Com’è andato il confronto tra Letta e Meloni sul sito del Corriere

Si è parlato di molti temi, ma senza botta e risposta particolarmente incisivi o dichiarazioni impreviste

Enrico Letta e Giorgia Meloni insieme al direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana nel ruolo di moderatore durante il confronto politico trasmesso sul sito del quotidiano il 12 settembre 2022 (Corriere della Sera)
Enrico Letta e Giorgia Meloni insieme al direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana nel ruolo di moderatore durante il confronto politico trasmesso sul sito del quotidiano il 12 settembre 2022 (Corriere della Sera)

Lunedì sera la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il segretario del Partito Democratico Enrico Letta hanno partecipato a un confronto organizzato e trasmesso dal sito del Corriere della Sera, e moderato dal direttore del quotidiano Luciano Fontana. Il dibattito è durato circa 90 minuti e ha riguardato più o meno tutti i temi della campagna elettorale, pur con particolare attenzione ai rapporti con l’Unione Europea e altri paesi membri. I toni sono stati pacati, anche grazie alle regole sulla durata delle risposte e sulle repliche, e non ci sono stati botta e risposta particolarmente incisivi, o dichiarazioni impreviste.

Inizialmente si è parlato delle alleanze internazionali e dell’Unione Europea, a proposito della quale Letta ha detto che alcune decisioni andrebbero prese a maggioranza e non all’unanimità, citando i casi in cui i paesi dell’est con governi di destra, in particolare Ungheria e Polonia, hanno sfruttato il potere di veto. Meloni ha replicato citando l’esitazione della Germania davanti alla proposta di mettere un limite massimo al prezzo del gas. A proposito del gas comunque i due leader politici sono relativamente allineati: entrambi sono d’accordo sulla necessità di slegare il prezzo del gas da quello dell’energia elettrica.

Parlando invece di lavoro, Letta ha difeso il reddito di cittadinanza e ha proposto l’introduzione di un «contratto di primo impiego» al posto degli stage gratuiti. Meloni ha invece definito discriminatorio il reddito di cittadinanza, perché avrebbe messo nella stessa situazione persone che non potevano lavorare e altre che invece sì, e ha proposto di ridurre le tasse per le aziende che assumono.

Riguardo all’immigrazione Meloni ha accusato gli ultimi governi di non essere riusciti a fermare quella illegale e favorire invece quella regolare, e ha detto che servirebbe un accordo negoziato tra l’Unione Europea e i paesi del Nord Africa per fermare la prima. Letta ha replicato dicendo «vedo che finalmente non si parla più del blocco navale» e poi ha aggiunto la necessità di riaprire le quote per l’immigrazione regolare e di introdurre lo ius scholae, che lega il riconoscimento della cittadinanza a un percorso scolastico per i minori che non ce l’hanno dalla nascita. I due si sono poi scontrati soprattutto sul giudizio nei riguardi degli atteggiamenti sull’immigrazione di altri paesi europei.

Nella parte finale del confronto si è parlato anche di diritti civili e in particolare delle coppie omosessuali. Meloni ha detto che le unioni civili «vanno bene così» ma di non essere d’accordo sul «diritto di adozione da parte delle coppie omosessuali»: «Ritengo che a bambini che già sono stati sfortunati occorra garantire il massimo. E il massimo, dal mio punto di vista […], è avere un padre, una madre, stabilità nella coppia, quello che prevede la nostra legge, che cerca di offrire il massimo». Letta è intervenuto per dire che «ai bambini bisogna dare amore», al che Meloni lo ha interrotto:

«L’amore non c’entra niente, lo stato non norma l’amore, Enrico Letta»

«Appunto», ha replicato Letta.

Alla fine del confronto i due leader politici si sono detti d’accordo sul fatto che in nessun caso i loro partiti saranno alleati per la formazione di un governo dopo le elezioni, anche nel caso in cui si creasse un governo di unità nazionale.

Un riassunto più dettagliato del confronto si può leggere sul Corriere, qui.