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  • Mercoledì 13 dicembre 2023

È stato approvato l’accordo della COP28

Cita per la prima volta la necessità di allontanarsi, seppur gradualmente, dall’utilizzo dei combustibili fossili: non dice di eliminarli

(EPA/MARTIN DIVISEK)
(EPA/MARTIN DIVISEK)
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Mercoledì mattina la presidenza della COP28 di Dubai ha annunciato che è stato approvato l’accordo sui nuovi impegni condivisi a livello internazionale per contrastare il cambiamento climatico, dopo che la prima versione del testo era stata duramente criticata perché considerata troppo poco incisiva. L’approvazione è stata annunciata pochi minuti dopo l’inizio dell’assemblea plenaria, senza che ci fosse un dibattito sulla nuova proposta, ma non ha comunque ricevuto obiezioni.

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Il documento era stato parzialmente riscritto nella notte fra martedì e mercoledì per includere un riferimento alla necessità di «allontanarsi gradualmente» dall’uso dei combustibili fossili (come carbone, gas e petrolio), il cui utilizzo come fonti di energia causa l’emissione di gas serra, tra i principali responsabili del riscaldamento globale. La precedente bozza aveva sollevato dure critiche perché non conteneva alcun riferimento a questo tema.

È la prima volta in 28 anni che nel documento finale di una COP si fa menzione così esplicita di tutti i combustibili fossili. Nell’accordo approvato al termine della COP26 tenutasi a Glasgow nel 2021 era stato menzionato esplicitamente solo il carbone. Al tempo stesso, però, «allontanarsi gradualmente» dall’utilizzo dei combustibili fossili è una formula più blanda rispetto a quella richiesta dagli attivisti ambientalisti e da un gruppo informale di paesi noto come “High Ambition Coalition”, “Coalizione della grande ambizione”.

Nelle ultime settimane si era parlato molto delle parole che si sarebbero o non si sarebbero usate nel documento. Riguardo ai combustibili fossili, per i paesi più ambiziosi la bozza avrebbe dovuto contenere l’espressione “phase out”, che in inglese significa “eliminare in modo graduale”. Il testo approvato contiene invece l’espressione “transitioning away”, che sottolinea la gradualità del processo, come nell’espressione “phase down”, molto circolata negli ultimi giorni come alternativa alla più decisa “phase out”, in cui si esplicita l’obiettivo di eliminazione.

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Il testo approvato ora parla di: «Allontanarsi gradualmente dall’uso dei combustibili fossili per la produzione di energia, in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico, in modo da raggiungere lo zero netto entro il 2050, in linea con la scienza». La formulazione è più vaga della prima versione e soprattutto contiene un appello (“calls on) più che vincoli formali per i governi, condizione che secondo vari osservatori indebolisce ulteriormente l’accordo.

Il testo segnala comunque la necessità di agire in fretta per limitare l’innalzamento della temperatura media globale oltre gli 1,5 °C. Negli ultimi giorni il presidente della COP28 Sultan Ahmed Al Jaber – che è anche l’amministratore delegato dell’azienda petrolifera statale emiratina, una delle più grandi al mondo – aveva detto di ritenere che non ci fosse «nessuna scienza, o scenario, che dica che l’abbandono graduale [phase-out] dei combustibili fossili permetterà di mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5 °C». Il rapporto sul clima dell’ONU del 2022 sottolinea invece che tutti i diversi scenari di emissioni future che permettono di contenere l’aumento della temperatura media globale sotto 1,5 °C richiedono un’eliminazione quasi totale dell’uso dei combustibili fossili entro il 2050.

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La delegata delle isole Samoa ha commentato l’accordo definendolo poco incisivo e ha detto che il voto è avvenuto prima che fosse presente all’assemblea plenaria la delegazione dell’Alleanza dei piccoli stati insulari, guidata dalle isole Samoa. Non sono state comunque presentate obiezioni formali da parte dell’Alleanza.

Nonostante il raggiungimento di un accordo importante, la COP28 ha deluso in parte le aspettative dopo che al primo giorno della conferenza i paesi più ricchi si erano impegnati a versare oltre 380 milioni di euro nel fondo per compensare i danni causati dal cambiamento climatico ai paesi più vulnerabili. Tuttavia, lo scetticismo sugli esiti della COP28 era da tempo particolarmente alto per gli aspetti critici di questa specifica COP, organizzata in un paese tra i più grandi produttori di petrolio, gli Emirati Arabi Uniti. Gli stessi dubbi si sono ripresentati qualche giorno fa, quando è stato annunciato che la conferenza sul clima del prossimo anno si terrà in Azerbaijan, che è un paese esportatore di combustibili fossili e, dopo l’inizio della guerra in Ucraina, uno dei fornitori di gas naturale più importanti per l’Unione Europea, Italia compresa.

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