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  • Giovedì 21 marzo 2024

A Johannesburg manca l’acqua

È una delle crisi più gravi degli ultimi anni ed è causata dalle infrastrutture fatiscenti e dalle piogge scarse: le società idriche stanno sospendendo frequentemente le forniture e la gente si arrangia come può

Persone in fila per fare scorta di acqua a Soweto, un quartiere di Johannesburg (AP Photo/Jerome Delay)
Persone in fila per fare scorta di acqua a Soweto, un quartiere di Johannesburg (AP Photo/Jerome Delay)
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Da due settimane a Johannesburg, la città più popolata del Sudafrica, e nella circostante regione del Gauteng le forniture d’acqua subiscono interruzioni sempre più frequenti. Le infrastrutture ormai fatiscenti, le alte temperature e la scarsità di precipitazioni nell’ultimo mese hanno prodotto una crisi che è la più grave degli ultimi anni e sta riguardando indistintamente sia la popolazione più ricca che quella più povera.

La zona si rifornisce con l’acqua accumulata in un sistema di laghi artificiali realizzati con delle dighe: la crisi di queste settimane però sta facendo scendere il livello dell’acqua accumulata in modo preoccupante, tanto che le autorità di gestione idrica della regione hanno avvisato le amministrazioni locali di Johannesburg e della capitale Pretoria, che si trova sempre nel Gauteng, che senza una grossa riduzione del prelievo di acqua si rischia un collasso completo del sistema idrico. Se i laghi artificiali scendessero sotto il 10 per cento della loro capacità, il prelievo andrebbe interrotto completamente. Questa settimana una società che fornisce acqua a parte della regione ha detto che i bacini di raccolta dell’acqua sono al 30 per cento della loro capienza.

La causa principale della scarsità d’acqua sembra essere il pessimo stato delle infrastrutture: già l’anno scorso un rapporto commissionato dal governo aveva scoperto che il 40 per cento dell’acqua di Johannesburg viene disperso lungo le tubature. Questo succede sia per via di piccole perdite sia per lo scoppio di tubi più grossi.

Fino agli anni Novanta la zona era quasi del tutto sprovvista di fornitura d’acqua, per via del regime razzista dell’apartheid nel paese (ancora oggi nella zona l’80 per cento della popolazione è nera). Gran parte degli acquedotti della zona è stata costruita negli anni successivi all’apartheid piuttosto in fretta, e nei periodi successivi non sono stati fatti gli interventi di manutenzione necessari.

In Sudafrica ormai da tempo anche per queste ragioni è aumentato il malcontento nei confronti dell’African National Congress, il partito che si batté contro l’apartheid e che governa ininterrottamente dal 1994: le grosse difficoltà che ha incontrato negli ultimi tempi, dalla gestione della criminalità agli scandali di corruzione, fanno credere a molti analisti che alle elezioni del 29 maggio il partito potrebbe perdere la maggioranza in parlamento per la prima volta negli ultimi trent’anni.

Per evitare che le riserve diminuiscano eccessivamente le società idriche locali hanno iniziato a sospendere frequentemente le forniture, per ridurre la domanda sul sistema. Una pratica simile, chiamata “dispersione del carico” (in inglese load shedding), viene usata sulle reti elettriche: in pratica vengono provocati dei blackout controllati in alcune aree delimitate a turno, in modo da diminuire il carico per il sistema ed evitare blackout generalizzati. A Johannesburg, dove le infrastrutture elettriche sono notoriamente problematiche, il load shedding è familiare per molti: ora anche le interruzioni alla rete idrica vengono chiamate water shedding.

In effetti i problemi alla rete elettrica e a quella idrica sono almeno in parte collegati: martedì il sindaco di Johannesburg ha detto che una grossa stazione di pompaggio dell’acqua che rifornisce la città è rimasta fuori uso perché non aveva corrente, dato che la centrale elettrica locale era stata a sua volta colpita da un fulmine.

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In pratica questo significa che i rubinetti domestici sono diventati inaffidabili: la maggior parte delle persone fa scorta di acqua con grandi secchi alle autocisterne inviate di tanto in tanto dall’amministrazione locale nei vari quartieri. In mancanza di quelli si può comunque comprare acqua nei ristoranti, dove però una bottiglia da 5 litri costa l’equivalente di 1,20 euro, un prezzo troppo elevato per molte persone in un paese dove la disoccupazione è al 32 per cento.

Senza acqua è difficile cucinare, ma anche fare il bucato e rinfrescarsi dalla calura estiva: nell’emisfero sud è appena finita l’estate, e le temperature si abbasseranno solo fra alcune settimane. Se questo ridurrà la domanda di acqua, ridurrà però anche le precipitazioni, dato che nella regione ad aprile comincia la stagione secca. Ma quest’anno anche in parte della stagione umida, più o meno da metà gennaio a metà marzo, le piogge sono state particolarmente scarse.

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