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  • Mercoledì 28 febbraio 2024

È stato chiesto il non luogo a procedere per il più grande processo contro le ONG che soccorrono i migranti in mare

Medici Senza Frontiere, Save the Children e Jugend Rettet sono accusate di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare: la decisione dovrebbe arrivare ad aprile

l'ex peschereccio iuventa in un porto
La nave Iuventa dopo il sequestro (ANSA/GIANFRANCO CRISCENTI)
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La procura di Trapani ha chiesto il non luogo a procedere per tutti i 24 indagati dell’indagine che accusava di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare alcuni membri delle ONG Jugend Rettet, Medici Senza Frontiere e Save the Children, attive nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo centrale. Se il giudice per l’udienza preliminare (GUP) accetterà la richiesta della procura, il caso verrà chiuso.

È un’indagine di cui si parlò molto quando venne aperta: nel 2017 la nave Iuventa della ONG fu sequestrata a Lampedusa e l’equipaggio fu accusato dalle autorità italiane di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. Jugend Rettet è una piccola organizzazione non governativa (ONG) formata da un gruppo di ragazzi e studenti tedeschi, che avevano raccolto fondi e risparmi per modificare un peschereccio in un mezzo di soccorso. La nave, la Iuventa appunto, era una delle più piccole impiegate nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo centrale, il tratto di mare fra le coste italiane, maltesi e libiche.

La procura ha anche chiesto la restituzione a Jugend Rettet della Iuventa, che però è ormai inutilizzabile. Nelle indagini furono coinvolte anche le navi Vos Hestia di Save the Children e Vos Produnce di MSF, che però non furono sequestrate.

Le precedenti accuse della procura di Trapani, la stessa che ora ha chiesto il non luogo a procedere, sostenevano che in varie operazioni di soccorso, avvenute tra il 2016 e il 2017, i membri dell’equipaggio delle tre ONG coinvolte avessero caricato a bordo delle loro navi persone migranti che secondo i magistrati non erano in situazioni di pericolo. Secondo l’accusa, le ONG avrebbero così partecipato a uno “scambio” programmato di migranti con i cosiddetti “scafisti”: un termine usato per riferirsi alle persone che guidano le imbarcazioni o i gommoni su cui i migranti arrivano in Italia, ma che in realtà nella maggior parte dei casi non hanno nulla a che fare con i gruppi criminali che organizzano i viaggi.

– Leggi anche: Chi sono i cosiddetti “scafisti”

L’inchiesta va quindi avanti da sette anni, e nel 2022 fu la prima di questo tipo ad arrivare alla fase dell’udienza preliminare: tutte le altre inchieste sulle ONG si erano chiuse con un’archiviazione. Nel corso delle indagini furono intercettate le telefonate di attivisti e giornalisti che si occupavano di immigrazione.

«La richiesta di non luogo a procedere è un’ulteriore conferma della debolezza delle accuse», ha detto un portavoce di Medici Senza Frontiere al Post. «Abbiamo sempre ribadito la piena legittimità della nostra azione: salvare vite non è un reato e la criminalizzazione del soccorso deve finire».