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  • Giovedì 7 dicembre 2023

Gli sfidanti di Trump continuano a tenerselo buono

Al quarto dibattito Repubblicano di nuovo non c'era l'ex presidente, ma quasi tutti hanno preferito evitare di attaccarlo

Da sinistra i candidati alle primarie Repubblicane degli Stati Uniti Chris Christie, Nikki Haley, Ron DeSantis e Vivek Ramaswamy, durante il dibattito del 6 dicembre 2023 (AP Photo/Gerald Herbert)
Da sinistra i candidati alle primarie Repubblicane degli Stati Uniti Chris Christie, Nikki Haley, Ron DeSantis e Vivek Ramaswamy, durante il dibattito del 6 dicembre 2023 (AP Photo/Gerald Herbert)
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Mercoledì in Alabama si è svolto il quarto dibattito tra i principali candidati alle primarie Repubblicane per la presidenza statunitense in vista delle elezioni del 2024. Come già nelle precedenti occasioni, anche questa volta Donald Trump non c’era: l’ex presidente e candidato favorito si rifiuta di partecipare ai dibattiti e ha chiesto più volte al Partito di cancellarli con la motivazione che nessun altro candidato può superare le sue percentuali di consenso. Secondo i sondaggi più recenti Trump è quasi al 60 per cento: il suo sfidante che finora si è affermato di più, il governatore della Florida Ron DeSantis, avrebbe solo il 12,7 per cento dei consensi.

Oltre a DeSantis hanno preso parte al quarto dibattito l’ex governatore del New Jersey Chris Christie, l’ex ambasciatrice degli Stati Uniti presso l’ONU Nikki Haley e l’imprenditore Vivek Ramaswamy. Tra loro solo Christie, la cui campagna è stata impostata su una strategia anti-Trump, ha attaccato direttamente l’ex presidente. Ha detto che userebbe un nuovo incarico per perseguitare i suoi rivali politici, cosa che lo stesso Trump non ha escluso di fare durante un’intervista a Fox News martedì, e lo ha definito «dittatore» e «uomo arrabbiato e rancoroso».

Gli altri candidati invece sono stati piuttosto moderati nel parlare di Trump, sebbene per ciascuno di loro l’ex presidente sia il principale rivale, e sono stati evasivi rispetto agli inviti a criticarlo da parte dei moderatori del dibattito. Solitamente i candidati vincenti delle primarie dei partiti scelgono tra gli altri il proprio candidato alla vicepresidenza, e visto il grande consenso di Trump tra gli elettori del Partito Repubblicano è facile capire da cosa dipendono le cautele dei suoi sfidanti. Christie ha esplicitamente menzionato la cosa dicendo che gli altri partecipanti al dibattito non criticano Trump perché «hanno aspirazioni future».

DeSantis si è limitato a dire che Trump è troppo vecchio per fare di nuovo il presidente – avrà 78 anni quando si terranno le elezioni presidenziali; il presidente Joe Biden per confronto starà per compierne 82. Haley ha criticato parzialmente le politiche di Trump riguardo alla Cina e alla gestione dei migranti, dicendo che l’ex presidente non ha mantenuto la sua promessa di far pagare al Messico il muro per impedirgli di entrare negli Stati Uniti. Ramaswamy invece si è rifiutato di criticare Trump e ha addirittura difeso gli autori dell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, proponendo alcune teorie del complotto nelle sue argomentazioni.

I quattro partecipanti si sono attaccati soprattutto tra loro e soprattutto nella prima parte del dibattito gli attacchi sono stati rivolti in modo particolare a Haley, il cui consenso è leggermente aumentato ultimamente.

Le primarie dei Repubblicani cominceranno a gennaio con i caucus dell’Iowa, e serviranno a scegliere il candidato del partito alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 5 novembre del 2024. Le primarie dei Democratici cominceranno invece a gennaio, ma è praticamente certo che il candidato sarà il presidente Joe Biden. Stando ai sondaggi la scelta strategica di Trump di non prendere parte ai dibattiti sta funzionando: la sua assenza non ha avuto ripercussioni finora.