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  • Mercoledì 21 febbraio 2024

Centinaia di soldati ucraini potrebbero essere state catturate o uccise mentre si ritiravano da Avdiivka

Lo sostiene il New York Times, raccontando come la decisione del governo ucraino di lasciare il controllo della città ai russi sia stata applicata in maniera caotica e abbia avuto conseguenze gravi e inaspettate

Un soldato ucraino ad Avdiivka (AP Photo/Evgeniy Maloletka)
Un soldato ucraino ad Avdiivka (AP Photo/Evgeniy Maloletka)
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Il ritiro dell’esercito ucraino da Avdiivka, la piccola città nell’est dell’Ucraina di cui la Russia ha preso il controllo negli ultimi giorni, è stato particolarmente caotico per via della rapida avanzata dell’esercito russo e della pressione che ha imposto con bombardamenti e droni. Questo potrebbe aver prodotto per l’Ucraina conseguenze ancora più pesanti della perdita della cittadina, considerata dal punto di vista militare un avamposto importante nei territori occupati dalla Russia: secondo informazioni raccolte dal New York Times parlando con soldati ucraini sul campo e funzionari di diversi paesi occidentali, nella confusa ritirata da Avdiivka potrebbero essere stati uccisi o catturati centinaia di soldati ucraini.

In base a una stima fatta da alcuni soldati ucraini, e confermata da informazioni di intelligence dei paesi occidentali, nel ritiro delle truppe l’Ucraina avrebbe perso tra 850 e 1.000 soldati. Non è chiaro quanti di questi sarebbero stati catturati dall’esercito russo.

Le forti perdite potrebbero avere conseguenze piuttosto gravi per l’Ucraina, sia per il morale dei soldati che per ragioni pratiche: l’esercito ucraino dice ormai da tempo di avere bisogno di centinaia di migliaia di nuovi soldati, ma la richiesta sta incontrando una certa opposizione da parte della politica. I vertici militari hanno richiesto il reclutamento di 500mila nuovi soldati, ma il parlamento non ha ancora approvato la decisione mostrando crescenti contrasti sulla gestione della guerra. La perdita di centinaia di soldati, molti dei quali con una certa esperienza sul campo, accrescerà il bisogno di rimpiazzarli e renderà più difficile farlo in modo adeguato.

I comandanti dell’esercito ucraino ufficialmente hanno ammesso di aver perso soldati durante il ritiro da Avdiivka, ma hanno cercato di minimizzarne il numero e l’importanza. Il generale Oleksandr Tarnavsky, che gestiva le truppe nella zona, ha detto che ci sono state difficoltà «nella fase finale delle operazioni» di ritirata, e che «sotto la pressione delle forze maggiori del nemico, alcuni soldati ucraini sono stati catturati». Il suo portavoce ha poi negato la perdita di centinaia di soldati, pur ammettendo perdite, ma non ha fornito una stima.

Soldati russi ad Avdiivka in un video del Ministero della difesa russo (Russian Defense Ministry Press Service via AP)

Organizzare una ritirata sotto il fuoco dell’artiglieria e dei droni nemici è una delle operazioni più complesse a livello militare. Ad Avdiivka la situazione era ulteriormente complicata dal fatto che l’esercito russo aveva circondato la cittadina su tre lati e poteva contare su una notevole superiorità a livello di munizioni a disposizione. Secondo molti esperti occidentali inoltre l’ordine di evacuazione è stato dato in ritardo e fra grandi problemi di comunicazione: percorrere l’unica via di uscita da Avdiivka è diventato particolarmente pericoloso.

Nelle ore successive alla ritirata su Telegram sono comparsi video non verificati in modo indipendente che sembravano testimoniare esecuzioni sommarie di soldati ucraini da parte dell’esercito russo.

Avdiivka è una cittadina industriale al centro del Donbass che si trova a pochi chilometri dalla periferia di Donetsk e quindi dai territori occupati dalla Russia. Da alcune settimane era diventata uno dei principali luoghi di battaglia tra i due eserciti. Fu occupata brevemente dai separatisti filorussi nel 2014, e poi liberata dagli ucraini. Nel 2017 era stata luogo di uno dei più grandi scontri tra filorussi e truppe del governo di Kiev prima dell’invasione su larga scala del 24 febbraio 2022. La città era circondata da mesi dalle truppe russe, e dallo scorso 10 ottobre aveva subito attacchi sempre più intensi.

L’impianto distrutto di Avdiivka per la produzione di coke (un combustibile derivato dal carbone) in un video del Ministero della difesa russo (Russian Defense Ministry Press Service via AP)

Secondo vari analisti la sua caduta e l’occupazione da parte dei russi potrebbero comunque non essere particolarmente rilevanti dal punto di vista strettamente strategico: per conquistarla la Russia avrebbe impiegato una notevole quantità di uomini e munizioni, il che rende improbabile nuove avanzate in tempi ristretti. Però molte città della zona sono già particolarmente allarmate e temono che la linea del fronte si sposti ulteriormente verso ovest.

La sconfitta di Avdiivka potrebbe però avere conseguenze a lungo termine soprattutto dal punto di vista del morale e della fiducia all’interno dell’esercito ucraino. Oltre ai problemi di ricambio di truppe, spesso esauste dopo anni di combattimenti, ci sono quelli anche più gravi della mancanza di rifornimenti di armi. L’Unione Europea ha approvato dopo molti rinvii nuovi stanziamenti economici in supporto dell’Ucraina, ma non è stata in grado di assicurare la quantità di munizioni promesse entro le scadenze. Il sostegno economico e militare degli Stati Uniti, il principale e più importante, è invece bloccato da una contesa politica interna al Congresso. Sabato durante la conferenza sulla sicurezza di Monaco la Danimarca ha invece annunciato che donerà tutta la propria artiglieria all’Ucraina.