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  • Venerdì 22 marzo 2024

Uno dei più grossi attacchi russi contro le infrastrutture energetiche ucraine

Sono stati lanciati missili contro varie centrali elettriche, ed è stata colpita anche la più grande diga del paese

Il luogo di un attacco nella regione di Zaporizhzhia, in Ucraina (dal canale Telegram del capo dell'amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia, Ivan Fedorov, via AP)
Il luogo di un attacco nella regione di Zaporizhzhia, in Ucraina (dal canale Telegram del capo dell'amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia, Ivan Fedorov, via AP)
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Venerdì la Russia ha compiuto un grosso attacco aereo contro le infrastrutture energetiche ucraine, che ha lasciato più di un milione di persone senza elettricità in varie regioni del paese. Il ministro dell’Energia ucraino, German Galushchenko, lo ha definito il più grave degli ultimi tempi. Secondo lui sarebbe un tentativo «non solo di danneggiare» i sistemi energetici del paese, ma di portarli a un «collasso su larga scala», come già la Russia aveva provato a fare alla fine del 2022.

Gli attacchi hanno colpito centrali elettriche, linee della tensione ed edifici residenziali. Inoltre è stata danneggiata la più grande diga e centrale idroelettrica del paese, la DniproGES, sul fiume Dnipro nella regione di Zaporizhzhia. Nella centrale si è sviluppato un incendio e sono intervenuti i vigili del fuoco, ma secondo l’azienda che gestisce le dighe ucraine non ci sarebbero rischi di cedimento.

Inoltre gli attacchi hanno danneggiato la linea elettrica principale che collega la diga alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. La centrale è occupata dalla Russia e ha bisogno di un flusso costante di energia per mantenere freddo il materiale nucleare all’interno: una sua interruzione totale e prolungata potrebbe portare al rischio di incidenti nucleari. La fornitura di energia è stata comunque garantita dalle linee secondarie, e nella mattinata di venerdì è stata ripristinata anche quella principale.

Un filobus distrutto nell’incendio della diga e centrale idroelettrica DniproGES (dal canale Telegram di Petro Andryuschenko, consigliere del capo dell’amministrazione di Mariupol, via AP)

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha detto che 110mila persone sono senza elettricità nella regione di Poltava, nell’est dell’Ucraina, 250mila persone nella regione di Dnipropetrovsk, nella parte centrale del paese, e 200mila nella regione di Odessa, nel sudovest. Inoltre manca l’elettricità a Zaporizhzhia, nel sud, e a Kharkiv, la seconda città più grande del paese, nel nordest. Secondo Kuleba i danni dovrebbero essere riparati entro fine giornata. L’agenzia elettrica statale ha detto che alcuni paesi vicini, fra cui la Romania, la Slovacchia e la Polonia, stanno fornendo energia dalle proprie reti elettriche per supportare quella ucraina.

Il ministro dell’Interno ucraino, Igor Klymenko, ha detto che gli attacchi nella notte fra giovedì e venerdì hanno ucciso due persone e ferito altre 14. Il governatore della regione di Zaporizhzhia ha parlato di una terza persona uccisa. Non è chiaro se le persone siano state uccise dagli attacchi alle infrastrutture energetiche o ad altri obiettivi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che sono stati colpiti anche edifici residenziali e un tram.

Secondo il ministero della Difesa ucraino, la Russia ha usato 63 droni di fabbricazione iraniana Shahed e 88 missili, e la contraerea ucraina è riuscita ad abbatterne rispettivamente solo 55 e 37, un numero piuttosto basso. Secondo Reuters questo sarebbe dovuto all’alto numero di missili da crociera e ipersonici, tipologie di missili più difficili da abbattere.

Gli attacchi dell’ottobre del 2022 contro le centrali elettriche ucraine erano stati rivendicati dalla Russia come una ritorsione contro le esplosioni che avevano danneggiato il ponte di Kerch, che collega la Russia alla Crimea, una penisola ucraina occupata illegalmente dal 2014 dalla Russia. Quelli di venerdì potrebbero invece essere una ritorsione per i recenti attacchi ucraini contro le raffinerie e alcune città di confine russe.

I danni subiti dalle infrastrutture energetiche nel corso della guerra hanno conseguenze anche economiche: l’Ucraina è un paese esportatore di energia elettrica, dato che soprattutto in epoca sovietica, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, sul suo territorio furono costruite diverse centrali nucleari e a carbone, sistemi idroelettrici e linee di trasmissione per vendere energia ai paesi dell’Europa occidentale. Secondo stime citate dal New York Times, prima della pandemia l’Ucraina produceva circa il doppio dell’energia elettrica consumata all’interno del territorio nazionale e ne vendeva la maggior parte ai paesi dell’Unione europea. I guadagni ottenuti dalla vendita di energia hanno contribuito a sostenere l’economia ucraina anche durante i mesi di guerra.