Come si sceglie un nuovo James Bond

L'attore che interpreta il più famoso agente segreto del cinema deve essere sicuramente britannico: su tutto il resto si può discutere

Aaron Taylor-Johnson al Locarno Film Festival. Locarno, 3 agosto 2022 (Jacopo M. Raule/Getty)
Aaron Taylor-Johnson al Locarno Film Festival. Locarno, 3 agosto 2022 (Jacopo M. Raule/Getty)
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Sono trascorsi quasi tre anni dall’uscita di No Time To Die, il 25esimo film dedicato a James Bond e l’ultimo con Daniel Craig nel ruolo di protagonista. Da allora riviste specializzate e addetti ai lavori hanno pubblicato in più occasioni indiscrezioni sull’identità dell’attore che interpreterà per la settima volta l’agente segreto creato dallo scrittore britannico Ian Fleming. Negli scorsi mesi erano stati fatti diversi nomi, tra cui quelli di Henry Cavill, Regé-Jean Page, Tom Hardy e Idris Elba. Barbara Broccoli, la direttrice di EON Productions (la società che controlla il 50 per cento del franchise e detiene un «inviolabile controllo creativo» sul personaggio di Bond), aveva però smentito tutte queste ipotesi, dicendo anzi che i casting per la scelta del nuovo attore non fossero «neppure iniziati».

Si è tornati a parlare del nuovo possibile Bond anche questa settimana, dopo che il tabloid britannico The Sun ha scritto che il ruolo era stato «formalmente offerto» all’attore britannico Aaron Taylor-Johnson, conosciuto per avere recitato in film come Kick-Ass, Nowhere Boy e Tenet. La notizia è stata però smentita da una fonte vicina all’attore, secondo cui Taylor-Johnson non avrebbe ancora avuto nessun contatto con EON. Taylor-Johnson non ha comunque escluso questa possibilità, anzi: la scorsa settimana ha detto alla rivista Numéro che considera «meraviglioso» che la gente lo ritenga adatto per quel ruolo.

Le discussioni sul nuovo attore che interpreterà Bond generano sempre un grande interesse tra gli appassionati della serie, e sono un argomento trattato frequentemente delle riviste che si occupano di cinema e cultura pop, che negli ultimi tre anni hanno pubblicato lunghi articoli dedicati ai profili più probabili e ai motivi per cui un determinato attore potrebbe essere più adatto al ruolo rispetto a un altro. Tuttavia, in tutti i casi si tratta di ipotesi impossibili da verificare, anche perché storicamente EON ha mantenuto una certa segretezza sul processo di selezione.

Nel 2021 Jaap Verheul, autore di un’approfondita antologia accademica sull’impatto culturale del personaggio, spiegò in un’intervista data all’emittente britannica BBC che scegliere un attore adatto a interpretare Bond è piuttosto complesso, dato che bisogna bilanciare due esigenze. Da un lato bisogna scegliere un profilo in grado di esaltare le caratteristiche tipiche e un po’ stereotipate del personaggio, come la sfrontatezza, l’autocompiacimento e i gusti raffinati; dall’altro è necessario adattare il personaggio allo spirito del tempo, lavorare sulla caratterizzazione per rendere il suo modo di fare e il suo lessico il più contemporanei possibili.

Insomma, quasi sicuramente il nuovo Bond continuerà a guidare Aston Martin, bere Vodka Martini «agitato, non mescolato» ed esercitare la sua “licenza di uccidere” cercando di salvare il mondo dal cattivo di turno. Tuttavia, pur mantenendo fermi questi aspetti, dovrà essere in grado di dare risalto a delle caratteristiche che possano in qualche modo distinguerlo dai sei attori che lo hanno preceduto. Da questo punto di vista i film su Bond sono interessanti perché, nel loro restare sempre un po’ uguali a sé stessi, cambiano sempre.

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Negli ultimi anni alcuni franchise con una lunga storia alle spalle e che, un po’ come accade nella serie di film di Bond, si distinguono per la particolarità di fare interpretare lo stesso personaggio ad attori diversi, hanno scelto di marcare una discontinuità con il passato affidando il ruolo a una donna. È accaduto per esempio nel caso della serie britannica di fantascienza Doctor Who, che nel 2017 scelse di affidare per la prima volta il ruolo del “Dottore” (il protagonista della serie) a un’attrice, Jodie Whittaker. Più recentemente, il ruolo è andato per la prima volta a un attore nero, Ncuti Gatwa.

Dopo l’uscita di No Time To Die diversi articoli avevano suggerito che, forse, anche EON avrebbe potuto fare una scelta simile. Oltre alla spesso discussa possibilità che la scelta ricadesse su Idris Elba, attore nato a Londra da genitori africani, questa suggestione era stata alimentata anche dal fatto che nell’ultimo film l’attrice Lashana Lynch interpretava Nomi, un’agente di grado “doppio zero” – e che quindi ha come Bond licenza di uccidere.

Subito dopo l’uscita del film Broccoli aveva però negato questa possibilità, spiegando che dal suo punto di vista EON dovrebbe «creare ruoli per donne, non trasformare un uomo in una donna», e che l’inserimento di un personaggio come Nomi era funzionale a questo obiettivo. Il prossimo Bond sarà quindi un maschio, anche perché Lynch potrebbe diventare la protagonista di un film spin-off dedicato al personaggio di Nomi.

Oltre a essere maschio, EON richiede che l’attore che interpreta Bond debba essere per forza di cose britannico, anche per essere il più fedele possibile al personaggio ideato da Fleming. In teoria, questo requisito non implica che debba trattarsi per forza di un attore bianco; per esempio, rispondendo a una domanda su questo aspetto, nel 2021 Broccoli disse che «i britannici possono essere di qualsiasi etnia», e che quindi il successore di Craig avrebbe potuto essere anche un attore nero, purché per l’appunto britannico.

Un altro aspetto spesso citato quando si parla del personaggio di Bond è che, tradizionalmente, interpretare questo ruolo fa diventare di primissimo piano attori che prima non lo erano del tutto.

Per esempio, quando nel 2005 Craig fu scelto per interpretare il sesto Bond, ci furono molte critiche e non poche battute. A molti non piaceva che Craig avesse gli occhi blu e i capelli chiari (non si è mai visto un «Bond biondo», scrisse qualcuno). Ci fu inoltre chi parlò di lui come di un “James Bland” (dall’aggettivo “bland”: scialbo, insipido, insulso). Il Daily Mirror andò perfino a intervistare uno che si chiamava davvero James Bland, e quel tizio disse, rivolgendosi a Craig attraverso le pagine del tabloid: «Sarei un Bond migliore di te». Seguirono – mentre Craig iniziava le riprese di Casino Royale, il primo film in cui sarebbe stato Bond – critiche al fatto che pareva si fosse scottato per il troppo sole sul set alle Bahamas, e altre ancora al fatto che non sarebbe stato in grado di guidare con il cambio manuale e nuotare bene.

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Nonostante le critiche iniziali (che a modo loro ci sono sempre state, per ogni Bond da Sean Connery in poi), alla fine Craig fu un Bond apprezzatissimo, e secondo diversi addetti ai lavori i film in cui ha recitato – Casino Royale, Quantum of Solace, Skyfall, Spectre e No Time to Die – hanno contribuito a rendere nuovamente rilevante e interessante il personaggio. Alla fine del suo lavoro come James Bond, è piuttosto largamente considerato il migliore James Bond di sempre insieme a Pierce Brosnan, che lo interpretò tra il 1994 e il 2004, e a Sean Connery, in realtà inarrivabile e ritenuto di solito il più iconico e importante tra gli 007.

Ma in realtà non c’è nessun attore che abbia interpretato James Bond a essere considerato davvero negativamente. Il meno amato, George Lazenby, recitò soltanto in Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà del 1969, ed è oggi più dimenticato che disdegnato. Timothy Dalton, che fu James Bond in due film tra il 1986 e il 1994, non riscosse successo ma non viene ricordato per aver fatto un brutto lavoro. Roger Moore fu 007 per ben sette film, e sebbene fece rimpiangere a molti Connery oggi è perlopiù ricordato positivamente. Il casting per 007, insomma, non ha mai davvero fatto disastri, anzi.

Un altro aspetto emerso dalle interviste delle persone che lavorano alla serie di film di Bond è che gli attori scelti per interpretarlo non devono essere necessariamente giovanissimi, anzi: chi si occupa dei casting spesso tende a privilegiare profili maturi e con una certa esperienza.

Debbie McWilliams, la direttrice dei casting dei film di EON, ha detto a Radio Times che tra il 2002 e il 2005, quando ci furono i colloqui per la scelta del successore di Pierce Brosnan, aveva in mente di interrompere questa consuetudine e affidare il ruolo a un attore molto giovane, «anche sui vent’anni». McWilliams ha raccontato che le sembrava la strategia più conveniente, dato che un profilo così giovane avrebbe potuto interpretare Bond per molti anni e rendere al meglio la sua evoluzione, film dopo film.

Tuttavia gli attori più giovani presi in considerazione si dimostrarono inadatti, perché secondo McWilliams e gli altri selezionatori non avevano abbastanza esperienza per rendere al meglio un ruolo così complicato: alla fine fu scelto proprio Craig, che ai tempi aveva 38 anni.

Michael G. Wilson, un collega di McWilliams, ha rivelato a Esquire uno dei dettagli dei processi di casting, ossia l’esercitazione che viene richiesta a ogni attore che si presenta alle audizioni. Tutti i candidati devono interpretare la scena del film A 007, dalla Russia con amore (1963) in cui Bond, ai tempi interpretato da Connery, incontra per la prima volta Tatiana Romanova (Daniela Bianchi) in una camera d’albergo. «Chiunque riesca a portare a termine quella scena è giusto per Bond», ha detto Wilson. «È difficile da fare».

La scelta del prossimo Bond, comunque, sarà solo un punto di partenza. Da lì, anche a seconda del tipo di attore scelto, bisognerà decidere una serie di altri aspetti, tutti a loro modo dipendenti dal tipo di scelta fatta. Primo fra tutti, a chi far scrivere e dirigere il prossimo film. In questo caso con ben più concrete possibilità che ci siano una sceneggiatrice o una regista: si fanno per esempio i nomi di Patty Jenkins, regista di due film su Wonder Woman (ma con già un paio di altri impegnativi film su cui lavorare nel prossimo futuro) o di Cate Shortland, regista di Black Widow.

Sarà poi necessario scegliere cosa raccontare e come farlo. Solitamente, pur rispettando la trama dei libri di Fleming, i film di Bond provano a tenere conto dell’attualità e delle cose che accadono del mondo. Di conseguenza, il nuovo James Bond potrebbe doversi confrontare con temi che fino a una quindicina di anni fa erano meno rappresentati al cinema rispetto a quanto accade oggi, come l’impatto delle intelligenze artificiali nella vita quotidiana, la disinformazione e il cambiamento climatico.

È inoltre probabile che anche con il prossimo film proverà a suo modo a riflettere, e far riflettere il suo protagonista, su cosa significhi essere Bond nel Ventunesimo secolo. Una cosa che in misura minore era già iniziata nei film con Brosnan: dove il protagonista veniva definito da M, il suo capo interpretato da Judi Dench, «un dinosauro misogino e sessista, una reliquia della Guerra Fredda». Come e con quale intensità lo farà, dipenderà però molto da che tipo di Bond verrà scelto.

Ci sarà anche da ragionare su chi dovrà essere il nemico di Bond, quale sarà e quale forma avrà l’organizzazione che dovrà fronteggiare. Anche qui è tutto fermo alle semplici ipotesi. Alcune riviste di settore hanno scritto che, sempre nell’ottica di modernizzare Bond, probabilmente non si sceglierà, come spesso accaduto in passato, un antagonista con un qualche tipo di deformazione facciale. Una scelta ormai poco originale, che tra l’altro tende ad associare la deformità a qualcosa di sinistro, preoccupante e cattivo. Peraltro nei libri scritti da Ian Fleming, il creatore del personaggio di James Bond, era proprio Bond ad avere una vistosa cicatrice sul volto.