La prima apparizione pubblica degli attivisti russi liberati nello scambio di prigionieri tra Russia e Stati Uniti
Vladimir Kara-Murza, Ilya Yashin e Andrei Pivovarov, tre storici oppositori di Putin, lo hanno accusato di aver trasformato la Russia in una dittatura e hanno detto che intendono tornarci
Nel tardo pomeriggio di venerdì Vladimir Kara-Murza, Ilya Yashin e Andrei Pivovarov, tre attivisti russi liberati nel grande scambio di prigionieri organizzato giovedì tra la Russia e gli Stati Uniti, hanno tenuto una conferenza stampa a Bonn, in Germania: è stata la loro prima apparizione pubblica dallo scambio di prigionieri.
Kara-Murza, Yashin e Pivovarov hanno parlato della loro prigionia, espresso gratitudine per la liberazione e accusato il presidente russo Vladimir Putin di essere un dittatore, un assassino e di aver trasformato la Russia in un regime totalitario. Tutti e tre sono storici e influenti oppositori di Putin: parlando della propria liberazione, l’hanno presentata anche come una sua vittoria, un tentativo riuscito di cacciarli dalla Russia: «Questo non è stato uno scambio, ma un modo per espellerci dal paese», ha detto Yashin, che ha aggiunto di voler tornare in Russia. La stessa cosa ha detto Kara-Murza: «Credo e anzi so per certo che tornerò in Russia».
Lo scambio di prigionieri tra la Russia e gli Stati Uniti si è svolto ad Ankara, in Turchia. Ha coinvolto 24 persone, tra cui il giornalista statunitense Evan Gershkovich e l’ex marine statunitense Paul Whelan, oltre a una serie di prigionieri politici, attivisti e giornalisti, tra cui proprio Kara-Murza, Yashin e Pivovarov. Le tre persone statunitensi liberate dalla Russia – Gershkovic, Whelan e la giornalista russo-statunitense Alsu Kurmasheva – sono arrivate negli Stati Uniti nella tarda serata di giovedì (venerdì mattina presto in Italia): Kara-Murza, Yashin e Pivovarov sono andati invece in Germania, atterrando a Colonia nella notte tra giovedì e venerdì.
La conferenza stampa è stata organizzata nella sede dell’emittente tedesca Deutsche Welle, di cui il regime russo ha chiuso gli uffici a Mosca nel 2022. Kara-Murza, Yashin e Pivovarov hanno ringraziato i governi che hanno portato avanti le estese, complicate e segrete trattative per la loro liberazione.
Kara-Murza, arrestato nel 2022 dopo due tentativi di avvelenamento nel 2015 e nel 2017, ha detto di aver pensato varie volte che non sarebbe mai uscito vivo dalla detenzione; Yashin ha raccontato di essersi rifiutato di scrivere una dichiarazione in cui chiedeva formalmente a Putin di essere liberato, un gesto che gli era stato ordinato dal personale della prigione nelle ore precedenti alla sua liberazione. Yashin ha detto di aver scritto una dichiarazione in cui citava il divieto, contenuto nella Costituzione russa, di allontanare i cittadini russi dalla Russia senza il loro consenso, e il suo diritto (violato) a vivere nel paese in cui era nato, per via di quello che ha definito un «espatrio forzato» contro la propria volontà, un punto ripreso anche da Kara-Murza poco dopo. Pivovarov ha detto di considerare la liberazione un «incoraggiamento» per gli oppositori di Putin tuttora detenuti.
Kara-Murza, Yashin e Pivovarov sono oppositori di Putin sin dall’inizio della sua presidenza, nel 2012. Dopo la morte di Alexei Navalny, Kara-Murza è di fatto la personalità più nota dell’opposizione in Russia. È stato vicepresidente di Russia Aperta, una delle più importanti associazioni per la democrazia in Russia, ed era stato arrestato nel 2022 con l’accusa di aver diffuso quelle che il regime considera “notizie false” sull’esercito russo impegnato nell’invasione dell’Ucraina. Era stato poi condannato ad aprile del 2023 a 25 anni di carcere con l’accusa di alto tradimento, e trasferito in seguito in una colonia penale in Siberia. Le sue condizioni di salute sono considerate preoccupanti: dopo i due tentativi di avvelenamento, Kara-Murza ha sviluppato problemi neurologici.
Anche Yashin e Pivovarov sono due oppositori importanti: il primo è l’altro grande leader dell’opposizione a Putin insieme a Kara-Murza, arrestato nel 2022 come lui, con l’accusa di aver diffuso “notizie false” sull’esercito russo e condannato a otto anni e mezzo di prigione; Pivovarov è l’ex capo dell’associazione Russia Libera, arrestato nel 2021 e condannato a quattro anni di carcere.