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  • Domenica 28 gennaio 2024

La misteriosa droga che sta causando centinaia di morti in Africa

Viene chiamata “kush” e si sta diffondendo soprattutto in Sierra Leone, Guinea e Liberia, ma non si sa di preciso cosa contenga

(EPA/AHMED JALLANZO)
(EPA/AHMED JALLANZO)
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Da alcuni anni una droga sintetica si è molto diffusa fra i giovani dell’Africa occidentale, in particolare in Sierra Leone, Guinea e Liberia. Ha un forte effetto sedativo, e causa dipendenza e piaghe alle gambe: decine di persone muoiono ogni settimana a causa del suo consumo. Non ha un nome preciso, ma viene solitamente chiamata kush, nome con cui sono noti vari tipi di cannabinoidi sintetici (oltreché una varietà naturale di cannabis): sono molecole create artificialmente per imitare gli effetti della cannabis.

Gli ingredienti del kush diffuso in Africa occidentale non sono noti con esattezza, e in ogni caso variano molto a seconda di chi la produce. Secondo gli operatori sanitari della Sierra Leone però generalmente contengono quasi sempre alcuni ingredienti, tra cui cannabis sintetica, fentanyl, tramadolo e formalina. Il fentanyl è un oppiode, inizialmente sviluppato come forte antidolorifico (noto soprattutto per i gravi effetti della sua diffusione negli Stati Uniti), così come il tramadolo. La formalina è invece un disinfettante, usato anche nelle imbalsamazioni. Gli ingredienti sono poi mescolati a erbe e altre sostanze sintetiche e fumati.

I giornali della Sierra Leone hanno parlato anche di persone arrestate per aver saccheggiato alcune tombe per usare le ossa polverizzate come ingredienti per il kush, ma non è possibile verificare l’autenticità delle storie e delle accuse. Uno dei motivi che potrebbero spingere le persone a usare le ossa è che queste contengono piccole quantità di zolfo, che è lievemente psicoattivo, oppure tracce di altre sostanze stupefacenti se erano state consumate dalla persona a cui appartenevano le ossa. Nonostante queste convinzioni abbiano una certa diffusione, è improbabile che fumare ossa polverizzate abbia realmente effetti psicoattivi: le eventuali tracce di altri stupefacenti sono minime, così come quelle di zolfo (che inoltre se fumato produce anidride solforosa, una sostanza tossica).

– Leggi anche: Che cos’è il fentanyl?

Non tutti i sintomi presentati dalle persone ricoverate a causa dell’abuso di kush sembrano però riconducibili a cannabis sintetica, fentanyl, tramadolo e formalina. In particolare è molto frequente che chi ne fa uso per periodi prolungati presenti piedi ingrossati e piaghe sulle gambe, che spesso si infettano. Per questo i medici non sono sicuri di quali siano effettivamente gli ingredienti della sostanza.

La droga induce essenzialmente una sensazione di euforia e sonnolenza. Molti giovani sierraleonesi hanno detto di consumarla per dimenticarsi anche solo brevemente dei propri problemi, in un paese molto povero e con poche prospettive (la disoccupazione giovanile è attorno al 60 per cento). Ma oltre al rischio di andare in overdose, che è particolarmente alto col fentanyl, c’è anche il pericolo di non avere una corretta percezione della realtà mentre si è sotto l’effetto del kush: diverse persone, per esempio, sono morte dopo essere cadute o investite a causa dello stordimento indotto dalla sostanza.

Il kush è piuttosto diffuso anche in Liberia, dove si stima che 2,5 milioni di persone, su circa 5,3 milioni di abitanti, soffrano di disturbo da stress post-traumatico a causa della guerra civile combattuta nel paese negli anni Novanta e dei conflitti successivi. Dalla Sierra Leone poi il kush ha iniziato a essere esportato anche nella vicina Guinea. Non sembra però che siano stati identificati i luoghi in cui il kush viene prodotto, né se ci siano gruppi criminali che ne gestiscono il traffico.

Nonostante occasionalmente qualche persona che fa uso di kush sia arrestata, lo status legale della sostanza non è chiaro, anche per via della varietà delle sue possibili composizioni. Secondo Jusu Mattia, primario dell’ospedale psichiatrico universitario di Freetown, capitale della Sierra Leone, il problema della diffusione delle droghe fra i giovani però non ha a che fare con la criminalità, ma più che altro con la salute e le questioni sociali.

Le strutture specializzate nella riabilitazione in Sierra Leone sono troppo poche per trattare efficacemente il numero crescente di persone dipendenti dal kush. Anche gli ospedali del sistema sanitario nazionale non riescono a fronteggiare il fenomeno: bisogna inoltre considerare che in tutta la Sierra Leone ci sono solo 5 psichiatri. Nei centri di riabilitazione, la terapia si basa fondamentalmente sull’astinenza forzata dal kush per un periodo compreso fra le 3 e le 6 settimane. Solo a volte sono forniti psicofarmaci per contrastare i sintomi dell’astinenza, o la psicoterapia.

Anche in Liberia la situazione è simile: in alcune parti del paese non ci sono strutture sanitarie, e nel 2021 il bilancio statale aveva previsto la spesa di solo circa 20mila dollari per la salute mentale.

Il kush circola più o meno da sei anni, ma sembra essersi diffuso in particolare negli ultimi due o tre. All’ospedale psichiatrico universitario di Freetown nel 2020 erano state ricoverate 47 persone identificate come dipendenti dal kush: nel 2022 erano salite a 1.101. Parte dell’aumento potrebbe però essere legata alla diminuzione dello stigma contro chi chiede assistenza medica per la propria dipendenza.

Fra gli altri fattori che hanno favorito la diffusione del kush ci sono il suo basso costo, la potenza dei suoi effetti, nonché la facilità con cui si può trovare chi la venda, soprattutto a Freetown. La dose contenuta in una sigaretta costa l’equivalente di circa 20 centesimi di euro, ma solitamente una persona dipendente ne fuma qualche decina, spesso con altre persone dipendenti: questo comporta una spesa di una decina di euro al giorno, in un paese dove il reddito medio annuale è di 460 euro.

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