Il dibattito televisivo tra Elly Schlein e Giorgia Meloni non si farà
Per rispettare la “par condicio” l’AGCOM aveva chiesto l’assenso della maggioranza dei partiti in parlamento: non c’è stato e la Rai ha cancellato il confronto
In una nota la Rai ha detto che non ospiterà più il confronto televisivo in vista delle elezioni europee dell’8 e del 9 giugno tra le leader dei due partiti con più seguito in Italia, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il dibattito era molto atteso e si sarebbe dovuto svolgere il 23 di maggio durante Porta a Porta, il principale talk show politico serale di Rai 1 condotto da Bruno Vespa. Si era però sviluppata una discussione attorno all’opportunità di un confronto a due senza i rappresentanti degli altri partiti, che si erano molto lamentati di essere stati esclusi.
Si discuteva cioè se questo dibattito avrebbe rispettato la “par condicio”, l’insieme di regole che dovrebbero garantire ai vari partiti politici la parità di accesso a determinati spazi in televisione. Su questo si era espressa anche l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, più conosciuta come AGCOM, il cui parere era stato richiesto proprio dalla Rai, dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Barbara Floridia e dal giornalista Michele Santoro, che sarà candidato alle elezioni europee con una sua lista, Pace Terra Dignità.
In una nota l’AGCOM aveva detto che in questo caso la par condicio sarebbe stata rispettata solo se l’emittente avesse dato pari spazio a tutte le forze politiche e se dunque il formato del confronto fosse stato «accettato da una larga maggioranza delle liste in competizione elettorale e comunque dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in parlamento»: serviva dunque l’assenso di almeno cinque partiti su otto (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Italia Viva, Azione e Alleanza Verdi e Sinistra). La Rai ha detto che solo quattro hanno accettato, ma non ha detto quali.
In sostanza i partiti dovevano accettare il modello di dibattito televisivo proposto da Porta a Porta, basato sui confronti a due su più puntate. Le coppie sarebbero state formate sulla base del peso elettorale dei partiti: dopo quello tra Meloni e Schlein ci sarebbe il dibattito tra il segretario della Lega Matteo Salvini e il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, poi quello tra il segretario di Forza Italia Antonio Tajani e i leader di Azione e Italia Viva Carlo Calenda e Matteo Renzi.
Era comunque ormai abbastanza probabile che il confronto sarebbe stato cancellato, perché i leader politici degli altri partiti si erano già lamentati di questo schema di interviste, e non volevano apparire in successione dopo Meloni e Schlein. «Non si può fare», ha detto per esempio il leader di Azione Carlo Calenda mercoledì, alla trasmissione Prima di domani su Rete 4. «Le elezioni sono proporzionali, non ci sono neanche le coalizioni. Non c’è, per semplificare, la leader del centrosinistra e la leader del centrodestra». Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, ha definito il confronto tra Meloni e Schlein un «caso di pubblicità ingannevole».
Del resto andò così anche durante la campagna elettorale delle ultime elezioni politiche, quando si cercò di organizzare un dibattito televisivo tra Meloni e l’allora segretario del PD Enrico Letta, ma che alla fine fu ospitato sul sito del Corriere della Sera.
– Leggi anche: Breve storia dei confronti televisivi tra leader politici in Italia
Schlein ha commentato la cancellazione del confronto dicendo che «c’è chi preferisce rinunciare a una opportunità di confronto in prima serata pur di negarla alle due donne che guidano i primi due partiti d’Italia». Meloni invece non ha ancora rilasciato dichiarazioni.
Nel frattempo è stato proposto un altro schema dal direttore del tg di La7 Enrico Mentana, con l’idea di due confronti separati: uno tra le liste minori il 5 giugno, e l’altro tra quelle maggiori il 6 giugno.