacca e cravatta regge dei documenti e una busta mentre esce dal tribunale scortato da un poliziotto

John Holmes

La reputazione di Holmes, i suoi problemi con la cocaina e la crisi del cinema porno, successiva all’avvento delle videocassette, resero ancora più difficile per lui riprendere l’attività di attore e riuscire a sostenersi economicamente. Nel 1986 risultò positivo a un test per l’HIV, ma accettò lo stesso di girare alcuni film in Italia, gli ultimi della sua carriera, generando scalpore quando si venne successivamente a sapere che aveva tenuto nascosta la sua malattia e avuto rapporti sessuali non protetti sul set.

Nel 1987, quando ormai era noto che avesse l’HIV, Holmes sposò l’attrice porno Laurie Rose, che aveva conosciuto qualche anno prima. Trascorse gli ultimi cinque mesi della sua vita in una clinica nel quartiere North Hills, a Los Angeles, dove morì il 13 marzo 1988 per un’encefalite dovuta alle complicazioni dell’AIDS. Prima di morire aveva espresso il desiderio di essere cremato, temendo che la sua salma potesse finire nelle collezioni di feticisti e fanatici. Sua moglie e sua madre dispersero le ceneri in mare, al largo di Oxnard, in California.

Una decina d’anni dopo, nel 1997, la vita di Holmes e l’industria del porno degli anni Settanta furono raccontate in Boogie Nights, diretto da Paul Thomas Anderson e interpretato da Mark Wahlberg, nei panni di Dirk Diggler, il personaggio ispirato a Holmes. Ancora oggi Boogie Nights è considerato un punto di riferimento per il cinema che parla di cinema porno.

Nel 2003 uscì un altro film, intitolato Wonderland e meno apprezzato, diretto da James Cox e interpretato da Val Kilmer, nel ruolo di Holmes: racconta la storia degli omicidi di Wonderland Avenue. Alla prima del film, a Los Angeles, al pubblico in sala furono distribuiti come gadget dei righelli da 34 centimetri: la più famosa, tra le tante stime della misura del pene di Holmes.

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