Le foto della manifestazione degli operai a Torino

Oltre diecimila persone hanno preso parte al corteo per chiedere a Stellantis di tornare a investire sullo stabilimento di Mirafiori, dove si producono sempre meno auto

Il corteo degli operai per chiedere il rilancio di Mirafiori, a Torino
Il corteo degli operai per chiedere il rilancio di Mirafiori, a Torino (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)
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Venerdì a Torino oltre diecimila persone hanno partecipato alla manifestazione organizzata dai sindacati per chiedere a Stellantis di tornare a investire sullo stabilimento di Mirafiori e in generale in Italia: dall’inizio dell’anno a Mirafiori tremila operai sono in cassa integrazione e la produzione di auto è dimezzata rispetto al 2023. Oltre agli operai, venerdì hanno preso parte al corteo anche gli impiegati, i quadri, le associazioni, gli studenti, perfino i piccoli imprenditori dell’indotto.

I sindacalisti intervenuti al termine del corteo hanno detto che i 17mila operai dipendenti di Stellantis hanno bisogno di risposte e con loro i 57mila addetti dell’indotto. Nell’ultimo anno Stellantis ha fortemente ridotto e in alcuni casi azzerato le commesse alle imprese fornitrici di sedili, tettucci, filtri dell’aria, filtri dell’olio e centinaia di altri componenti. Senza più lavoro, le aziende che dipendono direttamente da Stellantis hanno dovuto ridurre la produzione, chiedere la cassa integrazione e in alcuni casi chiudere.

Tra queste ci sono la Lear di Grugliasco, che produce sedili, con i suoi 410 lavoratori, e la Delgrosso di Nichelino dove prima del fallimento lavoravano 108 persone. La riduzione delle auto prodotte a Mirafiori sta creando molte difficoltà anche alla Marelli Automotive Lighting, alla Denso di Poirino, alla PrimoTECS di Avigliana e alla SKF, azienda svedese che produce cuscinetti a sfera con più stabilimenti in provincia di Torino.

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Mercoledì l’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares aveva incontrato i sindacati e rassicurato sugli investimenti, senza però dare certezze sulla produzione di nuovi modelli in Italia. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, insieme al presidente del Piemonte Alberto Cirio e al sindaco di Torino Stefano Lo Russo, avevano chiesto a Stellantis di portare a Mirafiori la produzione di un nuovo modello – per esempio nuove versioni della 500 – per tornare a costruire almeno 200mila auto all’anno. Lo stesso chiedono da mesi i sindacati.

Negli ultimi mesi il governo ha criticato più volte Stellantis per via degli scarsi investimenti dell’azienda in Italia. I sindacati hanno sollecitato l’apertura a un produttore straniero, una soluzione che consentirebbe di creare più concorrenza. A febbraio il ministro Urso ha detto che l’arrivo di un secondo produttore è un progetto a cui il governo sta lavorando da mesi. Si era parlato di una trattativa con BYD, azienda cinese produttrice di auto elettriche, ma non se n’è fatto nulla. «I lavoratori non vogliono pagare il conto delle schermaglie tra governo e azienda: vogliono risposte», ha detto il segretario della Fiom-Cgil, Michele De Palma, al termine del corteo di venerdì. «Se non le avranno sono pronti ad andare fino a Palazzo Chigi».

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