“Sherlock”, dove eravamo rimasti

Un riassunto delle puntate precedenti, che di tempo ne è passato parecchio: la nuova stagione comincia oggi su Netflix

Domenica 1 gennaio è andato in onda nel Regno Unito e negli Stati Uniti il primo episodio della quarta stagione di Sherlock, la serie tv britannica ispirata al personaggio dell’investigatore Sherlock Holmes, con protagonisti Benedict Cumberbatch (nel ruolo di Holmes) e Martin Freeman (che interpreta il dottor Watson). Sherlock è una delle serie di maggior successo negli ultimi anni e l’episodio di domenica, intitolato “The Six Thatchers”, era molto atteso: la terza stagione era infatti andata in onda due anni fa, all’inizio del 2014, e da allora c’era stato un solo episodio, lo speciale “L’abominevole sposa” andato in onda il primo gennaio 2016. Da lunedì 2 gennaio “The Six Thatchers” è disponibile sul catalogo italiano di Netflix, che ne ha acquistato i diritti (prima appartenevano a Mediaset). La quarta stagione di Sherlock sarà composta da altri due episodi, che andranno in onda nel Regno Unito e negli Stati Uniti l’8 e il 15 gennaio, e saranno disponibili su Netflix Italia il giorno successivo. Visto quanto tempo è passato, abbiamo messo insieme un breve ripasso su dove eravamo rimasti: quello della cascata era un sogno? E Moriarty non era morto?

Il mistero dell’ultimo episodio
Lo speciale “L’abominevole sposa” era ambientato nella Londra di fine Ottocento, ma era in realtà una proiezione mentale dello stesso Sherlock (nel suo “mind palace”), che aveva deciso di analizzare un caso di cronaca vecchio di oltre cento anni per provare a capire come Moriarty fosse tornato in vita (ci arriviamo, se vi mancano dei pezzi). Sherlock quindi prende delle droghe e si immagina, insieme a Watson, mentre assiste al suicidio di una donna, Emelia Ricoletti, che nel giorno del suo anniversario di matrimonio spara dei colpi con due pistole da un balcone, prima di uccidersi con un colpo in bocca. La notte seguente il marito di Ricoletti viene ucciso, secondo i testimoni dalla stessa moglie. Dopo molte difficoltà, Sherlock scopre che la donna in realtà non si era sparata in testa ma aveva fatto fuoco con l’altra pistola, puntata verso il basso, simulando il rumore dello sparo: e aveva ucciso suo marito, facendosi uccidere solo dopo. Sherlock scopre che Ricoletti apparteneva a una specie di setta di donne maltrattate dai mariti, che si travestivano da fantasmi per ucciderli. Verso la fine dell’episodio, pensando di aver risolto un secondo caso di omicidio per il quale era stato ingaggiato, Sherlock si avvicina a una donna con un velo da sposa, credendo che sia una membra della setta. Sollevato il velo, scopre invece Moriarty.

Dove eravamo rimasti con Moriarty
Moriarty era comparso già nella prima stagione: il suo nome era stato fatto per la prima volta nel primo episodio, dal tassista che faceva suicidare le persone, che aveva rivelato a Sherlock che Moriarty era il suo sponsor. Sherlock e Moriarty si erano incontrati per la prima volta nel terzo episodio, nella piscina. I due si erano poi confrontati diverse volte nella seconda stagione, fino al sesto, famoso episodio: quello della scena sul tetto. Moriarty si era fatto catturare per una rapina alla Torre di Londra, dalla quale poi si era fatto assolvere corrompendo la giuria. Ha quindi organizzato un vasto e geniale piano per incastrare Sherlock, facendolo apparire all’opinione pubblica inglese come un impostore che ha sempre mentito sulle sue abilità da investigatore, organizzandoo i casi criminali che poi ha risolto. Sherlock pensa di aver trovato un modo per smascherare Moriarty e lo incontra sul tetto di un ospedale: Moriarty gli dice però che ci sono degli assassini pronti a uccidere Watson, l’ispettore Lestrade e Mrs. Hudson, a meno che Sherlock non si suicidi. Per impedirgli di salvarli in qualche altro modo, Moriarty si suicida davanti ai suoi occhi. A quel punto Sherlock si butta dal tetto, salvando così i suoi amici. La seconda stagione si concludeva con Watson e Mrs. Hudson sulla tomba di Sherlock, che però – vivo e vegeto – li osservava da lontano.

Le cascate Reichenbach
Nei primi due episodi della terza stagione di Sherlock Moriarty non c’è, e sembra definitivamente morto. Alla fine del terzo episodio, però, ricompare: Sherlock è su un aereo diretto nell’Europa dell’Est, dopo che per proteggere Watson e sua moglie Mary ha ucciso Charles Augustus Magnussen, l’editore svedese che aveva memorizzato segreti compromettenti su migliaia di persone importanti. Proprio mentre l’aereo sta per partire, però, suo fratello Mycroft lo richiama, dicendogli che spera che abbia imparato la lezione e che c’è bisogno di lui. Apparentemente, su ogni schermo dell’Inghilterra compare infatti la faccia di Moriarty mentre dice “vi sono mancato?”.

In qualche modo, quindi, Moriarty ha soltanto finto il suo suicidio, come la sposa dell’episodio speciale, oppure ha architettato un piano che prosegue dopo il suo suicidio. Alla fine di “L’abominevole sposa” Sherlock immagina di reincontrarsi con Moriarty alle cascate Reichenbach, che si trovano in Svizzera e che nei racconti scritti da Arthur Conan Doyle erano il luogo dove Holmes e Moriarty si incontravano per l’ultima volta, prima di prendersi a pugni e morire entrambi cadendo nel vuoto. “Reichenbach Fall”, un gioco di parole tra “cascata Reichenbach” e “caduta di Reichenbach” in inglese, era anche il titolo dell’episodio della scena del tetto, e di un quadro di William Turner che Sherlock recuperava in quella stessa puntata.

Sherlock è sempre nella sua immaginazione, dove vuole trovare il collegamento tra il caso della sposa e il suicidio (o finto suicidio di Moriarty). In cima alla cascata Moriarty lo prende in giro, dicendo che non riesce mai a batterlo. Si mettono a lottare e Moriarty sta avendo la meglio, quando arriva Watson che lo butta giù salvando Sherlock, che per svegliarsi si getta a sua volta nel vuoto. Sherlock, di nuovo sull’aereo e nel tempo presente, dice di sapere che Moriarty in realtà è morto, ma che il suo piano si sta realizzando anche senza di lui.