Doctor Who, spiegato

Cos'è stata e cos'è oggi la serie di fantascienza più longeva di sempre, da sessant'anni parte della cultura pop del Regno Unito

di Viola Stefanello

(BBC)
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Il 23 novembre del 1963 sul canale principale della BBC, la televisione pubblica britannica, venne trasmesso il primo episodio di «una nuova serie televisiva del sabato pomeriggio, che tratta di avventure nel tempo e nello spazio». Si chiamava Doctor Who, e doveva servire a educare i bambini inglesi alla storia e alla geografia: nella serie, un alieno dalla forma umana chiamato il Dottore mostrava loro un nuovo periodo storico o posto del mondo, combattendo strada facendo con mostri di vario tipo.

Sarebbe diventata invece la serie di fantascienza più longeva della storia, nonché uno dei fenomeni culturali condivisi più amati del Regno Unito e degli appassionati del genere in tutto il mondo, citato da decine di altre serie tv tra cui Futurama, Sherlock, i Simpson e Derry Girls, ma anche da musicisti come i Radiohead e i Pink Floyd, che nella propria canzone “One of these days” campionarono la storica sigla della serie.

Da allora sono stati mandati in onda 871 episodi, per un totale di 39 stagioni, interrotte da una lunga pausa tra il 1989 e il 2005. A permettere una tale longevità della serie fu un’intuizione degli sceneggiatori iniziali: dato che William Hartnell, il primo attore a interpretare il Dottore, si ammalò gravemente e cominciò a dimenticarsi le battute sul set, decisero che il Dottore dovesse avere il potere di “rigenerarsi”, ovvero di cambiare completamente aspetto e personalità, venendo interpretato da attori diversi ma rimanendo sempre lo stesso personaggio. Da allora, l’annuncio di una nuova rigenerazione del Dottore nel Regno Unito e nella comunità di fan – piuttosto nutrita anche in Italia, dove per anni è stata mandata in onda da Rai 4 – è un momento molto atteso e commentato.

La più recente è stata Jodie Whittaker, la prima donna a interpretare il Dottore. Ma nell’ultima puntata della tredicesima stagione, andata in onda lo scorso inverno, si è rigenerata in David Tennant, attore che aveva già interpretato il Dottore tra il 2005 e il 2010, contribuendo moltissimo alla popolarità internazionale del personaggio. Tennant sarà quindi il protagonista dei tre episodi speciali di Doctor Who che usciranno su Disney+ per il sessantesimo anniversario della serie il 25 novembre.

In realtà, all’epoca della sua trasmissione il primo episodio non andò benissimo. Soltanto il giorno prima della sua messa in onda era stato assassinato il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy, e furono in pochi a seguire la prima puntata, che partiva da premesse un po’ bislacche. Nel primo episodio, “An unearthly child”, due insegnanti seguivano verso casa la loro allieva più brillante e misteriosa, scoprendo che viveva in una cabina telefonica blu, di quelle che all’epoca nel Regno Unito si usavano per chiamare la polizia se si assisteva a un crimine, dato che i cellulari non esistevano. I due insegnanti riuscivano a entrare nella cabina e scoprivano che all’interno era molto più grande che all’esterno, e che per di più aveva la forma di una navicella spaziale avanzatissima. Al suo interno ci trovavano la propria allieva ma anche un vecchio molto eccentrico, il Dottore, che decideva di rapirli, portandoli in un viaggio nel tempo e finendo nell’epoca preistorica.

“An unearthly child” fece dei pessimi ascolti, ma fu riproposto nuovamente la settimana dopo insieme al secondo episodio. Per un’intera generazione di ragazzini inglesi (e per molti dei loro genitori) fu l’inizio di una grande passione: anche l’attuale re d’Inghilterra, re Carlo III, nel 2013 visitò il set di Doctor Who a Cardiff, nel Galles, per dire al cast che era stato un grande fan fin dagli anni Sessanta.

La serie fu messa in pausa per una quindicina d’anni tra il 1989 e il 2005, anche se mai formalmente cancellata, perché secondo i produttori non poteva competere con la qualità dei film di fantascienza del periodo, soprattutto dopo l’uscita di Star Wars. Fu però riproposta nel 2005 dal produttore e sceneggiatore Russell T. Davies, che modernizzò fortemente la serie, allungando gli episodi e introducendo trame un po’ più complesse, che interessassero anche agli adulti. Funzionò molto bene: Doctor Who ottenne una popolarità internazionale che non aveva mai avuto fino a quel momento, anche perché intercettò un pubblico giovane che cercava nuove storie a cui affezionarsi in un momento in cui non c’era un grande affollamento di proposte televisive interessanti.

Nel 2013, secondo i calcoli della BBC, oltre dieci milioni di persone guardarono l’episodio speciale per il cinquantesimo anniversario della serie soltanto nel Regno Unito. Oggi, dopo qualche stagione seguita da un numero calante di fan per via di varie scelte di sceneggiatura intricate e poco azzeccate, sembra che la BBC stia investendo per riottenere l’attenzione dei fan che ha perso per strada e per attirarne di nuovi.

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In sostanza, Doctor Who è una serie che racconta le avventure del Dottore, un alieno che assomiglia a un essere umano ma appartiene in realtà alla razza dei cosiddetti Signori del Tempo. Il Dottore ha un nome che non è solo “Dottore”, ma lo tiene gelosamente segreto: il nome della serie viene dal fatto che spesso i personaggi che lo incontrano provano a capire se abbia un nome intero, domandandogli «Doctor Who?», tradotto in italiano con «Dottore chi?». La sua arma principale è un “cacciavite sonico”, che gli permette tra le altre cose di scassinare facilmente le serrature e manomettere o aggiustare macchinari e computer.

I Signori del Tempo hanno due cuori al posto di uno, provengono dal pianeta Gallifrey e sono capaci di viaggiare nel tempo e nello spazio grazie a navicelle spaziali senzienti chiamate TARDIS, che sta per “time and relative dimension in space” (letteralmente “tempo e relativa dimensione nello spazio”). I TARDIS permettono a chiunque ci viaggi di capire e parlare qualsiasi lingua, e in teoria hanno un “meccanismo camaleonte” che permette loro di mimetizzarsi con il contesto del luogo e del tempo in cui atterrano.

Quello usato dal Dottore è però difettoso e quindi è rimasto bloccato nella forma di una “police box”, una grossa cabina telefonica blu tipicamente inglese. Questo fa sì che l’arrivo del Dottore non passi inosservato ovunque vada: è strano che una cabina telefonica blu appaia in un angolo dell’impero azteco o nell’antica Roma. Nonostante da fuori non sembri molto grande, al suo interno il TARDIS è gigantesco, e nel tempo ha mostrato di potersi ampliare e restringere in base alle necessità del Dottore: per questo, una delle citazioni più celebri della serie è «It’s bigger on the inside!», «È più grande all’interno!».

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I Signori del Tempo sono stati esposti agli effetti di un vortice temporale che si trovava su Gallifrey talmente a lungo che il loro DNA si è evoluto per permettere le “rigenerazioni”: ogni Signore del Tempo può cambiare completamente aspetto e, in parte, personalità, ogni volta che sta per morire. È comunque possibile uccidere un Signore del Tempo fermando il processo di rigenerazione prima che si completi.

In teoria, storicamente gli sceneggiatori avevano deciso che i Signori del Tempo non erano immortali, ma potevano rigenerarsi soltanto tredici volte: con il tempo sono però state trovate delle scappatoie per permettere alla serie di continuare. Di conseguenza, gli attori che hanno interpretato il Dottore nel corso dei decenni sono tantissimi, ognuno di loro riconoscibile per la personalità e lo stile diverso dagli altri. Tra i più amati ci sono Tom Baker (il Quarto Dottore, tra il 1974 e il 1981), David Tennant (che è stato il Decimo Dottore tra il 2005 e il 2010 e sta tornando come Quattordicesimo Dottore per il sessantesimo anniversario) e Matt Smith (l’Undicesimo Dottore, tra il 2010 e il 2013), ma tra i fan della serie ci sono grandi estimatori di ognuna delle persone che nel tempo l’hanno interpretato.

L’età precisa del Dottore non è chiara: ha sicuramente almeno un migliaio di anni, probabilmente molti di più, e per questo risulta essere quasi sempre la persona più scaltra, intelligente e saggia della situazione, anche se una delle principali qualità del personaggio nel corso del tempo è stata quella di riconoscere le qualità e l’importanza dell’esperienza di vita di tutte le persone che incontra. Molto affezionato al genere umano, il Dottore viaggia quasi sempre insieme a dei compagni, dei personaggi fondamentali per la storia: spesso li porta ad esplorare lo spaziotempo con lui, e gli tengono compagnia in un’esistenza che sarebbe altrimenti piuttosto solitaria. Nelle nuove stagioni – quelle cominciate nel 2005 – si scopre infatti che quasi tutti i Signori del Tempo sarebbero stati uccisi in una rovinosa Guerra del Tempo contro i Dalek, in cui il Dottore stesso ha combattuto.

Alcune delle puntate di Doctor Who approfondiscono il rapporto del Dottore con il proprio pianeta d’origine e la propria gente, nonché il suo ruolo nella loro storia. Molto più spesso, però, il Dottore semplicemente gironzola: esplora pianeti lontani dove sta succedendo qualcosa di strano, oppure risponde alla richiesta d’aiuto di un essere umano minacciato da un mostro alieno, oppure ancora si trova coinvolto in eventi storici importantissimi. C’è un episodio in cui visita Pompei poco prima dell’eruzione e un altro in cui diventa l’amante della nobile francese Madame de Pompadour, uno (molto amato dai fan) in cui aiuta Vincent van Gogh a liberarsi da un mostro che lo sta perseguitando e un altro in cui si trova su una navicella spaziale dove una serie di gente ricchissima si è data appuntamento per guardare l’ultimo giorno della Terra ascoltando Toxic di Britney Spears. Nel corso delle puntate si incontrano Mary Shelley e William Shakespeare, Nikola Tesla e Adolf Hitler, Charles Dickens e Agatha Christie.

È una serie a tratti ridicola, che contiene citazioni come «la gente pensa che il tempo sia una mera progressione di cause ed effetti, ma in realtà, da un punto di vista non lineare e non soggettivo, è più una grossa palla di traballante e traballosa… roba… temporaleggiante». Non si fa problemi a modificare un po’ i fatti storici effettivamente avvenuti per poterci infilare il Dottore, e soprattutto all’inizio era prodotta con un budget molto basso e quindi ha degli effetti speciali molto poco credibili. I membri del cast sono però quasi sempre attori molto bravi, e capita spesso che negli episodi ci siano comparsate di attori celebri, soprattutto inglesi.

Nonostante la qualità produttiva talvolta un po’ dozzinale, negli anni Doctor Who si è costruito un pubblico molto devoto, che ne apprezza i momenti di profondità emotiva, il senso dell’umorismo spiccatamente inglese e l’intrinseca stranezza e originalità. Soprattutto tra il 2009 e il 2013, con David Tennant prima e Matt Smith poi a interpretare il Dottore, grazie a piattaforme digitali molto popolate da teenager e appassionati di fantascienza come Tumblr divenne un fenomeno di massa anche fuori dal Regno Unito.

Contribuì sicuramente il fatto che per capire e seguire Doctor Who non è necessario guardare tutte le serie precedente (anche perché molti episodi delle stagioni del secolo scorso sono stati persi per sempre, perché la BBC non ne ha preservato alcuna copia), ma è sufficiente scegliere la prima puntata di un nuovo Dottore. In Italia in quel periodo la serie era mandata in onda su Rai 4: oggi, dopo un periodo su Netflix, si può guardare quasi tutta su Amazon Prime Video, anche se mancano le ultime tre stagioni, quelle che hanno come protagonista l’unica attrice ad aver interpretato il Dottore, Jodie Whittaker.

L’attenzione cominciò a diminuire dal 2013, quando Matt Smith fu sostituito da Peter Capaldi ma soprattutto quando Steven Moffat, lo sceneggiatore che aveva sostituito Russell T. Davies nel 2009, cominciò a sviluppare delle trame molto cervellotiche, considerate da molti troppo faticose da seguire e lontane dallo spirito originario di Doctor Who. Moffat fu sostituito nel 2017 da Chris Chibnall, che in precedenza aveva lavorato soprattutto a una serie ambientata nell’universo di Doctor Who in cui però il Dottore veniva soltanto nominato, Torchwood, che segue principalmente uno dei personaggi secondari più amati della serie, il capitano Jack Harkness, ma che diversi fan considerano non molto riuscita.

Le stagioni scritte da Chibnall dal 2017 al 2022 – quelle in cui il Dottore è interpretato da Whittaker, appunto – hanno avuto ascolti molto più bassi di quelle precedenti e sono considerate sia dai fan che dalla critica particolarmente deboli e dispersive. In seguito alla tredicesima stagione Chibnall dovette persino pubblicare un video sul sito della BBC per spiegare cos’era successo nelle puntate, dato che moltissimi spettatori avevano detto di essere stati molto confusi dalla trama, che tra le altre cose smentiva diversi elementi che in precedenza erano dati per assodati.

Nel 2022 la BBC decise di richiamare Russell T. Davies, il produttore che aveva lavorato al ritorno di Doctor Who nel 2005, come produttore e sceneggiatore della serie dagli speciali per il sessantesimo anniversario in poi. Davies disse subito che negli episodi speciali come Dottore non ci sarebbe più stata Whittaker – che ha avuto la propria ultima scena alla fine della tredicesima stagione – ma di nuovo David Tennant, forse il più amato tra i Dottori degli ultimi vent’anni. Davies ha specificato che Tennant resterà soltanto per gli episodi speciali e che non incarnerà il Decimo Dottore, come ha fatto finora, ma un nuovo Quattordicesimo Dottore: è la prima volta nella storia della serie che lo stesso attore interpreta due diverse incarnazioni del Dottore, e già questo ha intrigato parte dei fan di lunga data che avevano smesso di seguire la serie da Capaldi in poi.

Inoltre è già stato annunciato l’attore che interpreterà il Dottore dalla quattordicesima stagione in poi: si tratta di Ncuti Gatwa, attore ruandese naturalizzato britannico che si identifica come queer e che è diventato famoso grazie al ruolo dell’adolescente gay Eric Effiong nella serie Netflix Sex Education. Anche questa è stata vista come una mossa intelligente per attrarre nuovi spettatori e spettatrici giovani, appassionati di serie tv ma non ancora fan di Doctor Who.